La luce entrava dalla finestra mettendo in risalto la pelle brillante il ragazzo accanto a me che dormiva ancora beatamente a petto nudo. Bill a quanto pare durante la notte assunse la posizione più strana che potesse per dormire e questo mi fece scappare una risatina. Il braccio di Tom avvolgeva ancora saldamente il mio bacino da non farmi muovere, così mentre aspettavo che si svegliasse cominciai a sfiorare i suoi rasta ed accarezzare il suo viso facendo scorrerei le mia dita su di esso. < Davvero bello> pensai.
Dopo una decina di minuti decisi di cercare di svegliarlo per poi andare a svegliare il gemello. <Tom> dissi sussurrando < Andiamo Tom, sono le 10. Dobbiamo tornare in Germania>. Le sue pozze color nocciola si scontrarono con le mie... certo che, in quegli occhi potevi proprio perderti eh. Mi rivolse una smorfia assonnata e senza alcuna emozione disse <Giorno>. Destabilizzata da quel comportamento decisi di passarci sopra, magari era ancora stanco. Andai a svegliare Bill, ma questa volta in un modo più movimentato rispetto al fratello. Gli saltai addosso cominciando a cospargerlo di innocui baci sulle guance e in un men che non si dica mi sfoggiò uno dei suoi migliori sorrisi < Buongiorno anche a te Ester, "dormito" bene?> mi chiese facendo il segno delle virgolette alla parola "dormito". Mi abbassai al suo orecchio < Tornati devo raccontarti qualcosa> gli dissi per non farmi sentire da Tom. Quest'ultimo infatti, mentre sistemava le ultime cose da mettere in valigia mi lanciò uno sguardo infastidito forse dal mio atteggiamento un po' troppo confidenziale assunto per il fratello.
A turno ci cambiammo tutti e tre, andammo in cucina per aspettare gli ultimi due dormiglioni Gustav e Georg. Il tragitto per l'aeroporto fu silenzioso, le dita del chitarrista strusciavano fastidiosamente sul sedile della macchina facendomi innervosire e ogni tanto lo vedevo gettare alcuni sguardi su di me senza proferire parola.
[...]
Erano esattamente le 15 e la casa deserta significava solo una cosa: gli zii non erano ancora tornati. <Finalmente a casa> bofonchiai tuffandomi come un sacco di patate sul letto. Il comportamento di Tom era strano, gli avrei lasciato solamente qualche giorno per elaborare l'accaduto, ma alla fine avrei avuto una risposta, pur di strappargliela dalla bocca. Il telefono si illuminò: Georg.
Devo ammettere che mi ha strappato un sorriso e mi ha distratto da tutto, a volte mi chiedo come facciano ad essere odiati da alcune persone... cioè sono così carini! Ok forse anche un po' schizzati come Bill ma sono troppo premurosi. Magari Tom non si mostra come tale, ma sotto sotto lo sanno tutti che è un tenerone. Gioca a fare il tosto che non è. Ha avuto un'infanzia difficile con Bill: bullismo, molestie, prese in giro... insomma tutto e di più. Quando bill mi raccontò quell'episodio alle piscine mi stravolse, erano così piccoli ed innocenti e il mondo una vera merda. Il fatto che si sentissero se stessi vestendosi, truccandosi e avendo quei lineamenti apparentemente femminili alla gente non piaceva. Tanto scandalo per dei semplici ragazzini che volevano semplicemente vivere la loro vita in sana tranquillità.
Poggiai la testa sul cuscino aspettando di prendere sonno nonostante l'orario. Mi giravo e rigiravo sulle lenzuola, avevo bisogno di parlare con qualcuno della notte scorsa. Subito mi ricordai di Bill così presi in fretta e furia le scarpe e dei vestiti a caso
precipitandomi alla porta d'ingresso dei ragazzi.
Le mie nocche non fecero nemmeno tempo ad appoggiarsi sulla loro porta di casa che Bill aprì trascinandomi dentro. < Ma che sei pazzo?! Mi stavi spiando?> strillai non appena entrai. < Può darsi, ma ora muoviti che devi dirmi fin troppo> protestò. Percorremmo le scale per il piano di sopra ed è lì che lo vidi, nelle sua camera intento a provare con la chitarra. Visibilmente concentrato non si accorse quando passai accanto alla sua stanza per dirigermi in quella del fratello. Il corridoio comprendeva 5 porte, intuibilmente dai poster che ognuna aveva appeso mi fiondai in quella di Macky con "Leb die Sekunde" ( Vivi il secondo) il suo motto.
< Nessuno uscirà vivo da qui> dissi prima di prendere un bel respiro, chiudere la porta della camera.Ciao a tutti! Sono sempre io, Giada. Allora questo capitolo è un po' corto, ma comincerò a pubblicare più spesso (se i miei impegni e la mia fantasia me lo permetteranno). Come sempre vi prego di farmi sapere se vi è piaciuto 🙏🏻🪼 Preparatevi per i prossimi capitoli che saranno abbastanza movimentati😵💫 Ho cominciato ad aggiungere anche qualche chat buffa ahaha, anche per questa novità fatemi sapere se ne vorreste di più.
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AUTOMATIC OR NOT?
Fiksi PenggemarEster, una ragazzina di 16 anni dopo la morte di sua madre per colpa di una malattia dovrà fare ritorno in Germania a Magdeburgo e andrà a stare come esattamente 5 anni prima con gli Zii. Gli Zii però abitano in un quartiere abbastanza tranquillo se...