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Trovarono un posto tranquillo per parlare in un'aula deserta: la ragazza disse di chiamarsi Grace, di essere una Corvonero e di frequentare il secondo anno.
Spiegò di essere anche lei un lupo mannaro e di aver riconosciuto subito il loro odore.

Tenendosi a distanza di sicurezza da Mimi proprio per evitare di farsi distrarre da quest'ultimo, Remus pensò che erano ormai trascorsi diversi giorni da quando aveva smesso per primo di prendere la pozione, così domandò: "Se te ne sei accorta subito, come mai hai aspettato per venire a parlarci?"

Grace sembrò presa in contropiede: "Ecco io... all'inizio, quando eri solo tu, non riuscivo nemmeno ad avvicinarmi, mi... intimorivi" confessò imbarazzata.

Remus strabuzzò gli occhi, mentre Mimi scoppiò a ridere.

Si indicò ironico con entrambe le mani "Io? Sul serio? Ma se é lei la Serpeverde scorbutica!"

"Ehi, bada a come parli!" lo minacciò allora la ragazza, scaraventandogli contro un soprammobile.

Quella scenetta sembrò divertire Grace e metterla più a suo agio.
Raccontò loro di come fossero difficili per lei le notti di luna piena e di come non sapesse ancora come gestire tutto quel dolore: spiegò tra i singhiozzi di aver ricevuto il morso solo un anno prima, di essere stata spedita a Hogwarts dai suoi genitori per liberarsi del problema, di non poter tornare a casa nemmeno per le feste.

Remus iniziò a sentirsi male per la ragazza: lui nemmeno ricordava il momento in cui venne morso, era troppo piccolo. Ma Grace lo ricordava eccome, e avrebbe dovuto superare tutto quanto da sola, senza neanche il sostegno dei suoi genitori. Voleva aiutarla e consolarla, ma non riusciva a trovare le parole adatte.

"Io avevo sette anni" Mimi parlò al posto suo "Venni attaccata di notte, nel mio letto. Uccise i miei genitori... e per poco anche me"

Sollevò la camicia per mostrare la pancia: una grossa cicatrice era ben visibile appena sotto il seno, i segni dei denti sembravano ancora freschi dopo tutti quegli anni.

"All'inizio non riuscivo nemmeno a guardarmi allo specchio, ma dopo un po' impari a conviverci... ad andare avanti. Non ti dico che sarà facile, non lo sarà mai... ma non sei da sola" concluse a bassa voce.

Tutti loro affrontavano ogni giorno i propri demoni, ma Remus non immaginava che sotto la sua corazza quelli di Mimi fossero così terribili.
Ora capiva il perché del suo comportamento e perché odiasse l'idea di lasciarsi andare alla sua natura.

Sentì immediatamente un viscerale istinto di protezione nei suoi confronti: non avrebbe più permesso che le accadesse qualcosa di brutto.
Avrebbe voluto trascorrere la vita intera con lei solo per poter curare tutte le sue ferite, per renderla felice, per fare in modo che ogni giorno avesse sempre un sorriso sul viso.

Doveva riuscire a dimostrarle che concedersi un po' di gioia non sempre era un male, ma che anzi, erano proprio le piccole cose che ti permettevano di superare con il tempo quelle brutte.

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Palam et clam - Remus LupinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora