📍 Circuito di Brno | Repubblica Ceca
«Spero tu stia scherzando.»
Valerio Toscano ridacchiò, cercando di soffocare il suono nella mano coperta dal guanto. «Avanti, Cat. Non può essere così male! Esci fuori e fatti vedere!»
«Ma non ci penso proprio» ribatté lei da dentro lo spogliatoio. «Credo che mi abbiano rifilato un completo più piccolo di circa... venti taglie.»
Di nuovo, Valerio dovette sforzarsi per non ridere. «Esagerata! Quanto male ti potrà mai stare? Dai, fammi vedere.» Afferrò la maniglia e socchiuse la porta, facendo capoccella dallo stipite.
Caterina gli dava le spalle ma, anche da quel poco che riusciva a vedere, capiva dove fosse il problema: gli outfit che facevano indossare alle ombrelline (le ragazze incaricate per l'appunto di fare ombra ai piloti, prima di una gara) non erano mai dei più innocenti... ma quello che aveva indosso Caterina avrebbe saputo superare le fantasie di molti uomini.
Lui e Cat erano solo amici, della miglior specie, di quelli che dormono tranquillamente insieme, che si sono piaciuti almeno una volta nella vita e che alla fine decidono che il sentimento che li lega è così profondo e radicato nel tempo da non potersi assolutamente permettere di trasformarsi in amore.
Non che l'attrazione fisica non ci fosse – Caterina aveva sempre trovato Valerio estremamente affascinante, col suo fisico asciutto, i capelli indomabili, l'orecchino da ribelle e quel sorriso furbo; e Valerio... beh, Cat non era certo quel tipo di ragazza che passava inosservata. Ma, anche se erano stati insieme per un breve periodo, entrambi sapevano che l'esperienza non si sarebbe mai più ripetuta. Loro non erano una coppia e non lo sarebbero più stata.
Eppure, guardandola ora, Valerio non poté impedire al vecchio (e dimenticato) ardore di tornare, manifestandosi in un movimento molesto che gli tirò la tutina da pilota.
Caterina era sensuale... o, per dirla in termini meno poetici, faceva sesso, con le gambe abbronzate lasciate nude dalla gonnellina a balze, che le copriva a malapena il fondoschiena. Se si fosse piegata appena in avanti, il pubblico intero avrebbe assistito all'ottava meraviglia del mondo – come Valerio aveva sempre definito il suo posteriore.
Sbirciando nel riflesso dello specchio, notò che il resto dell'outfit consisteva in un top corto, che lasciava scoperto il ventre piatto e ben più della semplice spaccatura di quelle due bombe a man... ehm, del suo seno, trattenuto quasi a stento dal laccetto rosso che decorava il decolté.
Un mezzo sorriso malizioso gli dipinse le labbra quando, salendo su con lo sguardo, incontrò gli occhi di Caterina che lo osservavano dal riflesso. Le guance di lei si tinsero di rosso, mentre le sue iridi assumevano una sfumatura contrariata nel constatare quanto attentamente lui la stesse esaminando.
«Ma che diavolo fai?!» sbottò, una punta d'isteria nella voce. «Non ti ho dato il permesso di entrare: esci subito!» Si voltò di scatto e spinse una spalla contro la porta, rischiando così di tagliargli la testa di netto.
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𝐓𝐮𝐭𝐭𝐚 𝐂𝐨𝐥𝐩𝐚 𝐝𝐢 𝐮𝐧𝐚 𝐒𝐜𝐨𝐦𝐦𝐞𝐬𝐬𝐚
ChickLitCaterina (Cat per gli amici) vive una vita tranquilla e ordinaria a Milano. Dopo aver abbandonato l'università, sbarca il lunario lavorando in una pizzeria vicino al centro. La sua vita scorre senza intoppi, con un'unica eccezione: il suo migliore a...