Chance

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Io e Makura atterriamo sul tetto del palazzo e ci allontaniamo dal cornicione per non essere fissati dalla famiglia della ragazza.

"Come mi hai trovato?" Chiede lei ancheggiando davanti a me.

Gli abiti che indossa, notevolmente differenti da quelli che utilizza per oscillare tra i grattacieli, mostrano con facilità le forme del suo fisico. Detto questo, sono grato di aver fatto un secondo tentativo con il siero che sto testando per sopprimere gli ormoni in eccesso. Non m'importa degli effetti collaterali, almeno stavolta voglio poter parlare con questa donna senza alcuna distrazione.

Ho passato due cazzo di settimane a non riuscire ad avvicinarmi a lei senza pensare all'accaduto su quella diamine di scrivania nel laboratorio clandestino e ogni volta la situazione finiva per degenerare.

Almeno questa volta voglio essere lucido al cento per cento... Anche se equivale a non poter vedere Dana fino a che non avrò smaltito completamente il prodotto chimico.

"Difficile non notarvi." La seguo a passo disteso. "Siete un bel gruppo."

La vigilante fa una piroetta sul posto e mi sorride da sotto la sciarpa sfilacciata.

"Anche questo è vero..." E si volta di mezzo giro per tornare a passeggiare in tondo. "Di cosa volevi parlarmi? Immagino abbia a che fare con il nostro ultimo incontro..."

Dritta al sodo, eh?

"Deduzione esatta." Mi fermo e appoggio le mani sui fianchi. "A essere onesto, volevo ringraziarti."

Ora è lei che arresta il suo vagabondaggio.

"Pure?" Mi guarda stupita. "E per cosa?"

"Per avermi fermato..." Ho in mente questo discorso da due settimane, tuttavia mi risulta ugualmente difficile esprimermi in modo esplicito. "Hai tirato in ballo la questione della mia fidanzata."

"Oh..." La bionda abbassa gli occhi a terra. "È la cosa più efficace che mi sia venuta in mente per mettere fine a tutto..."

"Ha funzionato però." Faccio spallucce, guadagnandomi le sue iridi chiare addosso.

"Non l'ho fatto per te." Dice seria.

...Molto seria.

"Mi sembra di essermi già scusato più di una volta..." Sospiro, cominciando già a irritarmi. Non farmi pentire di essere venuto fin qui per dimostrarti la mia gratitudine, eh!

"Lo so." E lei torna a fissare in basso. "Non te ne faccio una colpa. Eravamo entrambi fuori di testa..."

Perché adesso sento un pizzico di afflizione nel suo tono?"

"Avresti potuto approfittarne." Inclino il capo d'un lato. "Ma non l'hai fatto. Volevo ringraziarti di questo."

Lei esita. Esita in silenzio e mi esamina da dietro la sua spalla, da cui intravedo a stento la sua iride che spicca tra le ciocche dorate e la pelliccia del cappuccio nero.

"Non c'è di che!" Scrolla le spalle e mi viene incontro. "Se proprio vuoi saperlo, quel momento mi ha fatto vincere una scommessa con Jennifer! Beh... Anche se lei nega di aver perso." Mi sorpassa e sento il suo profumo nel naso.

È piacevole da annusare senza sentirmi infoiato come un riccio.

La guardo sedersi sul bordo di tegole, appoggia i palmi sulla superficie e osserva il panorama.

"Che scommessa?"

Il mio interrogativo la fa visibilmente irrigidire. Poi, scuote la testa sogghignando.

"Credo che non te lo dirò mai, Spiderman..." Mi rifila un'occhiatina tagliente. "Sono cose tra me, la mia amica e i piatti da lavare."

La sua espressione è sottile, liquida come il mare e con gli zigomi alti come una gatta ruffiana.

Hogar  || Miguel O'HaraxOC ☽Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora