17 - Bang-Bang Twist (2/2)

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Dentro il suo maxischermo quindici piedi per quarantacinque, carrozzina, flebo e faccia afflitta, il Don guardò dall'alto in basso: prima il cadavere dell'uomo in smoking viola, poi quello di Fumiko e, per finire, spostò i suoi occhi catarrosi su di lui.
La donna in trench-coat color tortora era sparita dietro la scenografia lasciando giù qualche dito e la pistola, ridotta a un grumo di metallo inservibile. Aveva una certa idea su chi fosse, comunque adesso rimanevano solo lui e le armi - molte armi - che gli venivano puntate contro da molteplici angoli: ma finché c'è piombo c'è speranza, giusto?

Jack-Al fu assalito dalla successione degli eventi, velocemente degenerata fino a lì, come gli ultimi momenti di qualcuno che muore: perché è questo che era, giusto? Lui voleva, lui doveva morire, ~giusto?~
Appena prima di andare in scena, l'uomo assurse ad una limpida consapevolezza: andarsene così, chiuderla e basta, tanti saluti, stop, fine, chiamatemi fuori (ciaone) sarebbe stato mancare di rispetto a chi non c'era più.

Così, guardò la morte in faccia, di nuovo, per l'ennesima volta...e le fece il dito medio!
"Ammazzatelo" biascicò Santino Goretti, invecchiato anzitempo dalla malattia; PROVATECI! spedì lui, incattivito e pompato dagli stim e dal peso degli eventi, che aveva appena scelto quel frangente per raggiungere la massa critica.

Il maxischermo si spense, le armi lo cercarono: ma, invece di schiattare (come da programma) lui decise di vivere, e così visse, giocandosela tutto contro niente e vincendo tutto quello che c'era da vincere, ovvero, altra sabbia per la sua clessidra e altra vendetta da bruciare per andare avanti, perchè adesso non importava proprio più niente.

Proprio più un cazzo.

...altrove, un Uomo in Nero si gettò una manciata di popcorn caramellati in bocca, poi aggiustò la presa sul controller: ricaricare il checkpoint gli avrebbe permesso di migliorare il punteggio.

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Fumiko sapeva come muoversi senza essere vista: ugualmente come azzerare a sangue freddo, quando sei abbastanza vicina da vedere che la vita che stai terminando è quella di un povero choom (che potresti essere tu in futuro).

Il microdardo si conficcò dietro l'orecchio sinistro, appena sopra il bordo della coraut, e la neurotossina paralizzò parzialmente i centri motori prima che il supvit si attivasse.
L'operativo si accasciò; Fumiko chiuse la distanza e quello ruotò la testa di scatto: maschio, sui trenta, mediorientale, aveva la schiuma alla bocca ma gli occhi erano coscienti e questo complicava le cose soltanto un po'.

Sfoderò la vibrolama e l'uomo li sgranò; la corazza stava lottando per ricoprire la faccia, avanzando e ritirandosi a piccole onde: avrebbe prevalso nel giro di pochi secondi e il supvit avrebbe sopraffatto l'infezione-
"Om namah Shivaya!" sussurrò piegando il collo: l'uomo gemette, il coltello affondò e la carne si aprì come esplodendo dall'interno.

Per fortuna era stato l'unico, pensò, chiudendo gli occhi sbarrati con un gesto leggero.
La ragazza si tranquillizzò lasciando che il corpo agisse sotto guida dell'IA madre: dopo averlo depredato rapidamente delle munizioni se lo caricò in spalla e la sua coraut venne assimilata dalla tuta Shinobi.

...un gran bel trucco, quello, non aveva mai visto niente del genere. Jack si era fatto proprio dei buoni choom....ma era come indossare i vestiti di qualcun altro, non lavati da una settimana; mollò il corpo (ora denudato e depredato) nello sgabuzzino delle scope, poi spezzò la chiave nella toppa e si mise in tasca il pezzo.

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