Essential

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Gente. Canzoni di Isomen a bomba per questo capitolo, dico solo questo. Buona lettura, malandrini ❤️


Sono immobile. Non riesco a muovere un muscolo.

Lei invece è lì, in punta dei piedi sul davanzale della finestra aperta. La tela delle converse lilla è tutta tirata per la tensione della posizione, le ginocchia piegate allargano il tessuto della calzamaglia che le fascia le gambe, mentre il giaccone stretto in vita lascia scoperta la zona lombare.

"Mi hai sentito?" Makura sogghigna arricciando la bocca rosea in una smorfia seducente. "Chiudi bene la porta." E balza in bagno senza invito, agitando i capelli e assottigliando quegli occhi liquidi su di me.

Non so come reagire. Non riesco a pensare e non sono in grado di fare nulla, se non di deglutire a denti stretti.

Lei schiocca la lingua sul palato e mi viene incontro ancheggiando.

"Ti sei rammollito per caso?" Si avvicina facendo un pelo al mio naso con il suo, tant'è che sono costretto ad appiattire la schiena contro il muro per non far aderire i nostri corpi. "O forse è proprio il contrario...?" Alza un sopracciglio rifilandomi uno sguardo provocante e che mi dà un brivido lungo la spina dorsale, come se mi avessero gettato addosso un secchio d'acqua gelata.

Iniziare la conversazione con una simile allusione non mi aiuta per niente!

La sua mano arrossata dal freddo mi sorpassa e gira la chiave per farle risuonare un secco CLACK nella serratura.

"Così va meglio..." Sussurra a pelo sulle mie labbra, facendomi sentire un aroma aggiuntivo al tipico profumo di orchidea che la perseguita ovunque vada.

È vino.

Avrà bevuto...? È per questo che si trova qui?

"Non si ringrazia più per i favori?" La ragazza si finge offesa e sculetta via per tornare alla finestra. "Ho faticato come una matta oggi, non sai che stanchezza! New York è troppo grande!" Mugugna chiudendo l'anta aperta.

La sua ultima frase è accompagnata da una debole condensa di fiato vicino al vetro freddo, invece io sono del tutto spaesato. Non riesco a non ispezionare ogni centimetro del suo corpo, così suadente e così allettante, che si allunga sulla maniglia per serrare la finestra.

Scommetto che si sta chinando in quel modo perché sa che la sto guardando.

Non so cosa dire davvero. Ho talmente tante domande da farle che non so come spezzare il mio silenzio.

"Come mai non hai più la tua solita parlantina?" La donna si volta verso di me appoggiando il fondoschiena e i palmi sul bordo del lavandino.

Mi studia attentamente. Scarica il peso su un piede per esporre il fianco opposto su cui poggia la mano per stuzzicare la trama della gonna a scacchi.

Cazzo, è sexy.

"Sarà perché oltre questo muro c'è la mia fidanzata?" Finalmente riesco a prendere parola.

Non che mi mancasse il coraggio, ma questa stasi mentale mi ha bloccato completamente le corde vocali, come se avessi un macigno che ostruisce la trachea.

"Come hai trovato questo appartamento?"

Lei fa una risatina impacciata.

"Ti ho seguito, idiota..." I suoi zigomi arrossati si alzano e gli occhi sono così lucidi da potersi sciogliere. "In che altro modo avrei potuto fare se no?"

Il suo atteggiamento mi disorienta... E sento troppe emozioni contrastanti.

Sono felice che stia bene, che si sia ripresa e tutto il resto, ma... Non so se sia di buon auspicio che lei sia qui, ora, in questo stato... E lo stesso vale per me, che indosso solo un mero accappatoio.

Hogar  || Miguel O'HaraxOC ☽Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora