CAPITOLO 6

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Dopo essermi seduta, Mark mi rivolse un sorriso radioso e appoggiò dolcemente la sua mano sulla mia spalla sinistra; il labbro mi tremò impercettibilmente dal dolore, visto che qualche settimana prima nell'arena mi avevano colpito dolorosamente e soprattutto dal senso di nausea che spuntava ogni volta che un estraneo mi toccata.

Lentamente presi la mano di Mark e la scostai dalla mia spalla senza mai incrociare il suo sguardo, sapevo che con quel gesto lo avevo ferito, e sapevo anche che i sei ragazzi mi stavano lanciando occhiate di fuco nella mia direzione per quel gesto irrispettoso, ma in quel momento non me ne importava nulla e  per dissimulare l'imbarazzo Mark si schiarì la gola "Ragazzi, ho una notizia bellissima da darvi " disse con rinnovato entusiasmo "Mi è dispiaciuto sapere che dopo averle assicurato che nessuno le avrebbe fatto del male, proprio uno dei miei figli, l'abbia attaccata, però spero fortemente che una cosa del genere non ricapiti mai  più" e detto questo lanciò uno sguardo gelido a Cole "Ieri ho ricevuto una chiamata dalla stazione di polizia, mi sono recato subito sul posto e mi hanno informato di una cosa" fece una pausa e poi ripartì " Hanno ritrovato vostra sorella" ci fu un'attimo di silenzio e poi un boato, i sei fratelli infatti avevano incominciato a parlare uno sopra l'altro facendo domande e constatazioni tutte rivolte verso il padre, che li guardava allibito "Adesso state zitti, e lasciate parlare a me" urlò Mark arrabbiato, ma uno dei ragazzi lo interuppe "è per caso lei la nostra sorellina ?" disse in tono interrogativo indicandomi "Sì ragazzi, lei è Andromeda la vostra sorellina" disse  Mark presentandomi .
Silenzio, un silenzio tombale, un silenzio che spacca i timpani, insomma, silenzio; chi mi fissava sconvolto, chi invece sospettoso e chi ancora con sguardo calcolatore "Ragazzi, forza, presentatevi " disse Mark con tono sorprendentemente gelido.

Ma nessuno parlò, tutti mi stavano ancora fissando, e questo non mi piaceva; fregai le braccia da sopra la felpa cercando di scrollarmi di dosso tutti gli sguardi "Visto che nessuno si decide a parlare, te li presento io" disse Devaro per poi lanciargli uno sguardo di rimprovero che mi fece accapponare la pelle "Liam è il maggiore ed ha ventitré anni, il secondogenito Elijah che ha ventidue anni, Cole il terzogenito ed ha vent'anni, Blake il quartogenito di 19 anni e infine i gemelli Adam e Ryan che hanno 17 anni" disse presentandomeli uno a uno indicandoli nel mentre.

Ad un certo punto uno dei gemelli disse "Padre siete proprio sicuro che sia lei? non avevate mica detto che l'avevano rap..." e prima che potesse finire la frase Mark sbatte la mano sul tavolo; terrorizzata sobbalzai sulla sedia e lo fissai " Non è questo il momento Ryan, se vuoi parlare di certe cose, lo faremo in privato più tardi, adesso facciamo colazione" sentenziò chiudendo definitivamente il discorso.

A quel punto mi alzai in piedi di scatto, abbassando la testa affinché nessuno dei presenti potesse scorgere alcuna emozione sul mio volto "Mi vogliate scusare" dissi con un sussurro appena udibile e ignorando il bendidio che era disposto su quella magnifica tavola uscì dalla stanza correndo, cercando di ignorare gli sguardi che mi trafiggevano la schiena.

Pov Mark

Mi sfregai stancamente il volto con entrambe le mani, e scuotendo la testa guardai i miei figli "Mi avete deluso oggi, tutti quanti" dissi in tono neutrale fissandoli uno ad uno negli occhi "Perché vi siete comportati così? E' vostra sorella, per caso l'avete dimenticato?" a quel punto Cole prese la parola "Certo che no padre, soltanto che non ce l' aspettavamo" disse ricevendo mugolii di approvazione "E poi, padre, siamo davvero sicuri che sia lei? e se quei detective ci volessero fare credere che lei è nostra sorella ma in realtà è un'infiltrata?" si intromise Adam "Ragazzi, è nostra sorella" disse il maggiore dei fratelli, Liam; tutti si girarono e lo fissarono sorpresi, me compreso "Come fai ad esserne così sicuro Liam?" chiese Elijah "Io a differenza di voi deficienti, l'ho guardata, e oltre a notare un taglio sul labbro, un ematoma sulla guancia e una cicatrice che gli trapassa l'occhio, ho notato anche che aveva un neo sotto il labbro e anche a qualche centimetro sotto l'occhio sinistro, come la nostra Andromeda" disse con fare risoluto "Caro fratellone, ci sono tantissime altre persone che hanno queste caratteristiche, e non chiamarci più deficienti" disse Ryan con fare provocatorio "Ovviamente ci sono tantissime persone che hanno una voglia a forma di cuore sotto l'orecchio destro, non è così?" e fissò sornione il resto dei fratelli.

Sospirai pesantemente "Vostro fratello ha ragione, e poi, secondo voi l'avrei portata qui se non ne fossi stato sicuro al cento per cento?" dissi esasperato "D'ora in poi comportatevi meglio con lei, e fatela sentire come in famiglia, in questi anni ne ha passate delle brutte" detto questo mi alzai e uscii dalla stanza, cercando di capire dove potrebbe essersi nascosta andromeda.

Pov Andromeda

Corsi a perdifiato verso la mia stanza, ma quando la aprì mi sentì lo stesso soffocare, quindi come una disperata mi lanciai verso l'immensa portafinestra, e la aprì; lentamente il respiro si regolarizzò e il mondo si fece meno sfuocato e soffocante, detti le spalle all'immenso giardino e mi appoggiai alla ringhiera; dovevo saperlo che sarebbe finita così, anche se una piccolissima parte di me aveva sperato che mi avrebbero accettato, forse così sarei potuta anche essere felice, che illusa che sono, una sciocca che ha letto troppi libri.

Un rumore di passi mi risvegliò dai miei pensieri e vidi Mark che stava facendo il suo ingresso nella stanza. Facendo finta di non averlo visto, sposai lo sguardo su alcune querce lontane; lo sentì sospirare e vidi che pure lui si era appoggiato come me alla ringhiera, e mi fissava intensamente "Mi dispiace Andromeda, vedrai che andrà meglio, i ragazzi ora hanno la certezza, che sei la loro sorellina" a queste parole feci un risolino derisorio "Andromeda, cara, devi capirli, hanno vissuto fino adesso con la certezza che tu fossi morta, e all'improvviso scoprono che sei viva" disse Mark in tono calmo e gentile "Capirli, non sono io che ho vissuto in un fottuto castello con tutti gli agi del mondo, e dovrei essere io a capirli?!" sbottai esasperata dalla situazione "Ovviamente hai ragione" disse abbassando la testa poi il suo sguardo si illuminò "Che ne dici di andare a fare shopping con i tuoi fratelli per conoscervi meglio?" girai la testa verso Mark fissandolo con occhi tra lo schifato e l'impaurito "Non crederai mica che continuerai a indossare quei vestiti che ti sei portata?" mi domandò scioccato "E perchè no?" domandai a mia volta sfidandolo con lo sguardo.

Mark si coprì la bocca cercando di mascherare una risata, ma invano, aprì la bocca, offesa e  incrociai le braccia al petto mettendo il broncio; perfetto adesso mi stavo comportando come una bambina di sei anni "Scusami, ma eri troppo tenera, non ho potuto farne a meno" e mi sorrise "Comunque, adesso ti farò portare la colazione in camera, ti farai una doccia rilassante e oggi pomeriggio andrai con i tuoi fratelli a fare shopping, e non accetto un no come risposta".


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ciao a tutti, spero che questo capitolo vi sia piaciuto, anche perchè facile, non è stato; riuscirà la nostra Andromeda ad adeguarsi alla nuova, numerosa e ricchissima famiglia? lo scoprirete solo leggendo.

Alexa 💙

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