CAPITOLO 17

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Dopo la graditissima visita del signorino, che mi ha causato diversi attacchi cardiaci, e un forte astio nei suoi confronti, mi incamminai verso la camera di Liam; 10 minuti prima una cameriera mi aveva informato che mi stava aspettando, cosí dopo essermi sbollentata un pó decisi di andare.

Quando mi trovai davanti alla porta bussai tre volte, e dopo qualche secondo, la voce profonda e roca di Liam mi disse di entrare; la camera era bellissima, arredata sui toni scuri del grigio e del nero "Ciao Andy" disse lui alzandosi dalla scrivania, per stringermi a lui amorevolmente "A cosa devo questo abbraccio?" dissi affondando la testa nel suo petto, inspirando profondamente il suo costosissimo profumo da uomo "Sono solo MOOOLTO contento che la mia sorellina stia bene" disse sottolineando la parola molto con un sorriso raggiante, che lo faceva sembrare un 15 enne; sentendo un inspiegabile cambiamento d'umore da parte di Liam alzai la testa,e con mia grande sorpresa notai che la mascella di lui era contratta in una morsa quasi sicuramente dolorosa "Stai bene ?" chiesi staccandomi da lui per guardarlo bene negli occhi "Non tanto" disse lui sedendosi sull'enorme letto king size rivestito di un soffice copriletto nero pece "Ho quasi visto la mia sorellina, venire uccisa" il suo sguardo era pieno di dolore, un dolore che in vita mia non avevo mai visto, neanche negli occhi di mamma, la stessa che aveva abbandonato Mark e i miei fratelli, per rifugiarsi da John.

Il fatto di vederlo lì, con i capelli spettinati, la camicia sgualcita e lo sguardo triste, mi fece stare male, non un male fisico, ma mentale "Per fortuna, sto bene" dissi appoggiando delicatamente una mano sulla spalla cercando di risollevare il suo umore.
Dopo qualche minuto di silenzio, dove lui fissava assorto il pavimento ed io guardavo fuori dall'enorme vetrata, Liam improvvisamente parlò "Andromeda, potresti dirmi dove hai imparato a sparare ed a usare il coltello in quel modo?" mi chiese impiantando i suoi occhi color miele fuso cosí caldi, amorevoli, ma al contempo penetranti, come se volessero guardarti dentro, nei miei; con un sussulto notaio che aveva gli stessi occhi di nostra madre.
A disagio mi mossi sul letto, innervosita dalla piega che stava prendendo la conversazione "Non mi va di parlarne" dissi fredda "Perchè no?" insistette lui feroce "Perché fa parte del passato, e parlarne mi fa male, tanto male" dissi alzandomi dal letto.

All'improvviso sentì il suo braccio stringere il mio, non in una morsa dolorosa, ma piú che altro disperata "Io, cioè.. noi , possiamo aiutarti, ti vogliamo bene e cercheremo sempre di proteggerti" disse lui, che a quel punto si era alzato; subito notai che mi sovrastava di 30 centimetri buoni "Anche dal tuo passato! Ma per farlo, dobbiamo sapere" disse lui alzando una mano, pronto a darmi una carezza sulla testa.
Prontamente la schivai, allontanandomi di qualche passo da lui "Perché mai, dovrebbe interessarvi del mio passato! Adesso sono qua con voi !!" urlai infuriata, uscendo dalla stanza, sbattendo con forza la porta, decisa ad allontanarmi da quella sensazione di pressione.

Dopo la sfuriata verso Liam, mi ero rifugiata nel giardino vicino al magnifico laghetto di carpe Koi,lo stesso dove avevo passato la serata prima che la sparatoria avvenisse; stanca di tutto mi sdraiai tra l'erba verde e morbida.
La primavera stava arrivando, portando con sé il profumo dell' erba e delle piante che stavano per sbocciare,e una leggera brezza scompigliava le chiome degli alberi rendendomi leggera e libera.

"Non piangere" disse Alina con voce dura, cercando di scrostare il sangue ormai secco dalla mia tempia "Ho paura" dissi stringendomi le gambe al petto, tremando dalla paura "Colin, è cattivo!" Urlai lasciandomi cadere dagli occhi lacrime amare "Potrebbe chiedere qualsiasi cosa!!! Qualsiasi!!" dissi disperata "Lo so" rispose lei "Ma questo comportamento non migliorerá la tua situazione" e detto questo si alzò buttando a terra lo straccio insanguinato.
Sapevo di aver esagerato; ad Alina non piacevano le frignone.
Quel giorno avevo combattuto contro Colin ed avevo perso.
Il fatto che piú mi mandava in panico era che mi avrebbe potuto chiedere qualsiasi cosa ed io avrei dovuto accettare; il solo pensare a questo mi faceva girare le budella nello stomaco.
All' improvviso la porta si aprí facendo entrare una striscia di luce nella stanza stanza semibuia ,e subito riconobbi l' orribile figura di sir Vinnie "Andromeda, vieni con me "

Mi svegliai di soprassalto, ansimante e sudata; ci misi un paio di secondi per capire che ero in una camera da letto e sforzando leggermente gli occhi, cercai di vedere nel buio che impregnava la stanza.
Sentì un movimento alle mie spalle, e girando leggermente la testa, vidi Liam che rigirava tra le lunghe e flessuose dita una ciocca dei miei capelli "Cosa stavi sognando? mi chiese lui fissandomi dritto negli occhi "Niente,non ricordo" e mi sorpresi nel vedere che un' ombra oscura aveva preso il sopravvento del suo sguardo, come se non mi trovassi davanti a mio fratello, ma ad una pantera pronta ad azzannare la sua preda "Mi dispiace" dissi cercando di rimediare al danno che avevo fatto "Non fa niente" rispose lui sorridendo gentilmente "Cosa ci faccio qui?" Chiesi accoccolandomi comodamente nel letto, che era caldo e morbido "Ti ho vista andare al laghetto, e ho deciso di seguirti" rispose lui imbarazzato dal suo comportamento "Poi ti sei addormentata, ed ho pensato che saresti stata piú comoda in bellissimo letto a king size, con il tuo fantastico fratello" e rise stringendomi ancora di piú a se; restammo cosí, sdraiati sul letto, in silenzio per un tempo indefinito, finché Liam parlò "Come ti sei fatta questa cicatrice?" Chiese lui sfiorando con la punta delle dita lo sfregio che passava per il mio occhio .

Odiavo quella cicatrice, e odiavo ancora di piú parlarne; era uno di quei ricordi che ti fanno pensare a quanto brutto sia il mondo e le persone che ci abitano.
Un brivido mi salì lungo la colonna vertebrale al solo pensare di dover raccontare quell' orribile vicenda "Liam, ne abbiamo parlato anche prima! non sono pronta, e non so se lo sarò mai " dissi cercando di mantenere la calma "Andy asc.." disse lui, venendo subito interrotto da un mio gemito disperato "Perché se io riesco a convivere con questo, tu non puoi farlo? Non lo capisco!" e mi alzai ancora una volta dal suo letto, infuriata con lui, e con la sua voglia di aiutarmi "Tutti abbiamo dei segreti, e certe volte devono rimanere tali" e detto questo me ne andai dalla stanza.


Pov Mark

"Si... non mi interessa, sono stati loro a .... No certo che no... è fuori discussione !" Misi giú la chiamata strofinando delicatamente le tempie sentendo che un principio di mal di testa mi stava per arrivare; il fatto che alcuni dei miei uomini erano misteriosamente scomparsi senza lasciare nessuna traccia, mi faceva pensare all' inizio di una guerra tra famiglie, uguale a quella di 13 anni fa.
All'improvviso mi ritrovai davanti Andromeda, con i capelli scompigliati e la faccia rossa dalla rabbia "Andromeda, cosa succede?" Dissi fermandomi di fronte a lei "Niente" rispose secca, cercando di superarmi "Insisto che tu mi dica perché sei uscita arrabbiata dalla stanza di Liam" e la guardai, irremovibile "Forse questa domanda dovresti farla a tuo figlio, visto che gli piace tanto dare inutilmente aria alla bocca" e come una furia se ne andò via dal corridoio.

Sconcertato dal suo comportamento, mi fiondai nella camera di Liam, che si trovava sul bordo del letto con la testa tra le mani "Liam cos'è successo con Andromeda?" Dissi incrociando le braccia al petto.
Per un paio di secondi rimase fermo, in silenzio, poi con lentezza esasperante, alzò la testa "Gli ho fatto alcune domande sul suo passato e ha reagito male quando ho insistito" e abbassò ancora una volta la testa tra le mani "Perché l' hai fatto? Avevamo detto che avremmo aspettato!" Dissi scuotendo la testa "Lo sò, ma in quel momento mi sembrava così tormentata, e io volevo aiutarla, volevo sconfiggere i suoi demoni" disse lui alzandosi dal letto per alzare le tapparelle e aprire la portafinestra; capendo lo stato d'animo di mio figlio lo raggiunsi sul balcone che si affacciava sul maestoso giardino che sua madre, aveva creato con tanto amore "Ad Andromeda, non serve il principe azzurro che la salvi dal drago" dissi appoggiandomi alla ringhiera "Le serve qualcuno che la sostenga e che le sia sempre affianco, che la ami e che le voglia Bene" e mi girai per guardarlo dritto negli occhi "Addesso mi odia, e non mi vorrà piú parlare" disse sospirando, sconsolato.

Il suo comportamento remissivo nei confronti della sorellina, mi fece scoppiare a ridere "Non preoccuparti, troverai sicuramente un modo per farti perdonare"

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Ciao a tutti come state?lo sò che è  passato tanto tempo dall' ultimo aggiornamento, ma la scuola mi distrugge ogni spazio libero che ho.
Spero proprio che questa estate riuscirò ad aggiornare moooolto piú spesso.

Alexa 💙

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