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Il ricordo del massacro non aveva smesso di tormentarlo un giorno, da quel giorno: l'unica cura che aveva trovato era gonfiarsi di ecstasy, modafinil, speed o polvere d'angelo, e poi era lui a supplicarti di tornare.
Col tempo, volendola dire tutta, aveva anche imparato a razionalizzare quel momento di fragilità estrema, a usarlo come un modo per trovare forza interiore; riviverlo in quel frangente tuttavia, ora che il controllo razionale non c'era più, fu semplicemente devastante.~⌖~
La radio sparava 'Kneeling on Vengeance Road' dei Red Hot Iron Maidens: uno dei suoi pezzi preferiti, ciò che avrebbe definito la sua vita di lì in poi. Il buio era arrossato, forme violente si muovevano e la risata, ridotta al verso di un predatore umano, venne inghiottita dal suono di chi urlava fra i singhiozzi.
Quello, lui lo conosceva.
Il suono del metallo pesante si dilatò assieme all'ingresso di casa, col suo piccolo corridoio, in un infinito passaggio contorto ricoperto da quella disgustosa carta da parati stile arabesco che a Vivienne piaceva un casino.
Era lei che stava urlando sull'assolo di chitarra elettrica, come in mille altre identiche proiezioni già vissute, tutte quante dall'esito scontato, e come sempre il suono sembrava provenire da mille direzioni diverse mentre svoltava, più e più volte, nel dedalo infinito dell'allucinazione fino a quando, come sempre, non trovò una porta e ci si gettò contro sfoderando la semiautomatica e il revolver, stile sbirro d'azione, proprio come Reanu 'Neo' Keeves contro l'Agente Thims in 'The Matrix 1.0': solo che li, al posto del lago circolare della sala di meditazione, c'era il soggiorno di casa, improvvisamente apparso oltre i battenti di quella porticina leggera rimasta appesa per scommessa.Le urla si alzarono in un picco disperato, si frantumarono in singhiozzi come cocci di vetro; sapeva che Viv faceva sempre il bucato di sera per risparmiare, e lo faceva pure a Dicembre
("Perché pà, vuoi mica che puzziamo??")
e Terry era sempre con lei perché voleva controllare che non mettesse troppo ammorbidente, e quanto avrebbe voluto che quelle grida fossero invece i gemiti piccoli che faceva lei quando si masturbava, aveva l'abitudine di farlo, chissà perché, nel mucchio della biancheria pulita da piegare ed entrambi lo sapevano e glielo lasciavano fare.Qualcosa di terribile diceva, che non c'era cosa più lontana.
Puntò verso la porta...che venne sbarrata, prina di poterla raggiungere, da travi che si materializzarono di traverso: abbastanza spesse che ti sarebbe servito il flessibile, e lui non ce l'aveva.
Intanto, Vivienne urlava.
~⌖~
Arrivare un po' prima Jacob, che dici? Sarebbe bastato rimandare la pratica Kovalski a Lunedì ventotto per tornare un po' prima dalla tua famiglia.
Magari le cose sarebbero andate diversamente.Isterico brancolò, perdendo secondi. La lavanderia aveva un ingresso a metà del salotto, che non usavano mai: levò di mezzo il tavolino dalla porta mimetizzata e il rumore della ceramica che si infrangeva venne coperto dalle urla parossistiche. "VIV! AMORE!!!".
Una risata sguaiata rispose: dall'altra parte qualche testa di minchia aveva appoggiato l'asse da stiro di traverso. Si fece largo con un'altra spallata, entrambe le armi pronte...ritrovandosi dentro un buio profondo, pieno e solido come un muro, dello stesso colore di una notte senza sogni.Dopo un attimo un fiocco, o un petalo, fluttuò davanti ai suoi occhi: aveva il colore del sangue arterioso. No...no, cazzo, no...
Viv gridò, il verso lacerante di un essere violato. Fece un passo, calpestò qualcosa, *cic*.
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Lead Your Pain
ActionVentiquattro anni prima di diventare uno scagnozzo qualsiasi alle dipendenze di un Boss qualsiasi, Jacob Avulstein ha provato a costruire il suo sogno Americano redimendo le sue cattive scelte: l'unico risultato, per lui, è stato quello di cadere un...