"THERE'S NO TURNING BACK..."

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< Allora ti conviene raccontarmi tutto filo per segno se non vuoi che Georg finisca male> mi mise alle strette Bill. < Come mai deve sempre esserci Georg in queste situazioni di "ricatto"?> chiesi interrogativa. < Beh rispetto a Gustav è più casinaro, in più mi ruba la spazzola...quindi motivo in più per picchiarlo> scoppiò a ridere il moro. <Ora però racconta tutto> concluse.

< Ieri sera dopo esserci divisi Tom ha adocchiato questo paio di polsini della Nike e si è assicurato che non mi muovessi> iniziai. < Tipico di Tom> alzò gli occhi al cielo Bill. < Il problema è che in lontananza in un vicolo abbastanza buio ho visto un paio di occhiali ti giuro SPA ZIA LI e così da stupida mi sono allontanata. Mi sono sentita afferrare bruscamente da un uomo, ma Tom si è fiondato letteralmente sopra di lui picchiandolo a sangue. Tornati a casa eravamo ancora scossi dalla situazione, così ci siamo sdraiati sul divano e da lì la situazione è degenerata. In poche parole abbiamo cominciato a baciarci e... ho perso la verginità con lui. Il problema è che è da stamattina che mi ignora.> pronunciai tutto ad un fiato facendo sbarrare gli occhi a Bill.

< Allora per prima cosa sclero, sapevo ci fosse qualcosa tra di voi, ma il comportamento verso di te non mi torna perché di solito lo fa con... ecco diciamo... le ragazze da una botta e via>. Ammise dispiaciuto alla fine. < Potrebbe essere però che stia ancora elaborando il tutto perché magari tu gli piaci seriamente e non sa come comportarsi visto che non si è mai innamorato di nessuna.> finì con un pizzico di speranza nella frase. Lo osservai a lungo, aveva cominciato a sudare e mangiarsi le unghie. Queste cose le fa solamente quando è nervoso e non promette bene.

Frastornata lo salutai e passando in corridoio trovai il fratello ancora intento a suonare la chitarra. La passione che metteva in ogni brano faceva rabbrividire, la sua testa si muoveva freneticamente accompagnando il suono che si espandeva nella casa della chitarra elettrica. Mi imbambolai alla vista di quella scena, ma appena alzò gli occhi per scrutarmi me ne andai imbarazzata. Giocava a fare il mimo? Domani dopo l'intervista avrei voluto delle risposte.

~La mattina dopo~

"Beep Beep" fu l'unica cosa che sentì. Chi era a quest'ora della mattina e perché suonava il clacson interrottamente? Oh cazzo... l'intervista con i ragazzi! Me ne ero praticamente dimenticata. Precipitosamente mi rivestii come il pomeriggio precedente, mi sciacquai la faccia e mi misi un po' di mascara. Correndo per le scale inciampai su uno scalino ritrovandomi a faccia a terra. Improvvisamente la porta d'entrata si aprì di scatto rivelando Bill davanti essa. <E tu come ci sei entrato qui?> lo interrogai con ancora la faccia spiaccicata sul pavimento. < Beh un giorno mentre dormivi ho fatto una copia delle chiavi ma questa è un'altro storia quindi ora alza il culo e andiamo> blaterò cercando di cambiare discorso. < Ok, tu sei strano quindi farò finta di non aver sentito quello che hai detto> dissi puntandogli il dito contro.

Georg suonava costantemente quel maledetto clacson così prima che uccidesse entrambi, uscimmo e entrammo in macchina. Come al solito Gustav occupava sedile anteriore accanto a Georg, mentre Tom occupava il sedile posteriore. Non avevo altra scelta che mettermi tra i gemelli: Bill a destra e Tom a sinistra. Il "pinguino" come lo soprannominavo io per la sua carina e buffa camminata se ne stava sulle sue tranquillo a giocherellare intrecciando le sua dita.

< Alla buonora! Sono esattamente le 10:07 del mattino ed è da 7 min che suono questo clacson> scherzò Georg appena entrai in macchina. < Dovreste averla vista> < L'ho trovata spiaccicata sul pavimento > scoppiò in una risata Bill. A Tom scappó una risatina che camuffò con un finto colpo di tosse. < Ha ha ha Bill non sei simpatico, vogliamo per caso dire a tutti quanto sei psicop- mhhh Mhh> piagnucolai prima che mi bloccasse mettendo una mano impedendomi di continuare a raccontare la storia delle mie chiavi di casa. < Ok ragazzi, andiamo forza> ridacchiò Gustav.

Infatti mentre io e Bill eravamo impegnati a bisticciare, avevamo già raggiunto gli studio.
Le hairstylist e le makeupartist ci sistemarono prima che il programma cominciasse. Le poltroncine erano 5 e l'ordine in cui ci sedemmo fu: Io, Gustav, Bill, Georg e infine Tom. Il programma cominciò e l'intervistatore partì a raffica con domande generali fino a quando arrivò ad una che attirò la mia attenzione. < Allora Tom dimmi un po', sappiamo tutti che hai la dote da playboy no?> rise < Beh se vogliamo chiamarla così va bene> disse Tom facendo lo strafottente. < Insomma, volevo chiederti se per ora avessi trovato una ragazza o comunque se qualcuna in particolare ti avesse colpito> concluse. < Delle ultime ragazze che ho "provato" non mi ha colpito nemmeno una, ma sapete tutti che io sono io tipo da una botta e via eh> disse arrogante sottolineando la parola "provato" ridendo. Il pubblico cominciò a ridere e vidi Bill girarsi verso di me con affare dispiaciuto.

Ribollivo dalla rabbia, gli avevo dato tutto, era la mia prima volta e lui si è sentito in dovere di strappare anche l'ultima cosa che mi rimaneva. Sono stata una stupida ad aver creduto che fosse cambiato e per una cosa come quella di perdere la verginità non si può tornare indietro.

Mi alzai e senza dire nulla uscii dagli studio, chiamai un taxi e tornai. Le lacrime rigavano il mio viso e pian piano i miei occhi cominciarono a gonfiarsi.
Il telefono squillava interrottamente, messaggi da parte di Gustav, chiamate di Bill e Georg: tutti che si preoccupavano tranne lui.

Ciao a tutti! Ecco il capitolo 12, fatemi sapere come sempre se vi è piaciuto tramite i commenti e i voti❤️. Vi avviso che i prossimi capitoli saranno movimentati e ci sarà un salto temporale che onestamente a me piace già tanto come lo sto immaginando. Ciauuu🪼

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