<Tregua?> domandò ghignando, ma non in modo fastidioso, porgendomi la mano. <Tregua> sbuffai rassegnata stringendo la sua mano in segno di pace. Tornammo dentro e portai a tutti la colazione, seppur stessero ancora dormendo.
[...]
Stavo servendo come al solito uno dei miei clienti, finché non sentii una grossa e sudicia mano palparmi il sedere aggressivamente. Di istinto mi girai e stampai il cinque della mia mano sul viso di quel vecchio bavoso. Ad un tratto vidi Tom rosso dalla rabbia che si dirigeva al tavolo. Si fiondò sul vecchio colpendolo ripetutamente al viso, fino a sbucciarsi le nocche di entrambi le mani.
<Lei è mia.> attaccò urlando <Sta lontano da lei e non provare mai più a toccarla... o ti uccido> concluse facendomi rabbrividire per l'ultima parola. "Mia"? Che cosa voleva dire con "mia"?. Gli sputò in faccia facendolo scappare a gambe levate e subito i suoi occhi si scontrarono con i miei. La sua violenza mi fece rabbrividire, ma mi rassicurò in un lento e caldo abbraccio.
Questa sensazione non la sentivo da anni.
<Tranquillo, queste cose mi succedono spesso> spiegai velocemente evitando imbarazzata il suo sguardo staccandomi. Alle mie parole strinse i pugni <Cosa cazzo intendi per "succedono spesso"> sbottò <Ok, c'è ne andiamo via... e anche subito> finì prendendomi il polso per portarmi con lui. Sussultai dal male e se ne accorse subito. I suoi occhi mi scrutarono confuso per poi con le sue dita grattare via quel poco di fondotinta che nascondeva i tagli.
< Da quanto> riattaccò con poco fiato, probabilmente dallo stupore. <Da quanto ti fai del male, stellina>. Rimasi zitta <Dimmelo... perché se è per colpa mia non potrei mai perdonarmelo> mi implorò con aria colpevole.
<4 anni> fu l'unica cosa che riuscii a dire con voce rotta. <Cazzo> imprecò portandomi in bagno sul lavandino. Capì subito che era da quando me ne andai.
Il mio polso si era arrossato quando mi aveva tolto il fondotinta premendoci sopra, così mi chiese dove tenessi la scatola di pronto soccorso. Gli indicai il mobiletto sotto il lavandino del bagno e mi appoggiò sopra. <Fa vedere qua...tutte le volte che non c'ero per te> disse iniziando a disinfettarmi soffiando sopra per alleviare il dolore.
<Grazie> asserii. Finito il tutto mi prese con cautela il polso e lasciò un paio di baci su di esso, per poi accogliermi in un altro abbraccio inserendo la testa nell'incavo del mio collo come per scusarsi per la 100esima volta del giorno.
Tracciò sulla mia schiena infinite stelle con le dita e piano piano cominciai a sentire il suo respiro farsi pesante, ma avrei dovuto tornare al lavoro al più presto. <Tom> lo ammonii dolcemente <devo tornare a lavorare e devo fasciarti le nocche>.
<Ho detto che da qui, dopo il tuo compleanno ce ne andiamo. Ti prometto che ti aiuteremo a trovare un lavoro, o meglio, lavorerai con noi magari come seconda voce. Se ti serve del tempo per riflettere prenditelo, io con gli altri ho già parlato di questa questione e sono tutti d'accordo> piagnucolò.
<Seconda cantante?> dissi incredula <Scusami, ma per quanto mi piaccia cantare e per quanto io sia brava non posso accettare! Non si diventa cantanti da un momento all'altro. Ho già questo lavoro e soprattutto un ragazzo> conclusi sottolineando l'ultima parola portando Tom ad incupirsi. <Ti ho già detto che quel tipo non mi piace? E poi comunque questo lavoro fa schifo> rispose. <Dai Tom basta. Non lo conosci nemmeno e oltretutto è carino con me> lo rimproverai.
<Carino con te? Che razza di persona di lascerebbe da sola la propria ragazza il giorno del suo compleanno, Mhh?> si avvicinò pericolosamente alle mie labbra. <Tom, allontanati> lo avvertii. Lui si spostò senza protestare e tornò serio lasciando che gli fasciassi le nocche.
Nel frattempo si era fatto ora di chiudere e così feci, lasciando spazio un tavolo per il nostro pranzo. Devo ammettere che però la proposta di prima non mi era dispiaciuta.. se non fosse per gli ostacoli che mi impedivano di realizzarla.
Spazio autrice
Ehilà! Ecco il ventunesimo capitolo leggermente più lungo del solito per farmi perdonare dei giorni d'assenza. Che dite, vi piace? Lasciate un commento e una stellina, mi fareste molto felice. Grazie!🪼
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AUTOMATIC OR NOT?
FanfictionEster, una ragazzina di 16 anni dopo la morte di sua madre per colpa di una malattia dovrà fare ritorno in Germania a Magdeburgo e andrà a stare come esattamente 5 anni prima con gli Zii. Gli Zii però abitano in un quartiere abbastanza tranquillo se...