𝗵𝗲 𝗸𝗻𝗼𝘄𝘀 𝘄𝗵𝗲𝗻 𝗶'𝗺 𝗼𝘂𝘁

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Mi siedo sul bordo della scrivania.

Sorrido.

«Che cosa guardi?»

Si leva la giacca, la posa sulla sedia dietro di sé.

Mi appoggio con le mani alle sue spalle.

La sua pelle è ancora un po' bagnata, dal sudore e dall'acqua che si è beccato in campo, poco prima che iniziasse la partita di calcio.

Anche da sopra lo strato della maglietta nera, si riesce a percepire.

Con un dito traccio una linea invisibile sul suo petto.

Mi lecco le labbra.

Dovrei trovare disgustoso che è sudato? No, affatto.

Per l'etichetta, forse potrebbe apparire come un Dio Greco che ha dei difetti, per me è solo umano. E anche se fosse ricoperto dalle cicatrici dei brufoli, Win è la cosa più bella che abbia mai visto.

Si tira su le maniche della maglietta.

Deglutisco.

Con un dito seguo la linea sottile delle vene sporgenti sul braccio.

So che si allena, gli piace andare a correre al mattino presto. Che sia in città o meno, ha estremo bisogno di sfogarsi.

Lo fa, senza di me, eh. Però, son contento che non sia il classico dopato di palestra.

Vuole stare bene con sé stesso, oltre che essere perfetto davanti al resto del mondo.

Non gliene frega nulla dell'apparenza, se non di piacere a me.

Io mi faccio andare bene tutto, con lui.

Perché mi rende felice, non perché sia il principe azzurro delle favole. E non perché ha promesso di sposarmi.

«Guardo te.»

Afferro il colletto della maglietta, per avvicinarlo alle mie labbra.

Apro le cosce, per permettergli di inserirsi nel mezzo, ma l'unica cosa che fa è appoggiare le mani ai lati dei miei fianchi, sulla scrivania, sorridendomi dall'alto.

Strofina la punta del naso sulla mia.

«Sound...»

Inclino la testa di lato, avvicinando le labbra alla sua guancia, su cui poso un piccolo bacio.

«Mmh? Perché siamo venuti nel tuo ufficio? Lo sai che è scomodo, era più vicino il mio appartamento, adesso non dirmi che -»

«Sposiamoci, non adesso, non dopo. Voglio sposarti prima della laurea, voglio che andiamo a convivere assieme per iniziare la nostra vita, sul serio.»

«Me lo avevi già chiesto, Win, sai quante cose sto facendo adesso che -»

«Facciamolo organizzare ai nostri genitori, ti prego. Possono occuparsene loro, a te non importa dove e quando, vero? A te importa che ci sposiamo, giusto?»

Stringo le braccia dietro al suo collo, baciandolo sulle labbra.

«Non credi che dovremmo prenderci le nostre responsabilità?»

Scivolo con una mano in basso, dentro al suo pantalone.

Apro qualche bottone, cercando di accarezzarlo da sopra la stoffa dei boxer.

Sospira.

Mi sento un po' cattivo, adesso.

Sto cercando di sedurlo per farmi scopare, piuttosto che pensare a velocizzare questo matrimonio.

☽ 𝗮𝗻𝗴𝗲𝗹 𝗯𝗮𝗯𝘆 ʷᶦⁿˢᵒᵘⁿᵈDove le storie prendono vita. Scoprilo ora