Un pulsante e due porte d'acciaio occupano il campo visivo di Daren.
È appena tornato a casa.
Kalida è tornata in anticipo dal suo viaggio con le amiche in California.
Aspetta trepidante suo marito, seduta sul divano mentre batte un piede per terra dalla tensione.
Non appena la porta di apre e il rumore delle chiavi irrompe nel silenzio della casa, si alza, tirando mentalmente un sospiro di sollievo.
<Kalida?> , dice Daren, sorpreso <Ciao> , dice lei, avvicinandosi con braccia conserte <Sei tornata d'anticipo?> <Sì! Non avevo più voglia di rimanere in quel posto! Non dopo aver saputo delle cose>
Daren ha cominciato a frullare mezze idee.
<Ovvero?> , assottiglia gli occhi <Avanti Daren! Lo sai come funziona nel nostro ambiente! Un segreto non è mai un segreto> , gesticola, mentre lo guarda negli occhi <Mi dirai tutto! Senza tralasciare nulla> , afferma poi
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<Deduco tu sappia molto più di me! I tuoi amici sono così generosi con le notizie> <Sei mio marito! È loro dovere informarmi quello che succede nella tua vita! Specie quando mi tieni fuori dalla tua vita! > <Cosa ti avrebbero detto? Parliamone> , si mostra determinato ad affrontare l'argomento
<Sediamoci pure! Si presuppone una lunga chiacchierata> , dice poi, indicando le poltrone
Daren si accomoda. Lei di fronte.
<Comincio col farti gli auguri più sinceri! Non avrei pensato di saperti padre! Specie di un ragazzo di vent'anni! Cosa mi sono persa?> , ride , carica di delusione
Daren porta lo sguardo su di lei.
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<Non ti riguarda! È il mio passato> , risponde secco, senza troppi giri di parole <Non mi riguarda dici? > <Ti ho sempre detto che il mio passato non ti riguarda Kalida! > <Spiegami perché me l'hai tenuto nascosto?> <Cosa ti avrei nascosto scusami?> <Che hai un figlio> <Non te l'ho nascosto! Ti hanno informata male a quanto pare! Sono venuto a conoscenza di mio figlio di recente> <Mio figlio!>, Ripete le sue parole,imitandolo, mentre i suoi occhi si caricano di lacrime pronte a rigare le guance <Si può sapere dove vuoi arrivare?> <Non lo hai mai definito "figlio" quello che portavo in grembo! Credimi! Fa così male tutto ciò> <La situazione è ben diversa!> <È LA STESSA CAZZO! NON HA MAI GIOITO PER LA MIA GRAVIDANZA E QUANDO HO AVUTO L'ABORTO, ERI COSÌ SOLLEVATO! ORA ARRIVA PINCO PALLINO E LO CHIAMI FIGLIO?> , si alza, così come la voce che in un nano secondo ha subito un'alterazione pazzesca <Sei pregata di non urlare!> <Hai amato quella ragazza?>
