XIX

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Mimi impiegò qualche giorno a riuscire a stare nella sua stessa stanza: immaginava ci andasse un po' per abituarsi, soprattutto quando era stato tutto così improvviso.

Non che Remus se ne pentisse, sia chiaro: vedere così chiaramente l'effetto che le faceva nutriva enormemente la sua autostima, e ora si sentiva incredibilmente più sicuro di sé.

Ma la ragazza era tenace, ormai l'aveva appurato.

Ebbe la conferma che i "giochi" erano, almeno apparentemente, finiti quando si ritrovò con una bacchetta puntata alla gola.

Quella mattina stava attraversando il corridoio con James e Sirius, diretti alla lezione di Storia della Magia, quando venne spinto contro il muro da una furibonda Mimi.

La sorpresa iniziale sul volto di Remus venne subito sostituita da un sorriso non appena si rese conto di chi avesse davanti.
Sinceramente, arrivati a quel punto, era contento anche solo di essere considerato: che fosse in bene o in male non aveva poi così tanta importanza.

"Buongiorno" esordì tranquillo, come se non si fosse accorto della bacchetta puntata nella sua direzione.

"Taci! Parlo io adesso" sibilò lei con sguardo furente e Remus non poté fare a meno di pensare che anche così incazzata fosse estremamente attraente.

Avevano attirato l'attenzione di alcuni studenti di passaggio, mentre i loro amici erano rimasti a qualche metro di distanza, per niente stupiti da quel confronto: in fondo tutti loro sapevano che sarebbe arrivato quel momento prima o poi, era solo questione di tempo.

"Non so cosa ti sia saltato in mente l'altro giorno, ma giuro sulla mia bacchetta che se ti azzardi un'altra volta a rifarlo ti schianto" lo minacciò "Speravo di essere stata chiara l'ultima volta: non voglio che mi parli, ne che mi tocchi, ne..."

"Ma non ho avuto nemmeno bisogno di toccarti, o sbaglio?" la interruppe allora lui, caricando di malizia ogni parola.

Sentì James e Sirius trattenere una risata, stupiti, e anche un po' fieri, di quel lato di Remus inaspettato.

Prese Mimi in contropiede, ma si riprese in fretta.

"Merlino, quanto ti odio" ringhiò.

Ignorando la pressione della bacchetta sul suo collo, le si avvicinò all'orecchio per sussurrarle:

"Qualcuno una volta mi ha detto che spesso si dice ti odio quando si vorrebbe solamente dire ti voglio..."

Si accorse che la ragazza aveva allentato la sua presa, completamente colta alla sprovvista, così continuò:

"...io invece preferisco dirtelo chiaramente che ti voglio, che desidero solo te da non sai quanto tempo"

Gli occhi di Mimi si sgranarono.

Ma poi, come bruciata, si allontanò di scatto:

"Sai benissimo quello che penso! E qualche trucchetto non cambierà la realtà delle cose, quindi ti ripeto, stammi alla larga... ah, e non azzardarti mai più a chiamarmi bambina" ultimò, riponendo la sua bacchetta.

Prima che però potesse allontanarsi definitivamente Remus ribaltò le loro posizioni, intrappolandola contro la parete, anche se questa volta solo per chiarire:

"Continua pure ad evitarmi e rimanere nelle tue convinzioni, ma con il tempo capirai che ti sbagli... e io sarò qui ad aspettarti, non vedo l'ora bambina"

Se ne andò l'istante successivo, lasciandola stordita e provata in mezzo al corridoio.

Se ne andò l'istante successivo, lasciandola stordita e provata in mezzo al corridoio

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Palam et clam - Remus LupinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora