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Candra's pov


Mmmh... Cosa... Dove sono...?

La prima cosa che sento è un dolore penetrante alla testa. Mi avvolge la fronte, contorna le tempie e tamburella l'occipite.

Perché... Perché mi sento così male...?

Vorrei aprire gli occhi, ma sento le palpebre incollate. La bocca è impastata e le orecchie piene di fischi fastidiosi seguiti dai rumori provenienti dal piano di sotto.

Mi sento con il cervello appassito, come fosse un fiore ciondolante nell'acqua torbida del suo vaso.

Tra parentesi, anche il mio corpo dondola come se fossi su una barca ed è una sensazione insopportabile.

Mi sforzo un attimo di più per aprire gli occhi, ma vengo immediatamente abbagliata dal fascio di luce che entra dalla finestra. Mugugno contrariata e rotolo goffamente nella posizione opposta.

Che schifo il sole... Ma dovevo proprio svegliarmi di giorno?!

In contemporanea, odo il suono distinguibile di Jennifer che sale le scale. Apre la porta della mia camera e i suoi passi cauti si avvicinano al bordo del letto.

Respiro il suo tipico profumo di camelia e le sue ciocche morbide mi accarezzano la spalla.

"Candy..." Pronuncia a filo sul mio orecchio. "Sei sveglia?"

Io non riesco a muovere un muscolo e non ho neppure la forza per parlare.

"Mmmh..." Mugolo un verso senza senso, giusto per darle un segno di vita.

"Bene..." Lei si ritira adagio da me.

Non so perché, ma ho come l'impressione che abbia afferrato il bordo delle mie coperte e le stia stringendo con convinzione.

"Fer... Che cosa sta-"

"E allora alzati! Screanzata che non sei altro!!" Urla strattonandomi via le coperte con una collera tale da farmi prendere un fottuto infarto.

La sua reazione improvvisa ha fatto sì che io agissi di puro istinto: mi trovo attaccata all'angolo del soffitto con il cuore a mille, i capelli arruffati sono ricaduti sulla faccia fino a coprirmela quasi del tutto e sono preda di un terrore tale da farmi annaspare a bocca aperta.

"Abbiamo un cazzo di orfanotrofio da gestire, Candra! La vita di questi bambini dipende da noi e tu che fai?! Fai l'adolescente ubriaca che gironzola di notte senza il minimo pudore?!"

La sfuriata della rossa mi disorienta, sento le parole graffiate dalla rabbia, ma non riesco a comprendere appieno il contenuto delle frasi.

"Non possiamo permetterci di fare di testa nostra, brutta cretina!" Insiste, intanto io mi scosto i ciuffi dal viso con ancora il battito cardiaco impazzito, le gambe tremanti e gli occhi spalancati.

"M-Ma io..." E cerco di osservare con più attenzione lei, poi me. "Cosa..." Ho paura ad avanzare la domanda che mi ronza nella mente e mi viene spontaneo incassare la testa tra le spalle per chiedere spiegazioni con una vocina striminzita. "Cosa... Ho fatto...?"

Spero dal profondo che il mio senso di totale smarrimento non la faccia infervorare ancora di più.

La ragazza mi scruta con le mani sui fianchi e le sopracciglia sono così corrucciate da formarle un'evidente ruga al centro della fronte.

"Ma bene..." E incrocia le braccia al petto. "Quindi nemmeno te ne ricordi?!"

Io non posso che fissarla incredula, spaesata e terribilmente esausta.

Hogar  || Miguel O'HaraxOC ☽Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora