0 - Non poteva finire diversamente

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Erano tutti morti: l'ultima detonazione dell'ultimo proiettile verso l'ultimo cranio è come il punto alla fine di un discorso isterico, fine soltanto allo sputare veleno ma non per questo meno necessario.

Jack-Al rilascia il dito dal grilletto e si affaccia lì dove era stato messo spalle al muro: City One si spalanca davanti e sotto il millecinquecentesimo piano del Corpo Plaza come una confusione di graffi bianchi ascendenti: le luci della città che non dorme mai sembrano persino belle, pensa guardandole, sono così piccole, ammiccano come le lampadine di un albero di Natale...

...un bel regalo gli aveva portato, l'ultimo che aveva deciso di festeggiare.

Arrivato finalmente alla conclusione della sua strada, l'uomo si rialza a fatica e sgancia le fondine ascellari e quelle cosciali, e lascia cadere anche il fucile d'assalto (tanto, sono tutte scariche); ci mette due o tre tentativi di troppo per salire sul cornicione, largo meno tre piedi e coperto di ghiaccio, dove si ferma e ondeggia battuto dal vento.
Lentamente lo sguardo si abbassa alle punte degli anfibi, logori e sgualciti come lui, da cui la coraut si è parzialmente ritirata, ferme al cospetto dell'ultima scelta.

Dopo un momento o due, reputando la distanza ancora troppa, la riduce facendo sporgere le punte: ci metterà più di tre minuti a cadere, così avrà tempo di confermare - ed abbracciare - per l'ultima volta di molte quella decisione, davanti alla quale si sente granitico come poche volte è stato finora.

Tempo di andare. Tempo di ritrovarli.

La pulsazione dei proiettili rimasti in corpo, e dei buchi lasciati dietro da quelli che sono usciti, è un dolore distante e trascurabile dietro il sufentanil, la buprenorfina, l'ossicodone e gli stim da combattimento in circolo: malgrado questo sa di essere ferito gravemente e, come un pompinaro maldesto pagato per compiacerlo, l'assistente tattico comunica che i suoi segnali vitali sono al dodici percento (in lenta diminuzione) poiché il supporto vitale primario è esaurito e i sistemi ausiliari della coraut non sono in grado di compensare adeguatamente; tuttavia l'attivazione di una polizza sanitaria All-Insurance di livello almeno Argento porterà le sue probabilità di sopravvivenza al quarantanove percento (vuoi comunicare i tuoi dati di carta di credito per una esfiltrazione?).

Vaffanculo.

...se lo desidera, gli viene ricordato che è anche pronto un bello shot di endorfine sintetiche che lo farà sentire subito meglio, forse lo gradirebbe dritto sparato?

No, non hai capito, vacci te. Dritto sparato affanculo. I piedi esitano sul bordo scivoloso, perché non è l'IA madre a parlare adesso, ma l'umanità residua nascosta dietro gli impianti e le droghe chimiche, la quale gli ricorda che non ha più niente per cui valga la pena tirare il respiro successivo.

Vaffanculo...e va bene così.

Infinitamente stanco, l'uomo abbassa la faccia, resa insensibile dalla corrente ascensionale a quarantacinque gradi sottozero e cinquantadue nodi, e gli artigli si aprono, pronti, desiderosi di accoglierlo, e il mosaico della neve e delle luci rende bello il momento nascondendo la faccia del mostro che gli ha portato via tutto e a cui, in virtù di questo, ha deciso senza ripensamenti di sputare l'anima addosso.
...che poi lui manco ci crede, pensa, e chiude gli occhi, e inizia a piangere, e mentre le lacrime congelano sorride facendo il mezzo passo che manca. Il ceffo non fa una piega, nemmeno per un attimo, nemmeno ci prova: così non disturba i cristalli che si sono depositati.

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Un anno prima, vigilia di Natale

La neve che cade lentamente è poetica, anche se grigia, e le decorazioni sulle facce anonime dei condomini al Distretto New Jersey portavano la festa anche ai confini delle Badtowns, dove una comune di cinquemila persone si autogestiva da nove anni senza ancora essere riuscita a farsi fagocitare dalle bande o dalle corporazioni.
Una bella realtà irreale che non sarebbe durata, in un merdaio come City Fifteen. Un'oasi inattesa dove c'erano per lui un bel quasi-marito e un'adorabile figliastra adolescente e pestifera.

Una specie di sogno Americano, a suo modo: ma i sogni tendono a diventare incubi quando ti volti per un secondo dall'altra parte.

"Tesoro, sono a casa...".

La radio non avrebbe dovuto sentirsi attraverso la porta, e Vivienne di solito era fuori ad aspettarlo, con pioggia, sole o vento, non aveva mancato una volta nell'ultimo anno.
Jacob Avulstein la spinse col piede, trovandola aperta.

L'uono toccò lo smartphone che portava in tasca attivando la chiamata preparata al 911.

Qualcosa cadde al piano superiore. Al termine del piccolo disimpegno la lucetta blu d'emergenza illuminava i primi tre gradini della scala e la ghirlanda.

"Amore? Viv? Patata-".

'Kneelin' on Vengeance Road' dei Red Hot Iron Maidens partì alla radio assieme alla sberla mentale che gli rifilò l'assistente tattico: l'angolo in basso a destra del campo visivo strinse sulle tre dita che spuntavano, sul pavimento, da dietro lo stipite della cucina. Mentre il riquadro iniziava a lampeggiare il dettaglio allargò ulteriormente sul braccialetto di pietra verde, che la sua figliastra diciassettenne teneva pure quando lavava i piatti.

Il ceffone successivo arrivò come la somministrazione di dieci milligrammi di norefedrina, che contrastarono il campo visivo e trasformarono i suoi nervi in una contrattura dolorosa. L'uomo afferrò il calcio della Cougar 10 millimetri che portava, sempre carica e preparata, sotto l'ascella sinistra.

Non è possibile si disse sulla percezione, parzialmente dilatata, del suo avanzare.
*tump!* sono fatto!
*tump! tump!* sto trippando!! *tump! tump! tump!*avevate la pistola!!!
Le unghie si piegarono sul finto legno che circondava la porta, accompagnando quell'ultimo, disperato appiglio, e l'essere sollevò la testa di scatto.

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