"DON'T LET MEMORIES GO"

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Il locale era ancora vuoto, fin quando sentii il tintinnio del campanellino sulla porta e molteplici passi espandersi nella stanza. Senza girarmi pronunciai < Buongiorno, come posso aiutarvi?>. Silenzio totale, così mi girai e lì notai tutti e 4 in piedi con occhi sbarrati. <Ragazzi... è chi penso  che sia?> BILL? Che cazzo ci faceva lì?
< BILL?> esclamai.
<ESTER?> urlò più forte di me < Sei veramente tu?> finì. < In carne ed ossa> dissi entusista. Il fatto di averli rivisti dopo 4 anni mi sconvolse... so che me ne ero andata incazzata anche con loro, ma d'altronde la mia incazzatura era rivolta verso Tom. 

Gustav si era tinto i capelli, Georg aveva cambiato un po' lo stile, mentre Bill e Tom avevano cambiato completamente il loro look. Bill non portava più i soliti capelli e Tom non portava più i dreadlocks, ma bensì delle treccine nere... mi pare si chiamassero "cornrows". Rimanevano tutti e 4 comunque belli.

Gustav mi corse incontro avvolgendomi in vita le sue braccia <Non sai quanto mi sei mancata>  mi confessó all'orecchio senza farsi sentire. <Anche tu Gus> aggiunsi ricambiando l'abbraccio ormai con le lacrime agli occhi. Ammetto che mi erano mancati, anche se non avrei voluto rivedere quel deficente di Kaulitz... intendo il chitarrista tra i due  ovviamente. <Pensate di non darmi nemmeno un abbraccio?> mi rivolsi ora a Bill e Georg ancora impalati davanti la porta. <Oh mio dio!> scleró Bill prima di correre verso di me e prendermi in braccio. Era alto 1 metro e 92 centimetri e stare in braccio a lui sembrava di trovarsi sulla vetta di una montagna. Mi scappó una piccola risatina quando mi mise a terra e passai a Georg, ancora intento a realizzare la cosa. Riuscii a vedere dietro di lui Tom grattarsi la nuca imbarazzato dalla situazione. Mi staccai dolcemente dall'abbraccio di Georg e gli occhi di Tom si scontrarono con i miei. Gli rivolsi una semplice smorfia che lui ricambiò, troppo orgoglioso per scusarsi o rivolgermi la parola dopo l'accaduto.

<Ehm, so che può sembrarvi strano ma... sì, lavoro qui, abito qui a Milano e convivo con il mio ragazzo> spiegai tutto ad un fiato. < Uh, finalmente hai trovato la persona giusta Ester, sono contento> mi rispose Georg. Gli rivolsi un sorriso a 32 denti, ma quando mi riconcentrai sul brano che ancora regnava in sottofondo nel locale mi incupii.

Bill, come al solito afferrò il mio comportamento e mi prese in disparte mentre gli altri si accomodarono in un tavolo nell'angolo del bar. < Forse mi vorrai uccidere per aver pubblicato "Automatic" e "Automatisch", ma è stato più forte di me Ester. Quella sera le tue parole mi colpirono così tanto che hanno rimbombato nella mia testa per giorni fin quando non ho deciso di traformarle in una canzone per trasmettere tutto il tuo dolore ai nostri fan. Mi dispiace se questo magari ti ha infastidito ma, non vederti per 4 anni ha fatto male a tutti... e quando dico tutti... sì, intendo anche Tom, il fratello apparentemente senza cuore. Se mi credi non è uscito dalla sua stanza per minimo 2 giorni, non voleva parlare con nessuno e si è rifiutato di mangiare> mi raccontò. Sembrava come avesse voluto dirmelo da sempre, ho visto da subito il suo bisogno di sfogarsi con qualcuno su questa vicenda ed è per questo che non ho mai smesso di volergli bene. Ammettiamolo tutti! Bill è e sarà sempre il solito Bill.

< Non scusarti, questo tuo modo di esprimerti nelle canzoni l'ho sempre ammirato e con il tempo ho capito di averne anche io bisogno, infatti sto frequentando da 3 anni un corso di musica.. anche se devo concentrarmi su questo lavoro  per aiutare il mio ragazzo Aaron> ammisi rassegnata. < Per quanto riguarda tuo fratello ho cercato di voltare pagina, anche se quel che è fatto è fatto. È ancora il solito stronzo orgoglioso e se vuoi saperla tutta da quanto fragile ero, avevo cominciato a tagliarmi.> dissi sottovoce.    < Ogni volta che mi guardo le cosce o i polsi mi sembra ancora di rivivere quella sensazione di dolore e delusione mischiati insieme. > conclusi.

Non disse nulla. Si limitò a guardarmi e tuffarsi tra le mie braccia. Il suo silenzio mi aveva già fatto capire tutto. <Dai forza, devo tornare al lavoro, a quando pare sarete voi gli unici miei ospiti speciali in questi giorni> dissi ridendo.

Spazio autrice

Ciao a tutti! Ecco qui il quindicesimo capitolo. L'ho pubblicato un po' presto rispetto le altre volte, ma ho voluto farmi perdonare per i capitoli corti precedenti, che ne pensate? Fatemelo sapere nei commenti e votando❤️ Grazie🪼

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