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Miguel's Pov

"Lyla, mi stai ascoltando?"

"Certo, Miguel. Sono in modalità registrazione."

"Mmh..." La ispeziono da testa a piedi.

Lyla, l'olo-segretaria che gestisce il mio appartamento, è seduta su una seggiola e tiene in mano un blocchetto per gli appunti su cui fa finta di scrivere.

"Dicevo solo che è da un po' che non aggiorni il tuo diario." Dice lei, guardandomi con quella sua solita espressione monotematica, ma che per qualche motivo mi tranquillizza.

"Già, beh... Era il momento." Mi sfilo la maglietta del costume e tolgo anche i pantaloni. "Ti stavo raccontando del Downtown... Dov'ero rimasto?"

"A quando quello strano tizio ti ha rapito."

"Ah, sì... Vulture..." Mi massaggio una spalla. "Quel cannibale pazzo..."

Cambio stanza. Appallottolo la tuta, che ormai è divenuto il mio outfit ufficiale per il ruolo di Spiderman e la getto nella cesta dei panni sporchi.

"Hai detto che ti ha portato nel suo covo segreto, dove, dopo essere svenuto, ti sei risvegliato in una cella."

"Esatto..." Mi guardo sovrappensiero allo specchio del bagno. Avrei proprio bisogno di radermi. "Quando uno scagnozzo è venuto a portarmi da mangiare ho abbattuto la porta, poi sono andato direttamente dall'Avvoltoio, che mi ha chiesto di aggregarmi alla sua cricca di Freaks... Ah, intanto prepara un bagno, Lyla."

"Certo, Miguel."

Mi osservo, un po' girando su me stesso e un po' scrutando l'immagine riflessa. Ho diversi lividi ed ematomi violacei, ma so che andranno via velocemente. La rigenerazione del ragno con cui mi sono fuso geneticamente è davvero comoda in questi casi.

"Abbiamo combattuto..." Mi appoggio al bordo del lavandino col fondoschiena e incrocio le braccia al petto. "Quel pennuto sotto steroidi ha detto di essere il frutto di un esperimento dell'Alchemax..."

"Com'è successo?" Domanda Lyla, seduta sul bordo della vasca che si sta riempiendo con acqua calda.

"Non ne ho idea..." Mi strofino il mento con le dita. Percepisco l'inizio della barba che fa attrito sui polpastrelli. "...Ma quando ho rifiutato la sua offerta, mi ha minacciato di mangiarmi vivo e, sai, ho pensato fosse meglio lottare per la mia sopravvivenza."

"Ottima scelta."

Mi avvicino alla vasca piena d'acqua e chiudo il rubinetto.

"Sapevi che nel Downtown c'è ancora la Cattedrale di San Patrizio?"

"No, Miguel." Mi guarda sorridente. "Non lo sapevo."

"Beh, siamo finiti a picchiarci persino lì dentro... Padre Jasmine non è stata molto contenta. Mi sdebiterò con lei prima o poi, magari aiutando con le riparazioni..." I miei occhi scendono su quelli ambrati di Lyla, che mi fissa innocentemente. "...Ti dispiace? Vorrei un po' di privacy..."
"Sono un'intelligenza artificiale, Miguel."

"Non mi va lo stesso. Esci almeno mentre mi spoglio del tutto."

Lei si alza ed esce dal bagno come le ho detto. Così, mi tolgo anche l'intimo e mi immergo nell'acqua calda. Una sensazione paradisiaca per il mio povero corpo dolorante, mi ci voleva proprio.

"Adesso puoi tornare qui, Lyla..." Appoggio la nuca sul bordo della vasca e le braccia pure. "Ma stai laggiù." Fermo la ragazza prima che si possa avvicinare troppo e lei obbedisce.

So che non è reale, ma non mi sento a mio agio con qualcuno che mi fissa mentre faccio il bagno.

La donna con il vestito svolazzante si siede sulla cesta dei panni che le ho indicato e accavalla le gambe con eleganza.

Hogar  || Miguel O'HaraxOC ☽Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora