XXIV

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Remus non era mai stato così felice in vita sua.

Finalmente ogni cosa era al proprio posto: aveva il suo branco, la sua compagna, i suoi amici. Per la prima volta non si sentiva sbagliato, ma in pace con sé stesso e con la sua natura come mai prima d'ora.
Girava per il castello con uno spirito nuovo, completamente appagato e soddisfatto.

Lui e Mimi non avevano reso pubblica la loro relazione: sarebbe stato troppo sospetto frequentarsi alla luce del sole, almeno fino a quando non avessero deciso come ribellarsi alle regole imposte da Silente.

Però se entrava in una stanza, automaticamente i suoi occhi puntavano su di lei come una calamita.

In mezzo alla gente si tenevano a distanza, custodendo il loro prezioso segreto in modo che nessuno si accorgesse di nulla, anche se un occhio attento avrebbe potuto notare gli sguardi, i sorrisi, le carezze di sfuggita.

Era una vera rottura, ma quando erano soli, Merlino, era tutta un'altra storia.

Consumavano quella passione per notti intere, del tutto incapaci di contenere il loro desiderio reciproco. Spesso si presentavano in classe stanchi e indolenziti, rischiando di venire meno ai loro obblighi scolastici. Era semplicemente tutto troppo bello per poterci andare piano, e con tutti i loro impegni, i momenti insieme erano ancora più preziosi.

Quasi un mese dopo Remus si trovava nella sua Sala Comune, accanto al fuoco con i Malandrini. Essendo ormai febbraio inoltrato la mole di studio si era intensificata, e tra compiti e lezioni quella settimana non avevano avuto un solo minuto libero per trascorrere del tempo solo loro due.

Per un motivo o per l'altro anche i loro amici richiedevano la loro presenza, come in quel caso. Remus aveva promesso di dargli una mano con l'ultimo compito di Difesa, ma avrebbe preferito di gran lunga spegnere il cervello tra le braccia della sua ragazza.

Voleva vederla, gli mancava da morire.

Stava cercando con tutte le sue forze di mantenere le dannate facce di Sirius e James sulle loro pergamene, evitando che si distraessero, quando l'ennesimo pretesto per abbandonare lo studio bussò alla finestra, letteralmente.

"Ehi ragazzi, un gufo!"

"...io ci rinuncio!" esclamò Remus sbuffando e lasciandosi cadere all'indietro sullo schienale della poltrona.

Sirius prese la lettera e lesse l'intestazione, dichiarando subito dopo: "Moony é per te, da Mimi"

Scattò immediatamente in piedi per rubargliela dalle mani.

"Ehi!" lo riprese Sirius "Non eri tu che rompevi tanto con storia del nessuna distrazione?!"

Si allontanò leggermente per porter leggere in santa pace, elettrizzato solo al pensiero che lei gli avesse scritto, ma non prima di rispondere: "Quella regola vale per voi! Io il mio compito l'ho già finito, tornate a lavoro!"

Ignorando completamente le loro proteste finalmente si concentrò sulla busta che aveva tra le mani, se si sforzava poteva sentirci sopra il suo profumo.

Domani a mezzanotte, quinto piano.
Ti aspetto...

Mimi.

Il giorno successivo la intravide fuori dalle serre dopo la lezione di Erbologia di Serpeverde e Corvonero, e non resistette alla tentazione di avvicinarsi, incapace di aspettare fino alla sera per averla tra le braccia anche solo per qualche istante.

Era il momento perfetto: la ragazza camminava con Pandora, Barty e Evan nella stradina che collegava le serre dal resto della scuola, in quel momento deserta.

Palam et clam - Remus LupinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora