XVII

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Se Remus aveva anche solo vagamente pensato che il peggio fosse passato, presto capì che si sbagliava di grosso.

I primi giorni furono terribili: riusciva a malapena a stare sveglio, a causa della nausea il cibo non voleva saperne di rimanere nel suo stomaco, aveva male ovunque e non poteva alzarsi dal letto senza svenire l'istante successivo.
Era preoccupato per Mimi, quando era lucido abbastanza ogni pensiero era rivolto a lei: se stava passando anche solo una piccola parte di quello che stava passando lui, si chiedeva come potesse sopportarlo.
Le era sempre sembrata una ragazza forte, ma Remus non aveva mai capito fino a che punto.

Parlare con i professori del loro incontro era fuori discussione: non avrebbero nemmeno dovuto scorrazzare liberamente per la foresta, gli accordi per essere ammessi ad Hogwarts erano stati chiari fin dal primo anno.

Malgrado questo, una mattina tentò di cercarla, convinto che fosse anche lei lì in Infermeria, da qualche parte.
Inutile dire che la sua ricerca non ebbe successo, l'infermiera Poppy lo trovò svenuto sul pavimento un'ora dopo.

Dopo quasi una settimana fu dimesso, ma trascorse altrettanto tempo nel suo dormitorio, senza avere le forze di frequentare le lezioni.

"Come ti senti Moony?" chiese Sirius un pomeriggio, trovandolo sveglio.

"Un po' meglio..." rispose cercando di mettersi a sedere "Sirius... l'hai vista?"

"No, nemmeno lei é ancora tornata a lezione..." gli disse teso "Ecco... sono riuscito a parlare con Pandora, ma non ha voluto dirmi niente"

Remus aveva raccontato ai suoi amici quello che era successo e sicuramente anche Mimi aveva fatto lo stesso, perché ora Pandora si rifiutava di rivolgergli la parola.

Il bisogno di vedere Mimi alla fine lo motivò abbastanza da tirarlo giù dal letto e riprendere le lezioni.
La ragazza fece lo stesso un paio di giorni dopo ma, al contrario, tornò ad evitarlo peggio di prima.

"Devi lasciarmi in pace, ok? Non guardarmi, non parlarmi e soprattutto NON toccarmi" gli sibilò contro una mattina. Remus l'aveva incontrata da sola e aveva insistito per parlarle, cercando istintivamente di trattenerla per un braccio quando lei fece per allontanarsi.

"Merlino, voglio solo sapere come stai! Mi eviti da giorni!" ribolliva di rabbia a causa dei suoi continui rifiuti "Non te ne importa proprio niente? Anche dopo quello che é successo tra noi??"

"Io non ti devo nulla! Dimentica ogni cosa, é stato tutto un grosso sbaglio... se avessi saputo che-"

"Che cosa??" la interruppe furente "Che sono esattamente come te?? Tu dovresti capirmi meglio di chiunque altro! Cazzo, non... non senti che siamo connessi?"

"Ma é proprio questo il problema, non capisci? Niente era reale, era solo il nostro maledetto istinto... sentivo che eri speciale, ma qualsiasi lupo al tuo posto lo sarebbe stato! Non gli darò anche questa soddisfazione... mi ha già rovinato la vita" concluse Mimi ostinata, ormai decisa a portare avanti quella battaglia.

Poteva essere vero? Si era legato in quel modo a lei solo perché era una sua simile?

Passò molto tempo a riflettere sulle sue parole: immaginava che il lupo fosse incline ad una sorta di istinto del branco, quello l'aveva appurato con i suoi amici.
Quando anni prima erano diventati Animagus per trascorrere con lui la luna piena ne aveva subito sentito i benefici, figuriamoci se fossero stati veri lupi.

Sicuramente il loro istinto li aveva avvicinati e condizionava il loro comportamento reciproco, ma non poteva credere che con chiunque altro sarebbe stato lo stesso. Lei era unica.

Purtroppo non avendo mai incontrato qualcun altro della sue specie non aveva metri di paragone, e non poteva provare un bel niente.

Sapeva solo che la desiderava da sempre, e ora ancora di più.

Palam et clam - Remus LupinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora