CAPITOLO 7

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Mark aveva proprio ragione, non aveva accettato un no come risposta  e aveva anche mantenuto la parola, mandando nella mia stanza un vassoio colmo, ma che dico stracolmo di pietanze; dopo aver mangiato a sazietà, per mantenere sempre in forze e vigile il mio corpo, mi sono diretta verso la porta del bagno.

Aprí la porta del box doccia e accesi l'acqua, rendendola piú fredda possibile; la preferivo cosí perchè l'acqua fredda avrebbe lenito anche solo per pochi minuti i dolori che affliggono il mio corpo. Nel frattempo scrutai i vari flaconi che erano stati disposti dentro una nicchia nel muro per nasconderne la vista e con grande sorpresa vidi che il doccia schiuma lo shampoo e il resto dei recipienti era al cocco; le lacrime mi salirono agli occhi minacciando di uscire, ma mi trattenni; quando ero piccola la mamma mi comprava ogni cosa fatta di cocco e mi diceva che gli piaceva abbracciarmi solamente per annusarmi e io ogni volta mettevo il broncio. Purtroppo quando è morta John non mi aveva curato piú di tanto ed è stato ancora peggio alla tana.

Scacciai tutti i pensieri cattivi con un gesto della mano e entrai in doccia, poi mi lavai e uscii mettendomi un accappatoio bianco e soffice intorno al corpo, mi avvicinai all' enorme specchio attaccato alla parete e vidi il mio riflesso;  avevo una brutta cera, e non parlavo della cicatrice in faccia, del labbro e della guancia, ma delle innumerevoli cicatrici e ferite che facevano capolino dalla pelle scoperta  e no dall'accappatoio; durante gli anni passati con John e alla tana, mi avevano marchiata indelebilmente come una bestia da macello, non me ne vergognavo particolarmente ma ogni volta che le vedevo potevo sentirne il dolore ancora impresso in esse.

Uscí dalla stanza e per poco non mi trattenni dall' attaccare l'intruso con un pugno in piena faccia, per poi accorgermi che si trattava del maggiore, Liam "Scusa" disse distogliendo lo sguardo "Non volevo disturbarti, ma sono venuto per darti questi" e mi porse dei vestiti, lentamente mi avvicinai e li presi; si trattava di un jeans da donna e una magliettina a mezze maniche, alzai gli occhi nella sua direzione incrociando lo sguardo di lui "Mi dispiace ma non posso indossare quella maglietta" e gliela porsi.
Per quanto bella fossa e per quando l'avrei voluta indossare, non potevo mostrare le mie cicatrici, loro per me erano degli sconosciuti, e lo sarebbero rimasti, visto che stavo pianificando di fuggire il piú presto possibile "Non capisco, non ti piace, ne vuoi un'altra?" Mi chiese sorpreso Liam "No, fa niente, metterò il mio maglione" dissi nella speranza, di fargli capire che non sarebbe servito insistere "Va bene, comunque sono venuto anche a dirti che dopo pranzo andremo a fare compere" e detto questo si congedò dalla stanza.

Due ore dopo

Dopo pranzo come promesso, i 6 ragazzi mi stavano aspettando per andare a fare shopping. Senza dire una parola ci dirigemmo verso il garage, e per poco non mi cadde la mascella dallo stupore; in fila uno dietro l'altro, c'erano una ventina di auto di lusso, che passavano dai colori neutri a quelli piú sgargianti, a interrompere lo shock fu la voce di Adam "Andromeda questo è il nostro garage" disse lui con un sorriso a 32 denti "Ma va, non l'aveva capito" disse Ryan con tono da attaccabrighe, incominciarono a bisticciare "Smettetela voi due, e sbrigatevi a scegliete un'auto" disse Cole in tono gelido, mentre parlava con Blake e Elijah, abbassando di qualche tono la voce affinché né io né i gemelli potessero sentirli.

Portando la situazione a mio vantaggio mi guardai intorno, scorgendo i gemelli prendere da una cassetta nascosta sotto uno degli degli innumerevoli quadri attaccati alla pareti un mazzo di chiavi, proprio quello che volevo sapere; nel frattempo Blake mi si era avvicinato "Andromeda, tu andrai con Liam e i gemelli, noi altri andremo con un'altra auto" disse rigidamente, per poi avviarsi verso i fratelli.
Dopo un viaggio abbastanza breve ma silenzioso arrivammo davanti al centro commerciale, e mi accorsi che tutti gli sguardi erano puntati su di noi, o almeno, sui miei fratelli; non potevo negare che erano bellissimi, nei loro completi di marca, ultra costosi.

Mi sentivo a disagio, non avevo mai girato per i negozi facendo shopping come se fosse il mio primo pensiero, pensai sarcasticamente; girai davanti alle vetrine per una buona mezz'ora finché una mano si posó sulla mia spalla, immediatamente afferrai il polso dello sconosciuto e lo torsi; subito mi accorsi che era Elijah, lo mollai e mi allontanai di qualche passo "Scusami, non volevo, mi hai colto di sorpresa" dissi in tono di scuse "Ma che cazzo, ma sei scema?" mi urlò contro il ragazzo avvicinandosi con fare minaccioso "Calmati fratello, non l'ha fatto apposta" disse Liam allontanando Elijah da me "Andromeda, vuoi che ti aiutiamo noi a trovare qualcosa? che genere di vestiti preferisci?" Mi chiese con un sorriso "Io.... Mi vanno bene delle tute" e detto questo mi infilai nel primo negozio che trovai a tiro.

Dopo un pò di tempo uscì dal negozio e con occhi spalancati fissai i ragazzi; avevano almeno una decina di borse di marche di lusso a testa in mano e mi sorridevano, almeno quasi tutti "Abbiamo preso un paio di cosette, quando andiamo a casa le provi e vedi se ti vanno bene, senó le riportiamo indietro" detto questo ci avviamo verso le auto con ancora tutti gli sguardi puntati addosso.

Quando fummo tornati a casa i ragazzi mi aiutarono a portare tutte le borsa in camera mia per poi salutarmi e uscire; il piano di Mark non aveva funzionato granché, l'unica conversazione decente che abbiamo avuto è stata quando ho quasi rotto il polso di Elijah; sospirai stancamente e mi diressi verso il mucchio di borse che aspettavano soltanto di essere svuotate.
Provai i vestiti che i ragazzi mi avevano preso, e notai che non c'erano solo tute, ma jeans, magliette, gonne, pigiami, praticamente di tutto, pure accessori per capelli, trucchi, gioielli e biancheria intima; riddacchiai all'immagine di un Cole selvatico che entrava in un negozio di biancheria intima.
Mi guardai allo specchio con cornice in mogano e per la prima volta dopo tanto tempo mi trovai carina; indossavo dei pantaloni di jeans scuri e un maglioncino color beige chiaro con degli orecchini a cerchio d'oro.

Mi tirai uno schiaffo mentale, non dovevo perdere l'obiettivo principale, non dovevo assolutamente farmi abbagliare da tutto questo lusso; tanto non mi avrebbero mai accettato , dovevo scappare, prima che anche loro mi facesse del male distruggendo l'ultima parte di me integra rimasta.

Era quasi ora di cena e quindi decisi di scendere un pó prima per godermi quella magnifica stanza per conto mio, ma la mia fantasia fu interrotta da delle voci che provenivano proprio da quella stanza, alzai gli occhi al cielo e feci per voltarmi quando sentì una voce chiamarmi "Andromeda, cara vieni qui, ti devo dire una cosa" disse Mark.

Mi avvicinai con passo incerto verso il tavolo e sentí tutti gli occhi dei presenti puntati su di me "Sei davvero bellissima vestita cosí" disse Mark con occhi lucidi "Ovvio glieli ho scelti io" sì vantó Ryan alzando il mento; mi lasciai sfuggire un risolino, e tutti ancora una volta si voltarono di nuovo nella mia direzione, sentendomi a disagio feci un colpo di tosse "Mark cosa volevi dirmi" chiesi sorridendo appena "Ho deciso di dare una cena in tuo onore" disse lui spalancando le braccia e sorridendo radioso.

Sorpresa alzai le sopracciglia "Voglio farti conoscere delle persone, molto importanti per la nostra famiglia" e fissó tutti quanti i suoi figli "E quando sará questa festa?" chiesi con fare casuale "Domani alle 19.30" disse lui frizzante; a quel punto le mie sopracciglia raggiunsero l'attaccatura dei capelli.

Sorrisi tra me e me e un piano incominciò a formarsi nella mia mente; domani sera sarei fuggita da lì.

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Ciao a tutti, spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto.
Comunque adesso stó cercando di aggiornare ogni giorno i capitoli  fin tanto che ho tempo.
Alexa💙

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