Tom's Pov
L'avevo vista..eccome se l'avevo vista piangere mentre suonavamo "Automatic". Vedevo nei suoi occhi tutto il dolore che le avevo causato 4 anni prima, ma che ancora era nitido all'interno della sua persona. Quella era la nostra canzone, seppur con un significato non molto allegro, ma nostra. Mi era sembrato un momento di averla vista guardarmi con occhi sognanti.. proprio come faceva nel 2005. La stranezza nel parlare di così tanti anni fa come se fosse ieri devo dire che mi spaventava, cioè... non avevo mai dimenticato il suo sguardo.
Devo dire che questa sera ero proprio stato bravo a suonare a differenza di altri concerti. Era come se tutto ad un tratto cominciai a sentirmi vivo e il vuoto che avevo provato in questo periodo fosse sparito improvvisamente. Avevo bisogno di contatto, anche una sola carezza sua sarebbe bastata per fottermi io cervello e finire per ossessionarmi.
Finalmente la vidi in mezzo a tutte quelle persone che si guardava spaesata e probabilmente ci stava cercando per i saluti, ma così non sarebbe stato. Mi ero ripromesso di non perderla una seconda volta e di scusarmi con lei in privato, quindi ci eravamo messi d'accordo per portarla con noi come ai vecchi tempi. La strascinai con garbo in un posto abbastanza appartato dove avrei voluto sbatterla e baciarla, cosa praticamente impossibile perché non mi aveva ancora perdonato e stavo facendo il solito stronzo.. ma d'altronde lo dovevo essere perlomeno il giusto per riconquistarmela.
Vidi la paura nei suoi occhi come quella sera quando quel viscido non la violentò per poco. La rassicurai accarezzandole la schiena mentre le toglievo la mano dalla bocca che avevo posizionato per non farla urlare. <Tom?> constatò Ester confusa. <Shhh> ribattei incollandole un dito sulle sue soffici e rosee labbra < Andiamo, fa piano che ci sono le fan. Gli altri ci aspettano> conclusi. Lei si limitò a seguirmi e non proferire parola. Avrei voluto dirle quando mi fosse dispiaciuto per la cazzata fatta da ragazzino, ma non mi era sembrato il momento adatto per tirare fuori un discorso del genere.
Fine Tom's Pov
Esattamente ieri ero andata a comprare un regalo per entrambi i gemelli, siccome il loro ventesimo compleanno era stato pochi giorni fa. Per Bill avevo optato per una collana con su scritto "Leb die Sekunde" come sapete il suo motto. Penso che prima o poi me lo sarei tatuato.. Bill mi aveva insegnato a vivere. Diversamente per Tom, non sapendo cosa regalargli e non sapendo se fargli il regalo o meno optai per una semplice fascia nera da indossare nella parte alta della fronte separandola dai cornrows. Avrei pensato di consegnarglieli per poi non esserci più visti se il destino non lo avrebbe permesso in futuro.
<Ehm immagino che vogliate salutarmi ora> dissi ridacchiando davanti ai ragazzi <però prima vorrei consegnare ai gemelli un regalo anche se in ritardo per il loro compleanno> finii guardando negli occhi entrambi. <Ester e per noi nulla?> scherzò Gustav includendo Georg. <Ehh per il vostro compleanno ve li spedirò.> risposi ridendo altrettanto. <Ti sei ricordata del nostro compleanno> spuntò fuori Bill con voce emozionata. <Come potrei dimenticarmelo> dissi nostalgica sorridendo.
Consegnai ad entrambi il proprio regalo e si sedettero per aprirli come dei bambini il giorno di Natale. <I-Io non so come ringraziarti Ester> Bill si butto tra le mie braccia. <Woh grazie > si sforzò Tom venendomi in contro abbracciandomi il minimo possibile strofinando le sue dita calde sulla mia schiena. Ad un tratto pensai di essere in paradiso, protetta da ogni cosa. La sua delicatezza era una cosa unica e anche se sforzato.. apprezzai il minimo gesto. <Uhm allora.. ci becchiamo in giro se capiterà ancora> rivolsi un sorriso artificiale ai 4 ragazzi. Proprio quando cominciai ad incamminarmi mi sentii richiamare. <No, Ester aspetta!> gridò Bill. <Noi ci fermiamo in città ancora per un po'...ehm magari potremmo festeggiare il tuo compleanno insieme tra qualche giorno> cercò di concludere < sempre se al tuo ragazzo va bene > Tom interruppe suo fratello con voce improvvisamente infastidita. <Ok, ci sto e... i mio ragazzo sarà via per un concerto> risposi rassegnata per Aaron. Li salutai e sapevo che lo avrei rivisti la mattina dopo al bar sicuramente.
Come entrai in casa i miei occhi si fecero rossi dalla rabbia. Aaron stava già partendo senza preavviso 2 giorni prima del concerto di Tiziano Ferro. <Ehi ma, che fai così presto? Il concerto è dopo domani> affermai stringendo i denti trattenendomi dall' urlargli contro. <Scusa ma io e Will dobbiamo partire prima per accamparci e prendere i posti più vicini al palco. Mi dispiace amore> disse solamente scoccandomi un bacio in fronte privo di sentimento. <Eh ok ciao allora> ribattei infastidita. Non si accorse nemmeno della mia freddezza e uscì di casa lasciandomi lì impalata come una stupida.
< Dovrei farmi una bella dormita> parlai da sola. Seppur non avendo forze di far nulla, mi lavai completamente e mi misi addosso una semplice maglietta oversize che "casualmente" mi ricordava qualcuno. < Ahhh fanculo anche gli uomini> imprecai prima di addormentarmi nella solitudine.
Spazio autrice
Ed eccoci qui con il diciannovesimo capitolo! Nonostante il trambusto delle vacanze sono riuscita ad avere una piccola pausa per me riuscendo a scrivere questo. Spero che vi sia piaciuto (fatemelo sapere tramite i commenti e i voti) e vi chiederei di portare pazienza per l'attesa del prosiamo perché come sapete sono in vacanza, grazie 🪼
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AUTOMATIC OR NOT?
FanfictionEster, una ragazzina di 16 anni dopo la morte di sua madre per colpa di una malattia dovrà fare ritorno in Germania a Magdeburgo e andrà a stare come esattamente 5 anni prima con gli Zii. Gli Zii però abitano in un quartiere abbastanza tranquillo se...