Espionage

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Candra's pov

Si levano le prime luci dell'alba. È presto e fa fresco, sento il venticello che mi solletica l'epidermide sulle gambe nude, così come sulle mani e le guance.

Avrei dovuto portarmi via qualcosa di più pesante? Probabile. Per essere in autunno, la temperatura non è ancora così ostica, ma una felpa o una giacchetta sarebbe stata più che sufficiente per levarmi di dosso questo tedioso strato di pelle d'oca.

Guardo il cielo azzurro, intento a sfuggire dall'abbraccio della foschia lungo l'orizzonte. Le spennellate di tenui sfumature di giallo e rosa filtrano a malapena dalla cortina di nebbia.

È piacevole da osservare e mi mette di buonumore. Non c'è nemmeno troppo rumore, la grande città deve ancora destarsi del tutto dal sonno.

Io non ho dormito affatto invece.

Non ho fatto altro che riflettere sull'accaduto di ieri, sulla strada del ritorno per casa...

Ho passato tutto il pomeriggio ad aiutare Padre Jasmine nelle riparazioni della Cattedrale di San Patrizio, prestando le dovute precauzioni per non far notare la mia presenza a Spiderman, anch'egli lì per lo stesso motivo.

Purtroppo, alla fine è stato inevitabile e mi ha riconosciuto lo stesso a causa dell'intervento di Shatibi.

I bimbi dell'orfanotrofio sanno bene la mia duplice identità, tuttavia non c'è di che preoccuparsi... Salvo qualche distrazione com'è successo ieri. Tutti loro sono consapevoli dei rischi che comporta rivelare questo segreto agli estranei, poiché ciò che successe a Benji è tutt'ora indelebile nelle nostre menti. Benji... Benjamin è stato il primo ragazzino a entrare a far parte della famiglia... Nonché il primo ad andarsene.

Il peso della sua morte mi attanaglia costantemente.

Da quel giorno, le regole sono diventate ferree e io e Jennifer siamo molto severe a riguardo. Per proteggere la nostra casa è necessario essere sempre prudenti.

L'Hogar per noi è tutto.

Dopotutto però, non mi sorprende che i bambini si siano fidati di quell'uomo... Di Spiderman. Avranno visto una persona affine a me o avranno pensato che gli eroi mascherati sono in grado di tener segreta la propria identità, quindi fanno lo stesso anche con quella altrui. Inoltre sta diventando una celebrità sempre più vicina al titolo di paladino della giustizia, quindi avranno dato per scontato non ci fosse niente di male.

Un concetto ingenuo, che ha del tenero però.

"Ehi, tu! Signorina! Non puoi stare là in cima!!"

Ecco, finita la magia...

Mi sporgo col busto per monitorare di sotto, oltre le travi di metallo fino in fondo alle basi del cantiere. Gli uomini con la divisa da operaio sono così piccolini...

"Mi hai sentito?!" Si sbraccia quello con addosso un cappellino giallo di protezione e un grosso megafono. "È pericoloso! In qualunque modo tu sia salita, sta' ferma lì che veniamo a prenderti!"

Sbuffo tra me e me.

È finita la quiete, eh? E io che speravo che salire su una gru fosse abbastanza per stare alla larga da sguardi indiscreti.

Mi alzo in piedi e do un'ultima occhiata all'orizzonte. Il panorama è vasto, pieno di grattacieli alti e moderni. Il cielo è più azzurro ora, sconfinato e mozzafiato. Volano degli uccelli poco più in là e in cuor mio li invidio terribilmente. Loro saranno sempre in grado di risalire, invece io sono costretta a scendere, scendere, scendere sempre più giù ogni santa volta. Per quanto possa tentare di allungarmi verso l'alto, finisco sempre per tornare a fondo.

Hogar  || Miguel O'HaraxOC ☽Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora