Mistake

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Ormai siamo in pieno autunno.

Il fresco comincia a farsi sentire, specialmente oscillando a tutta velocità per i palazzi.

Tra poco dovrò sostituire i pantaloncini con dei collant felpati o finirò per congelarmi le gambe.

Ha piovuto di sopra, a New York. L'acqua che filtra per condotti, increspature dell'asfalto, tubature e tombini giunge qui sotto come una delle cose più sporche in assoluto. Sporcarmi con quell'acqua mi fa ribrezzo.

Così, ho tirato il cappuccio oversize sulla testa e ho infilato i piedi negli scarponi che, per quanto siano scomodi a confronto con le scarpe da ginnastica, proteggono sicuramente più delle converse.

Mi sono precipitata in piazza, proprio di fronte alla cattedrale di San Patrizio. È in corso una rivolta, ma sono arrivata troppo tardi per capirne il motivo d'inizio. Tuttavia, questo non mi ferma dal picchiare tutti coloro che sono inclini a perpetuare la rissa. Credo fosse uno scontro tra bande, ho trovato anche diversi seguaci di Vulture... L'Avvoltoio è più infido di queste luride gocce che cadono dal soffitto di Downtown.

Scocco una ragnatela sulla grondaia di un edificio vicino e spicco il volo per potermene andare, quando la mia attenzione viene catturata da qualcosa di particolare.

Su un tetto vicino, vedo Spiderman.

Sia mai che lui non sia presente quando compaiono i casini in città...

È in compagnia di un tizio dai capelli argentati e che non mi sembra di aver mai visto qua in giro. La cosa più stupefacente è stato vedere quello stesso uomo svignarsela dopo aver salutato il ragno, utilizzando una sorta di portale spazio-temporale-ultra-dimensionale-iper-qualunque-cosa-fosse, per poi saltarci dentro e sparire nel nulla.

Ah.

Beh, adesso credo di averle viste tutte... Proprio come il vigilante con la tutina da esibizionista, che ha appena girato la testa nella mia direzione.

Possibile che debba sempre vederci così bene?!

Lo ignoro e proseguo per la mia strada sparando un'altra ragnatela per allontanarmi da lì. Solo quando atterro sulle scale antincendio di un grattacielo scelgo di fermarmi e proseguire a piedi per quel paio di passi sulla grata di ferro.

Dopotutto il mio sesto senso non sbaglia mai.

Giro su me stessa e incrocio le braccia al petto.

"Non credi che dire a qualcuno di starti alla larga, sparire per dieci giorni e poi inseguirla per sei isolati, possa risultare un po' incoerente da parte tua?" Domando indispettita.

"Non posso darti torto..." Spiderman è appollaiato su una delle spranghe arrugginite che fungono da parapetto. Ha le gambe piegate, le braccia appoggiate alle ginocchia e sta in punta dei piedi con un equilibrio impressionante. "Hai fermato la rivolta davanti alla chiesa... Grazie."

Inarco un sopracciglio e squadro il mio interlocutore con scetticismo.

"Sei così egocentrico da pensare che l'abbia fatto per farti un favore?"

"Certo che no." Lui mostra una serenità flemmatica, non si scompone di mezzo centimetro e mantiene un atteggiamento rilassato. "Ma in quel momento non potevo occuparmi anche di loro. Di fatto, mi hai fatto un favore."

Inclino la testa d'un lato e lo scruto sospettosa.

"Eri impegnato con quel tizio dai capelli grigi? Sembra una persona interessante..."

"Lo è." Annuisce lui. Non ne sono sicura, ma credo gli sia scappato un mezzo sorrisino. "Può spostarsi da una dimensione all'altra. Roba forte, eh?"

Ah. E me lo dice così?

Hogar  || Miguel O'HaraxOC ☽Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora