CAPITOLO 19

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Dopo aver percorso la stradina che portava alla villa, scendemmo dall' auto e cercai Liam con lo sguardo che non venne ricambiato.
Per un secondo mi sentii in colpa; Liam sembrava attraversato dal senso di colpa, come lame ardenti che trafiggevano il suo corpo "Andromeda?" Chiese Mark vedendomi ferma nel vialetto "Arrivo" dissi per poi avviarci verso la porta d'ingresso che immediatamente venne aperta "Mark! che piacere rivederti" disse Artyom stringendo con enfasi la mano dell' uomo "Anche per me è un piacere" disse Mark sorridendo "Ragazzi, ogni volta che vi vedo diventate sempre grandi" e sorrise, per poi girarsi nella mia direzione "Andromeda, cara, sono contento che ci sia pure te" e con un' altro caloroso sorriso ci invitò in casa.

Anche se era la mia secondo volta che venivo qui, non potei non rimanere estasiata dalla sua bellezza; Artyom ci scortò dall' ingresso verso un ampio salotto arredato con i toni del grigio e del bianco "Siete arrivati!" Disse Vania alzandosi dall' enorme divano colore tortora "Buonasera" disse mio padre, dandogli due baci sulla guancia.
Poi salutò i ragazzi, e infine me "Sono felicissima di vederti Andromeda " e mi abbracciò; lentamente ricambiai, godendomi piú che potevo il calore che emanava quell' abbraccio.

Per quanto tempo avevo sperato che qualcuno lo facesse, che mi portasse via da lì e che mi avrebbe voluto bene per sempre ? Da tanto, cosí tanto tempo che dopo anni, aveva perso il suo significato.
All' improvviso Dmitriy scese dalle scale che collegavano il piano superiore a quello inferiore come un diavolo che scendeva verso gli inferi "Buonasera" salutó lui con un sorriso furbo; era vestito con un dolcevita e dei pantaloni neri, che si abbinavano perfettamente ai capelli corvini facendogli cosí risaltare gli occhi color ghiaccio "Ciao Andy" disse lui mettendosi di fronte a me; gli lanciai un'occhiata infastidita, che in un altro momento l' avrei usata per guardare uno scarafaggio per terra, schiacciato e con tutti gli organi riversi sul pavimento "Non è stupenda stasera Dmitriy?" Chiese sua madre facendo l'occhiolino nella mia direzione.

Lentamente Dmitriy mi prese la mano e come la prima volta che ci eravamo incontrati la baciò; un fuoco di vampò in me facendo arrossire dalla testa ai piedi "Si, stasera sei bellissima" e detto questo, mentre gli altri venivano scortati in sala da pranzo, lui si chinò al mio orecchio "A dir la verità, sei sempre bellissima, mio fiocco di neve" e dopo avermi lanciato uno sguardo seducente seguí gli altri.

La sala da pranzo era uno spazio ampio, piú piccolo del nostro ma ben illuminato da luci fredde; era arredato con un lungo tavolo in stile moderno "E Daniil dov'è?" Chiesi sedendomi tra Mark e Liam, con mio grande disappunto "Lui arriverà tra qualche minuto, ma possiamo già accomodarci" disse Artyom con un leggero fastidio nella voce "La smetti di metterti di fronte a me ogni volta?" Domandai a Dmitriy; con la coda dell' occhio vidi Liam che lo stava scrutando intensamente, come a scoprire i suoi più oscuri segreti "Oh scusa non l' avevo proprio notato" disse lui ridendo, sedendosi comunque.

"Buonasera gente!" urlò Daniil entrando nella sala da pranzo "Sei in ritardo" disse Vania infastidita dal comportamento "Mi perdoni genitrice, ma sono stato trattenuto" e guardò il fratello che scosse impercettibilmente la testa "Sbrigati a sederti" disse Artyom contrariato.
La cena fu piacevole e il cibo era buonissimo ma soprattutto costosissimo; questo mi fece ricordare i tempi in cui non avevo niente, in cui ero costretta a fare cose orribili per sopravvivere e riuscire a mangiare qualcosa di decente.

All'improvviso mi venne il voltastomaco; pensare a tutti quei ragazzi che erano ancora intrappolati in quella prigione, a soffrire a dover lottare per la propria vita, mentre io ero qui a mangiare cervo o caviale, che probabilmente avrebbe sfamato centinaia di ragazzi "Scusate, posso sapere dove si trova il bagno?" chiesi interrompendo un monologo sulla nuova Lamborghini che era stata regalata ai gemelli "Si,certo è al piano di sopra... stai bene cara?" chiese Vania con sguardo preoccupato "Certamente" dissi per poi salire al piano superiore; camminai nel lungo corridoio costeggiato da una moltitudine di porte e altri corridoi fino ad arrivare alla porta del bagno.

Respirai a fondo cercando di riprendere il controllo; non volevo e non dovevo essere debole perché in questo mondo di persone cattive che approfittano dei più deboli, dovevo essere forte.
Le immagini frastagliate dell'arena e delle punizioni che ricevevo quando perdevo, piombano all'improvviso nella mia mente, come fulmini a ciel sereno.

Seguivo sir Vinnie lungo il corridoio che mi avrebbe portato nella sala delle penitenze, li Matty mi avrebbe distrutto sia fisicamente che mentalmente; avevo perso brutalmente contro di lui la sera prima e adesso stavo per attraversare l'inferno, il mio inferno "Avrei voluto punirti io stesso" disse lui passandosi la la sudicia lingua sulle labbra screpolate "Ma purtroppo non posso, ordini dall'alto" e mi spinse brutalmente nella stanza, dove Matty mi stava aspettando "Ecco qua la nostra piccolo e dolce Andy" Disse lui alzandosi dal divano di pelle; nel frattempo Sir Vinnie aveva chiuso la porta, togliendomi l'ultima via di fuga "Hai paura?" chiese lui con un sussurro che mi fece accapponare la pelle "Fai bene, andy" e detto questo si tolse la maglia, mettendo in mostra gli addominali scolpiti e la vita stretta, segno di un duro allenamento "Ora comincia il divertimento"

alzando lo sguardo dal lavabo mi scontrai involontariamente con il mio riflesso; ritraeva una ragazzina spaventata, debole, fragile, e costantemente perseguitata dal suo passato doloroso e tormentato "Fiocco di neve stai bene? chiese la voce ovattata di Dmitriy da dietro la porta "Si, adesso esco" e dopo essermi guardata per l'ultima volta allo specchio, sbloccai la serratura e uscii dal bagno.
All'improvviso mi ritrovai sepolta, tra gli enormi pettorali di dmitriy "Ops" dissi balzando subito all'indietro, imbarazzata "Di la verità, ti è piaciuto!" disse lui maliziosamente facendomi l'occhiolino "Certo che no!" risposi indispettita cercando di superarlo "Aspetta" disse lui afferrandomi per un braccio; subito mi districai dalla sua presa per poi allontanarmi di qualche passo da lui "Cosa c'è?" chiesi stancamente.
L' unica cosa che volevo fare era tornare a casa e chiudermi nella mia stanza, nell'oscurità piú totale, per rimanere con me stessa e pensare.

Lo sguardo ferito di Dmitriy mi fece sentire un pochino in colpa, ma subito, prima che potessi dire o fare qualcosa, venne rimpiazzato da un sorriso dolce e comprensivo "Seguimi" disse semplicemente, guidandomi verso una delle porte che si trovavano nel lungo corridoio "Andromeda, benvenuta nella mia stanza" e si fece da parte, così che potessi entrare.

La stanza era ampia, più grande della mia e sui toni del nero; il letto,l'armadio e il divano davanti al letto erano di un' oscurità penestrante, intensa, mentre il resto era più un grigio scuro "Per caso ti piace il nero?" chiesi facendo un piccolo sorrisetto "Da cosa l'hai capito?" chiese lui sorridendo raggiante, probabilmente contento del fatto che era riuscito a togliermi, almeno un pochino,dal mio stato di apatia "Non só, cosí" e senza chiedere il permesso mi lascia andare sul letto king size del mio ospite "Cavoli, è veramente comodo" commendai stiracchiandomi come un gatto "Sono contento, anzi onorato, che sia di vostro gradimento" e anche lui si lasciò cadere con un tonfo affianco a me "Hey, lo vuoi rompere?" Gli chiesi fintamente arrabbiata "No, perché l'unica cosa che voglio, è romperti le scatole" e mi fece la linguaccia.
Non riuscí a trattenere una risata, per la gioia di Dmitriy, che mi fissò intensamente negli occhi "Ti prego non chiedermi niente" sussurrai infastidita "Ok" e si avvicinò a me, cosí da ritrovarci uno di fronte all' altro ; il cuore mi batteva forte, e suoi occhi mi scrutavano come a spogliarmi della pelle per vedere cosa ci fosse dentro di me.

Non dovevo lasciarmi trascinare da queste emozioni, gli uomini sono cattivi e bugiardi, e pensano solo a se stessi, ferendo le persone deboli e con la mente spezzata dalla sofferenza; feci per alzarmi, non volevo restare qui con lui, dove sapevo che i nostri cuori battevano all'unisono traditori, ma Dmitriy, questa volta mi afferrò delicatamente, leggero come i petali di un soffione, una mano "Resta ancora un pochino" Disse in un sussurro, che mi fece tremare da capo a piedi "Riposati" e mi trascinò sul letto, dove ci sdraiammo, l'uno di fronte all' altro.
Avevo sonno, quella cena era stata piú faticosa del previsto e anche se era stato scortese abbandonarla da metà, non me ne pentì.

Prima di abbandonarmi al sonno sentí la voce profonda di Dmitriy dire qualcosa, ma ero cosí stanca che non capí nulla, quindi allo stremo delle forze mi abbandonai al sonno .

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Ciao a tutti, come state? Spero bene.
Só che non è passato moltissimo dall' ultimo capitolo pubblicato, ma ero molto ispirata, quindi perché no? Ho cambiato anche la copertina e spero vivamente che via piaccia, anche perché l' ho fatta personalmente io.

Alexa💙

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