IX

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Trovò Sirius ad attenderlo appena fuori dalla porta del magazzino: "Eccoti qui! Forza torniamo al dormitorio, prima che Gazza sbuchi fuori di nuovo dal nulla... giuro, non so come fa ad essere sempre ovunque quel vecchiaccio"

"Come mi hai trovato?" chiese Remus.

"James" disse semplicemente "Una volta arrivati in camera si era un po' ripreso, meno male aggiungerei, perché si é ricordato di avere la Mappa... ti ha trovato, però non era molto convinto. Ho insistito per aiutarlo ma non me l'ha permesso... tipico di James: mai mettere in dubbio le sue capacità!"

Ascoltò il racconto e subito intuì perché James aveva esitato nel dire a Sirius dove si trovava: non aveva letto solo il suo nome nella Mappa del Malandrino, ma anche quello di Mimi.

Cazzo

"Beh, alla fine aveva ragione fortunatamente" si limitò a rispondere.

Raggiunsero senza intoppi la Sala Comune e, entrando nella loro stanza, fu quasi sollevato nel vedere gli amici addormentati nei propri letti: James non aveva spifferato niente prima, ma magari voleva aspettare di essere tutti insieme per discuterne.

Si cambiò velocemente e si mise a letto, ma la voce del suo amico arrivò alle sue orecchie in un sussurro: "Moony... tutto bene?"

Pregò mentalmente che si limitasse a quella singola domanda, almeno per quella notte.

"Si James..." rispose sottovoce e, quando non sentì nessun altro suono provenire dal letto accanto al suo, aggiunse "...grazie"

Una volta tirate le tende del suo baldacchino, con gli occhi fissi in un punto imprecisato del soffitto, la realizzazione di quello che era successo quella sera lo colpì in pieno.

Avvolto nel buio si lasciò scappare un mezzo sorriso ripensando all'incontro inaspettato proprio con la ragazza per cui aveva un debole ormai da anni.

Aveva avuto mille volte delle conversazioni immaginarie nella sua testa per non trovarsi impreparato, anche se in tutta sincerità dubitava gli sarebbero mai servite, ma di certo non si aspettava che sarebbe andata in quel modo.

Si passò le mani sul viso per scacciare via un'ondata di imbarazzo al pensiero delle sue figuracce. Almeno poteva dare la colpa all'alcol.

Un ricordo più piacevole però si fece strada nella sua mente e il suo cuore riprese a battere veloce: quando erano rimasti bloccati in quello stanzino lei l'aveva guardato in un modo che...Merlino, se non li avessero interrotti le sarebbe saltato addosso.

Tentò di rilassarsi facendo un respiro profondo mentre riportava le braccia in grembo per tormentarsi le dita.

Sentì la tensione con cui ormai conviveva da giorni prendere nuovamente possesso del suo corpo: tutto quel rimuginare non lo stava per niente aiutando, doveva cercare di dormire.

Remus però non riusciva a smettere di pensarci, come non riuscì ad evitare di allungare una mano sotto alle lenzuola, sempre più in basso verso il punto in cui in quel momento sembrava essersi concentrata tutta la sua tensione.

Accarezzò lentamente il rigonfiamento attraverso i pantaloni del pigiama, rimanendo con il fiato sospeso.

Aveva già perso lucidità quando, ormai incapace di trattenersi, la sua mano superò il tessuto e finì avvolta saldamente attorno alla sua intimità, muovendosi sempre più velocemente per inseguire quell'ondata di piacere.

Cacciò gli occhi al cielo reclinando indietro la testa, sforzandosi di non far uscire nemmeno un singolo suono dalla bocca.

L'orgasmo arrivò poco dopo come una benedizione, facendogli serrare la mascella e puntare i piedi sul materasso per trattenersi.

Palam et clam - Remus LupinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora