Cotton snow

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Sento il calore delle labbra di Makura sulle mie. Le mani sono ferme sui suoi fianchi, il suo respiro caldo sul viso è come una fitta in pieno stomaco per me... Soprattutto nel realizzare che lei si è completamente bloccata.

Mi stacco adagio dalla sua bocca schiusa. I suoi occhi sono come topazi celesti... E sono spalancati. Credo abbia persino smesso di sbattere le palpebre.

La fitta allo stomaco si tramuta in una morsa lancinante al petto. È una sensazione che mi devasta e mi suggerisce di indietreggiare per aver più chiara l'espressione dipinta sulla faccia della ragazza. Mi osserva pietrificata, il suo volto pallido è stato avvolto da un rossore che la imporpora fino alla punta del naso.

Le basse temperature di dicembre non hanno mai donato un aspetto così gradevole a una donna.

"Va tutto bene lì?! Rispondi! Se sei svenuta, giuro che ti prendo a sberle!" La voce ovattata proveniente dal telefono nella mano della bionda comincia a dare di matto di fronte al silenzio prolungato della proprietaria del cellulare.

"Io..." E lei balbetta con un filo di fiato.

Non riesce a schiodare l'attenzione da me. Per la verità non so se sentirmi silenziosamente in colpa o chiederle spiegazioni. Tuttavia, temo di dover optare per la prima opzione, visto che è evidente che io mi sia fatto trasportare dal turbine di emozioni, quando invece avrei dovuto dare importanza alle condizioni della compagna.

"Posso?" Domando tendendo la mano davanti a lei.

"C-Cosa...?" Obietta imbarazzata, come se fosse appena stata svegliata da un pensiero pesante.

"Il telefono." Specifico. "La tua amica vorrà sapere dove sei."

La biondina continua a fissarmi esterrefatta, però acconsente. Mi passa l'apparecchio nel palmo e io me lo porto all'orecchio appoggiando il fondoschiena allo stesso muretto su cui è seduta Makura.

"Siamo vicino all'ingresso di Downtown." Spiego con tono freddo. "La tua amica sarà a casa in pochi minuti."

"Almeno tu sembri sobrio!" La giovane dall'altro capo del dispositivo sbuffa stizzita. "Posso sapere chi sei?"

"Un tizio qualunque che ha trovato una ragazza ubriaca davanti a casa..." Evito il suo quesito incantandomi sui deboli fiocchi di neve che si depositano sull'asfalto, per poi scomparire come nulla fosse. "Vado di fretta. C'è altro?"

Lei pare infastidita, ma percepisco il suo ampio sospiro per tranquillizzarsi.

"Non serve che la porti fino a casa." Ribatte dopo qualche secondo di riflessione, facendomi inarcare un sopracciglio di riflesso. "Ti vengo incontro a metà strada, poi la porterò a casa io."

"Sei sicura?" Sono sospettoso, ma lei è convinta.

"Hai detto di essere di fretta. La mia amica ti avrà già causato abbastanza disturbo, perciò farò la mia parte."

La sua opinione mi dà da pensare, ma in cuor mio, sono sollevato. Sono sollevato che la biondina accanto a me abbia una ragazza così fedele al suo fianco.

"Va bene."

E la telefonata si conclude.

Espiro rumorosamente e passo il cellulare alla legittima proprietaria senza guardarla.

"Che cos'ha detto?" La vigilante spezza il silenzio con un'intonazione pacifica.

Ora è di buonumore. Non mi dà nemmeno il tempo di rispondere, che inizia a blaterare appoggiandosi di peso alla mia spalla con la guancia.

"Viene anche Fer con noi...?" Chiede con un tiepido sorriso, approfittando della vicinanza per prendermi a braccetto e accoccolarsi meglio.

Esamino dall'alto la sua testa bionda e spettinata, interrogandomi ancora su come io debba interpretare le sue azioni. Dopo averla baciata mi è sembrata sconvolta, invece adesso mi cerca e appare completamente a suo agio.

Hogar  || Miguel O'HaraxOC ☽Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora