CAPITOLO 10

347 12 0
                                    


Dmitriy mi aveva lasciato addosso una strana sensazione che poche volte avevo provato, e che avevo cercato di sotterrare per proteggere me stessa e gli altri.

Mi alzai dal letto stordita e andai verso il bagno; mi guardai allo specchio notando subito profonde occhiaie violacee che risaltavano a causa del mio pallido viso.

Non avevo dormito molto bene, appena chiudevo gli occhi gli incubi si destavano e mi si attorcigliavano addosso ferendomi e trascinandomi a fondo, nell' oscuritá, facendomi rivivere i ricordi piú strazianti e dolorosi che avevo vissuto; mi lavai la faccia stancamente, per poi avviarmi verso la cabina armadio e prendere una tuta nera e delle scarpe bianche, poi mi avviai giú per le scale in direzione della sala da pranzo.

Purtroppo Ieri il mio tentativo di fuga era stato sabotato da quell' uomo... e che uomo cazzo, ogni volta che ripenso a come mi abbia stretto a lui, e a come i nostri corpi si sono toccati divento improvvisamente rimbambita, ed è per questo che devo trovare il modo per andarmene una volta per tutte senza che ci siano imprevisti.

"Andy perché sei rossa in faccia?" mi chiese Adam avvicinandosi a me, lo guardai spaesata per alcuni secondi, non mi ero accorta di essere arrivata in sala da pranzo "Non è che hai la febbre?" E mi posò delicatamente le labbra sulla fronte; istintivamente mi allontanai ancora più rossa in viso "Stò benissimo, non preoccuparti, stavo solo pensando" e gli sorrisi imbarazzata "Adam non preoccuparti, stará pensando a Dmitriy e a come riuscire a portarselo a letto" disse Cole malignamente ammiccando nella mia direzione.

Ora rossa, ma questa volta dalla rabbia guardai Cole sconcertata e ferita un tempo "Ovviamente, le ragazze appena lo vedono vorrebbero solamente che lui le prenda, ovunque si trovino, e tu, non sei diversa da loro" aggiunse Elijah con cattiveria, guardandomi disgustato.

Corrugai la fronte scioccata, ma come si permettevano quei due viziati "Ma cosa state dicendo? Mi conoscete da solo tre giorni, e questa è l'unica cosa che riuscite a dire di me?" Dissi avvicinandomi pericolosamente a Cole puntandogli un dito contro "Posso dire quello che voglio, e non sará una sgualdrina a farmi la predica" rispose Cole alzando di qualche ottava la voce.

A quel punto non ci vidi piú dalla rabbia e gli tirai un pugno in pieno viso; Cole cadde a terra sbalordito, Elijah urlò, invece Adam alzò la testa e mi guardò, calcolatore "Tu... tu non sai chi sono io, o cos'abbia passato in tutti questi anni.... Non hai assolutamente il diritto di dirmi chi o cosa sono" e mi allontanai tremante e disgustata "Tu non puoi capire, hai vissuto in una cazzo di villa per tutta la tua vita!! Non hai dovuto lottare per niente!!! Non hai mai dovuto sopravvivere" dissi chiudendo gli occhi e prendendo un profondo respiro "Comunque va bene, alzo le mani al cielo, me ne vado" gli detti le spalle e mi allontanai da quei ricconi viziati, uscendo dalla porta principale incamminandomi verso l'enorme cancello in ferro battuto.

Sentì delle voci dietro di me che urlavano, ma io non mi voltai, ero ancora arrabbiata con il mondo intero e con me stessa per aver fatto capire a tutti quanto in realtà fossi debole "Andromeda, fermati!!" urlò una voce; ovviamente da brava ragazza non gli diedi ascolto anzi, corsi a perdifiato riuscendo a raggiungerlo.

Mi guardai attorno, indecisa sul da farsi "Andromeda!! fermati!!" disse nuovamente "Che stai facendo? torna indietro" disse ancora la voce in tono preoccupato; solo a quel punto mi decisi a girarmi così da capire chi potesse chiamarmi così insistentemente.

Mark correva nella mia direzione, con appresso una decina di guardie e 5 dei 6 fratelli; la fiamma che si era spenta alle parole disperate di Mark si riaccese alla vista di Elijah e Cole, mi voltai e cominciai ad arrampicarmi sul cancello "Andy!! per favore scendi!!" sentì urlare Blake, ma purtroppo l'unica cosa che riuscivo a sentire erano le parole cariche di veleno di quei due bastardi che mi rimbombavano nelle orecchie.

Il più velocemente possibile, riuscì a raggiungere la cima del cancello e a calarmi dall'altra parte, balzando giù con un salto; scattai nuovamente in piedi, ritrovandomi faccia a faccia con Mark che mi guardava con occhi ansiosi "Andromeda, perchè lo stai facendo? cos'è successo?" mi chiese afferrando le sbarre e stringendole convulsamente "E' successo quello che sarebbe dovuto succedere" e detto questo mi allontanai spiccando una corsa per non so dove, sapevo solamente che volevo andarmene.

pov Mark

"Lo sò... deve essere fatto " dissi sospirando per poi chiudere la chiamata; purtroppo in quel periodo i carichi stavano subendo delle sabotazioni da parte di alcune bande più piccole, sicuramente sotto l'ordine di qualcuno di molto potente.

All'improvviso la porta si spalancò e un Adam con il fiatone e con gli occhi sgranati fece irruzione nel mio ufficio "Padre,c'è un problema" disse lui abbassando la testa "Andromeda, è uscita di casa, pensavo che stesse andando in camera sua, ma non c'è" e si inginocchio disperato.

Mi alzai in piedi di scatto e corsi giù per le scale chiamando i miei uomini e i miei figli "Andromeda non c'è, si starà dirigendo al cancello" dissi con il sangue che mi ribolliva nelle vene "Non aprite assolutamente il cancello e non fate o dite nulla se non sotto il mio comando diretto" detto questo mi catapultai fuori dalla porta d'ingresso e cercai con lo sguardo mia figlia; la vidi che si dirigeva verso il cancello in ferro battuto "Andromeda, fermati!!" urlai, ma lei non mi diede ascolto, anzi cominciò a correre verso di esso finchè non lo raggiunse "Andromeda!! fermati!!" urlai nuovamente; doveva fermarsi, non poteva uscire dalla proprietà da sola "Che stai facendo? torna indietro" a queste parole si girò verso di me, fissò la folla di persone al mio seguito e poi cominciò ad arrampicarsi fino ad arrivare alla cima, per poi lanciarsi giù con un salto sorprendentemente atletico.

Velocemente raggiunsi il cancello e mi ritrovai faccia a faccia con lei "Andromeda, perchè lo stai facendo? cos'è successo?" chiesi preoccupato e confuso stringendo le sbarre come se avessi voluto piegarle in due "E' successo quello che sarebbe dovuto succedere" disse lei neutrale dandomi le spalle e correndo sulla strada.

All'improvviso presi il cellulare "Andromeda è scappata, dovrebbe essere sulla tua strada, trovala e portala qui" e senza aspettare risposta, chiusi la chiamata, mi passai la mano tra i capelli e sospirai.

pov Andromeda

Correvo a perdifiato senza meta, non sapevo neanche in che paese mi trovavo, e non avevo neppure un cellulare; dopo circa una decina di minuti, sentì un rumore di automobile che mi si avvicinava velocemente.

Mi voltai, e subito riconobbi la persona al volante di una Ferrari nera nuovo modello; mi guardai attorno senza smettere di correre, cercando una via di fuga, ma invano.

Poi, all'improvviso mi sentii afferrare per un braccio e venni trascinata nell'auto.

------------------------------------------------------------

Ciao a tutti, sono tornata con un nuovo capitolo (dopo tanto tempo), a causa di alcuni problemi, ma da adesso cercherò di aggiornare più spesso.

Chi pensate sarà questo sconosciuto che ha preso la nostra protagonista? Lo si saprà solo leggendo il prossimo capitolo.

Alexa💙

FIGHTDove le storie prendono vita. Scoprilo ora