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"Allora?".
Da ormai novanta secondi, trascorsi in perfetto silenzio, il SUV fendeva la tempesta con la premura (percepibile, per quanto mediata dal compensatore inerziale) di un impiegato che teme di arrivare in ritardo alla riunione col capoufficio incazzoso. Bagliori spuri di neon distanti apparivano e sparivano fra i graffi del nevischio.
Sprofondato accanto a lui nell'ampio sedile posteriore, con le sue pupattole neuromanti sulle ginocchia (e una mano sopra il top in latex di ciascuna) Vladimir Lem piegò l'angolo sinistro della bocca e la cicatrice riprese l'allegria; dal canto loro le bimbe esponevano adesso, come se ne avessero ottenuta facoltà, sorrisi raccolti e infantili sotto occhioni in cui i dati non avevano rallentato la loro pulsazione. Il diffondersi ultravioletto del cyberware striava la penombra dell'abitacolo dove il profumo al marshmellow si mescolava all'odore di fumo e dopobarba.
"...allora?" ripeté il mafioso, spostando la mano destra - che era coperta di vistosi anelli d'oro e tatuaggi - da tette seconda misura scarsa verso l'interno del cappotto cammello: ne uscì reggendo il portasigarette d'argento e lo offrì a chi, da quando si erano alzati in volo, altro non aspettava che una pallottola in testa.
Come se gli avesse letto nel pensiero (magari era proprio così) il doppio sorriso fremette; la mano sinistra, ugualmente, pesantemente decorata, si contrasse su un petto praticamente piatto e il sorriso della più piccola si sollevò."Vuoi ammazzarmi?".
"Non ho ancora deciso. Per adesso fuma, tovarish". Jack-Al accennò, prese la Katiusha Oro (vero tabacco idroponico, roba da cento crediti al pacchetto, non certo il catrame sintetico dei trafficanti di Kremennaya) e, nella ritrovata lucidità dei sistemi che si autorigeneravano, se la fece girare fra le dita come faceva con le cartucce. Lo sguardo della neuromante più grande si spostò al movimento, i dati in transito sembrarono ammiccare e le sopracciglia ebbero un moto di curiosità. Piazzato al volante, il gorillone chiamato Kolciak (le cui spalle sporgevano ai lati come un cartone animato) non si era voltato nemmeno una volta da quando avevano lasciato Canal Delta.
"...come ultimo desiderio avrei preferito una scopata, comunque...".
"Nikita ha tredici anni, Faina ne ha dieci: quale vuoi?".
La sigaretta trovò collocazione. "Sono frocio. E li gradisco un po' meno bimbi, di solito dai quindici in su. Ma ho un choom che non disdegna la pedofica".
"Quel pazzo che si veste come un pirata?".
"Proprio lui. Evitate di fargli il culo per favore, sono io che mi sono ficcato in mezzo". Lem mosse anelli, inchiostro e fumo in circolo.
"Noi della Rus' crediamo molto nella famiglia tradizionale" sentenziò ignorando la considerazione. "Sei fortunato, compagno, io sono di mentalità aperta". E sei pure un pedofilo di merda. Il capobanda annuì e si servì a sua volta, quindi tornò brevemente nel cappotto e fece apparire un accendino placcato oro.
La rotellina scattò. "Se vi volevo morti, già lo sareste" disse: il tono era indifferente. "E se non stai sbavando sangue, piscio e merda da tutti i buchi, mentre le mie stelline ti fottono il cervello...".
La fiamma si spense venuto meno il suo scopo. Adesso interamente dedicati a lui, gli sguardi delle bimbe erano gelidi e fissi. I sorrisi fittizi avevano lasciato il posto a espressioni simili a maschere.Lem si sporse facendo scricchiolare il cuoio, in perfetto sincrono le piccole si lasciarono scivolare fra le sue gambe, senza interrompere il contatto visivo. I gomiti si appoggiarono alle ginocchia mettendo in tensione impianti di aumento muscolare.
"...magari mi va di fare una conversazione amichevole dove tu mi dici, senza nessuna violenza, che cazzo ci facevano uno Yakuza e un apprendista neuromante a casa dei Borg: questa sembra una barzelletta e io amo ridere, ti fa vivere cento anni!".
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Lead Your Pain
ActionVentiquattro anni prima di diventare uno scagnozzo qualsiasi alle dipendenze di un Boss qualsiasi, Jacob Avulstein ha provato a costruire il suo sogno Americano redimendo le sue cattive scelte: l'unico risultato, per lui, è stato quello di cadere un...