CAPITOLO 21

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Ero sul mio balcone, a fissare il maestoso giardino che si trovava sottostante; mi sentivo svuotata, persa e confusa, perché quella sera avevo provato così tante emozioni, da confondermi.

Avevo capito, che il passato, mi avrebbe perseguitata per sempre, e che aver cambiato ambiente e vita, non avrebbe cambiato me stessa o fatto sparire le cicatrici che deturpano il mio corpo; lentamente, toccai la cicatrice che attraversava l'occhio, intimidita dal suo ricordo e dalla persona che me l'aveva procurata "Perché!Perché!Perché!"sussurrai, mettendomi le mani tra i capelli per poi appoggiarmi alla ringhiera "Non ne posso più" dissi con le lacrime che minacciavano di scendere; all'improvviso come un fulmine a ciel sereno il volto sorridente e malizioso di Dmitriy apparve nella mia mente, stroncando sul nascere l'attacco di panico, che stringeva, come una morsa, la mia mente; era stato gentile, premuroso, mi era stato vicino e mi aveva protetto, mentre dormivo, dai demoni che mi perseguitavano. Ancora assonnata, mi trascinai senza forze, nella cabina armadio e dopo essermi cambiata mi buttai nel letto.

Mi svegliai riposata, con il sole che entrava nella stanza, illuminando tutti gli angoli bui, che la sera prima mi avevano perseguitato "Svegliati, pigrona!" urlò Cole entrando nella stanza, e sbattendo la porta contro il muro "Cole!" urlai sorpresa, mettendomi seduta sul letto "Ma sei cretino o cosa? Mi hai spaventata" dissi facendo alcuni respiri profondi "Tranquilla sorellina, sono venuto a prenderti per fare colazione" e con un sorriso poco rassicurante mi alzò di peso dal mio comodissimo letto "Ho sonnoooo!!" urlai dimenandomi "Per caso, vuoi tirarmi un altro calcio nei miei gioielli di famiglia?" chiese Cole con sorriso beffardo, e arrossì così violentemente che per poco non presi fuoco "Cole, non ti conviene sfidarmi, sai di cosa sono capace" dissi sorridendo "Ne sono assolutamente consapevole" disse cole ; in un secondo mi ritrovai a testa in giù, a mezzo centimetro dal sedere di Cole "Ma la smettete di trasportarmi ovunque come un sacco di patate?" urali cercando di tirargli un calcio in faccia "Delivery Andromeda è pronta alla consegna" urlò Cole dirigendosi verso la sala da pranzo.

Erano tutti lì, e appena fui entrata nella stanza, vidi che stavano cercando di trattenere le risate, ovviamente con scarso risultato "Cole, per favore, lasciala giù" disse Mark nascondendo un piccolo sorriso dietro un'enorme tazza di caffè. Infuriata e umiliata, mi sedetti velocemente al mio posto "Cosa fate oggi ragazzi?" chiese Mark alzando lo sguardo in direzione dei gemelli "Abbiamo una sorpresa per la nostra sorellina" disse Adam facendomi l'occhiolino "Per me?" chiesi tra i colpi di tosse, appoggiando il succo d'arancia che stavo bevendo "Si, zuccona" disse Ryan facendomi la linguaccia "E di cosa si tratterebbe?" chiese Mark con un sopracciglio alzato, preoccupato dallo sguardo malandrino dei gemelli.

"E' una sorpresa" ripetè Adam incrociando le braccia al petto "Non ti fidi di noi, papà?" chiese Ryan, facendo il finto offeso "E' ovvio che non mi fidi di voi, con tutte le volte che vi siete messi nei guai, sarei un pazzo a non preoccuparmi" disse Mark riponendo la tazza sul ripiano del tavolo "Non preoccuparti papà, non metteremmo mai in pericolo Andromeda". Dopo aver finito di fare colazione, andai in camera, mi lavai i denti, indossai la tuta e aspettai che i gemelli mi chiamassero; non avevano aggiunto più nulla dopo l'interrogatorio di Mark, a parte di fare in fretta e vestirmi in modo comodo.

Sentí bussare, e un momento dopo entrarono i gemelli, con sguardo raggiante "Siamo venuti a prenderti sorellina" dissero in coro, prendendomi uno da un braccio e uno dall' altro per scortarmi nell' enorme garage "Perché siamo qui?" chiesi guardandomi attorno, non ancora abituata a tutto quello sfarzo "Oggi.... Rullo di tamburi..." disse Adam, mentre Ryan faceva il suono dei tamburi "Ti insegneremo a guidare!" E mi sorrisero raggianti "Io? Guidare? Ma voi vi drogate" dissi scuotendo la testa "Non me l' aspettavo da voi, mi avete deluso" e incrociai le braccia al petto "Primo, non ci droghiamo, , secondo, oggi imparerai a guidare" disse Adam, spingendomi verso un' auto che si trovava in fondo al garage ; non sembrava un' auto costosa, ma neanche da 4 soldi, era un' auto perfettamente normale "A provarla, usciamo di fuori?" chiesi speranzosa.

Non ero uscita quasi mai, a parte la volta in cui ero scappata e quando siamo andati alla casa dei genitori di Dmitriy "No, Mark c'è lo ha proibito" disse Ryan, guardando tutto al di fuori che me "Per caso ha paura, che scappi!?" ringhiai, stringendo convulsamente le mani "Non è per quello, è solo che in questo periodo, è troppo pericoloso uscire" disse Adam lanciando uno sguardo criptico al fratello "Allora!" Disse Ryan battendo forte le mani, per distrarmi dalla situazione che si stava creando "Cominciamo?!".

Lo ammetto, faccio piuttosto schifo . Quando ero alla "Tana" l' unica cosa in cui dovevo essere brava ed eccellere, era combattere e sopravvivere, nient'altro; non avevo coltivato altre passioni a parte leggere, e quindi sapere, e soprattutto vedere che non ero brava in nulla a parte procurare morte e dolore, mi faceva molto male. Ci trovavamo nell'enorme vialetto che si trovava davanti alla villa e i gemelli, da circa un'ora stavano cercando di insegnarmi le basi, ma invano "Stai tranquilla Andy" disse Adam, dopo l'ennesima sbandata "è la prima volta che la guidi, è normale non essere perfetti" disse Ryan con il fiato corto.

Nell'ultima mezz'ora avevano rischiato di morire almeno un centinaio di volte "Non ce la farò mai, faccio schifo" dissi esausta, lasciando cadere violentemente la testa sul volante "Imparerai, dovevi vedere Elijah quando stava imparando a guidare, se si rasava i capelli si trasformava in Vin Diesel " disse Adam. Scoppiammo tutti a ridere, mentre fredde gocce di pioggia colpivano rumorosamente il vetro dell'auto "Sarà meglio rientrare, prima che ci ammaliamo tutti" dissi scendendo dalla macchina per mettermi dietro, sul sedile posteriore.

Appena entrammo nel garage e fummo scesi dall'auto, il cellulare di Adam suonò "Si?.. Adesso? ...Va bene, arriviamo" rispose Adam, per poi chiudere la chiama "Ryan, dobbiamo andare, c'è una riunione" e si scambiarono un altro sguardo criptico "Che tipo di riunione?" Chiesi, curiosa del loro improvviso cambio di comportamento "Non preoccuparti sorellina, è una cosa di lavoro" disse ryan, usando il suo solito tono dolce. E dopo che entrambi, mi ebbero dato un bacio in fronte, si fiondarono fuori dal garage. Ero troppo curiosa per non seguirli, e dopo che li ebbi visti girare l'angolo, cominciai a pedinarli; li seguì lungo i corridoi, cercando di fare meno rumore possibile, mentre i gemelli confabulavano, a bassa voce, tra di loro.

A un certo punto mi bloccai, riconoscendo la strada che portava al lungo corridoio buio, in questo momento, illuminato, grazie alla luce che usciva dalla porta socchiusa della stanza blindata, dove i gemelli vi entrarono; voci maschili e gemiti di dolore, uscivano soffocati dallo spiraglio, riecheggiando debolmente nel corridoio.

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Ciao a tutti, è un pò che non pubblico, ma si sa, la scuola è il peggior nemico di tutti, almeno per me. Nel prossimo capitolo succederà una cosa in aspettata, secondo voi, cosà sarà?

Alexa 💙


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⏰ Ultimo aggiornamento: Nov 02 ⏰

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