XIV

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In quel momento non era più il Remus delle paranoie e delle parole non dette, dell'esitazione e dei dubbi.

Nella sua vita combatteva ogni giorno contro un demone ben più grande, perché quindi avere paura anche di una cosa così semplice come quella?

Avrebbe detto quello che pensava senza preoccuparsi delle conseguenze, di quelle si sarebbe occupato più avanti.

Ora sarebbe stato quella persona che se gli piaceva qualcuno parlava chiaramente, che prendeva tutto quello che poteva. E avrebbe preso tutto ciò che Mimi poteva concedergli, perché lui la voleva.

La desiderava da così tanto tempo che il semplice rendersi conto di avere davvero avuto il permesso di andare oltre fece nascere un sorriso enorme sul suo viso.

Dopo le sue parole infatti Mimi si era allontanata leggermente per guardarlo, gli occhi brillanti di eccitazione, e aveva mormorato: "Dimostramelo"

Non perse tempo: la sollevò da pavimento con facilità, prendendola in braccio, e si fiondò sul suo collo, baciando e leccando la sua pelle liscia fino alla scollatura del vestito.

Nel frattempo allungò una delle mani con cui la stava reggendo verso la sua intimità, spostandole l'intimo da un lato per penetrarla con due dita. Gli sfuggì un mugolio nel sentire quanto fosse già bagnata per lui.

Mimi stava cercando di sbottonargli i pantaloni e raggiungere la sua erezione, anche se con qualche difficoltà visto il modo in cui Remus la stava tenendo impegnata. Aveva iniziato a tendersi tra le sue braccia a causa delle ondate di piacere, ma alla fine riuscì nel suo intento: afferrò il suo membro duro tra le dita e iniziò a pomparlo sempre più velocemente, mentre gli gemeva nell'orecchio.

Quel suono era già diventato il suo preferito, non voleva che smettesse, anzi, voleva sentirla di più: smise di masturbarla solo per penetrarla con qualcosa di decisamente più ingombrante.
La sensazione di essere finalmente dentro di lei lo mandò in estasi.

Prese a muoversi avanti e indietro prima lentamente, godendosi ogni secondo, per poi aumentare il ritmo facendosi prendere dalla foga: la facilità con cui in quella posizione riusciva ad arrivare in profondità, muovendola a suo piacimento per andare incontro alle sue stoccate, era mozzafiato.

Non sentirono il rumore del bussare alla porta fino a quando qualcuno cercò di aprirla, trovando fortunatamente come ostacolo il peso della ragazza appoggiata proprio in quel punto.

"Mimi, dannazione!" urlò qualcuno dall'altro lato.

Remus ebbe la decenza di rallentare per permettere alla ragazza di riprendere fiato e rispondere: "...Evan! Sto... bene... ah!" le tappò la bocca con una mano. Aveva rallentato ma non aveva la minima intenzione di fermarsi, nemmeno se ad interromperli fosse stato Silente in persona.

"Certo che stai bene! A meno che non stavi urlando perché il tuo amico sta cercando di ammazzare pure te... ma visto che hai risposto, ne dubito!"

Remus aveva smesso di ascoltarlo, troppo distratto da Mimi che cacciava gli occhi al cielo, con ancora la sua mano premuta sul viso per impedirle di fare rumore, dopo che aveva centrato un punto particolarmente sensibile.

"Ah, per la cronaca, anche quell'idiota di Mulciber sta bene!" continuò Evan.

"Peccato" si fece scappare Remus e lo sguardo della ragazza scattò subito su di lui.

"Mettimi giù" disse sottovoce, scostandosi appena.

Oh no no no no ti prego no, non adesso

Esitò, ma lei lo fulminò con gli occhi e non ebbe molta scelta.

Palam et clam - Remus LupinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora