Hypnosis

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Rientro nel mio appartamento che sono stanco morto.

"Lyla, prepara un bagno..." Mi levo la maschera e tiro un sospiro di sollievo.

"Certo, Miguel." La donna olografica mi viene incontro ancheggiando sensualmente. "Ci sono dei messaggi per te."

Mi ravvivo i capelli e avanzo in cucina per prendere qualcosa da bere.

"Archivia tutto quello che è da parte di Gabriel, l'Alchemax o mia madre." Tiro fuori dal frigo una bottiglia d'acqua ghiacciata, la stappo e la tracanno senza nemmeno recuperare un bicchiere.

"Ce n'è uno da parte di una certa dr. Carmen Lynch, ma la comunicazione dev'essere stata criptata. Non riesco a decodificarla." Pronuncia bonaria.

Carmen? Ahhh... Quella Carmen Lynch! Ora ricordo... Lavoravamo assieme due o tre anni fa... Poi è stata trasferita dall'Alchemax alla Macroware se non ricordo male.

"Che emozione!" Faccio del sarcasmo staccandomi dal collo di vetro per prendere una boccata d'aria. "Fallo partire." E richiudo la bottiglia asciugandomi il rigo d'acqua fredda sul mento con il dorso della mano.

La mia olo-segretaria obbedisce e... Tutto si azzera.


Non so cosa fosse.

Lo assocerei al suono distorto di una vecchia radio, mescolato allo statico di un apparecchio elettronico e al rumore che farebbero i miei artigli se graffiassi una lastra di metallo.

Non ci vedo più. Né una sagoma né un pensiero.

Mi scivola la bottiglia dalla mano e odo a malapena il frastuono del cristallo che va in frantumi sul pavimento.

"Miguel, il tuo ritmo cardiopolmonare e la tua pressione hanno raggiunto livelli critici. Ti serve assistenza medica? Miguel, rispondi!"

Lyla mi sta chiamando, ma la sua voce è ovattata. Non sono nemmeno sicuro che quello che sta ripetendo sia davvero il mio nome.

"Miguel!"

Non ci sento più. Non riconosco nulla.

Tutti i miei sensi sono coperti da un unico istinto che mi fa riprendere la maschera dal bracciolo del divano e uscire di nuovo di casa, nonostante fossi appena rientrato.

"Miguel, aspetta!"

Non so perché, ma sento di dover tornare nel Downtown.

Dopotutto il messaggio è stato chiaro: devo uccidere il dr. Damian Fawcett.


°°°


Sono confuso. È come se vedessi tutto attraverso una lente appannata.

Sento delle grida...

Mi muovo velocemente, devo concludere il lavoro in fretta.

Sento delle urla...

Non conosco questo luogo. Ha tutta l'aria di essere un vecchio laboratorio clandestino.

Sono ancora più confuso...

Avverto un chiaro impulso omicida nei confronti dell'uomo che ho atterrato, ma non capisco perché io lo stia aggredendo. Questo vecchio si dimena, è disperato e arrabbiato, ma non sembra avercela con me. Sembra più infervorato contro una donna, la sola e altra presenza in questo covo mezzo distrutto.

Lei mi è familiare... Come una vecchia fotografia sbiadita.

Le tubature sono saltate e il pavimento è allagato. Stringo la morsa sul collo di questo tizio che non ho mai incontrato prima d'ora.

Hogar  || Miguel O'HaraxOC ☽Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora