18.2 Il mondo è tuo | Karaoke

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📍Mashiko | Giappone

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📍Mashiko | Giappone

Dopo aver passeggiato un altro po' tra le bancarelle, Lucas l'aveva trascinata in locale molto carino, sulla cui insegna, sotto gli ideogrammi giapponesi, c'era scritto Sake Brawery of Mashiko. Era un pub dall'architettura tipicamente giapponese, le varie sale divise da porte scorrevoli, i famosi fusuma. Bassi tavolini erano ordinatamente sistemati e cuscini dai toni scuri sostituivano le classiche sedie.

«Ora comincia il vero divertimento» le aveva sussurrato Lucas all'orecchio, mentre un cameriere li faceva accomodare a uno dei tavolini in un angolo della sala.

Cat lo aveva guardato con le sopracciglia aggrottate dalla curiosità, ma lui non aveva aggiunto altro, limitandosi a regalarle un sorrisetto furbo che non prometteva nulla di buono.

Ordinarono del sakè e dei mochi, che gli vennero serviti poco dopo. Il sakè era caldo e fu un piacere tenere la tazza di ceramica tra le dita, che l'aria fredda della serata le aveva fatto intirizzire. «Avevi programmato tutto, eh?» fece Caterina con un sorriso, soffiando sul sakè, prima di prenderne un sorso.

«Oh, tu non sai nemmeno quanto.»

Prima che lei potesse aggiungere altro, un rumore fastidioso la fece sobbalzare e rovesciò un po' di liquido sul tavolo: sembrava il suono gracchiante prodotto da un microfono quando si trova troppo vicino alla cassa. Mentre afferrava un tovagliolo per pulire il disastro che aveva causato, una voce squillante cominciò a rimbombare per tutta la sala, dichiarando in giapponese cose che lei non sarebbe mai stata in grado di comprendere.

«Ma che succede?» domandò, cercando di sovrastare l'improvviso baccano.

Lucas si strinse nelle spalle, poi si alzò. «Vado in bagno, ti dispiace?»

Cat scosse il capo, accartocciando i tovaglioli umidi e accantonandoli nella parte più lontana del tavolo. Mentre il tizio continuava a sbraitare chissà cosa al microfono (speriamo almeno non sia niente di pericoloso, si ritrovò a pensare Caterina), afferrò un mochi e lo mozzicò: la crema di fagioli all'interno era burrosa e molto dolce.

Una musica allegra sostituì la voce dell'uomo, che a un'occhiata sembrava quasi un presentatore televisivo, con la sua cravatta e i suoi occhiali dalla montatura spessa, e due donne vestite da moderne geishe afferrarono due microfoni, cominciando a cantare al...

«Ma stiamo scherzando...?» mormorò Caterina atterrita, mentre Lucas si risiedeva di nuovo accanto a lei.

Karaoke.

Le due ragazze iniziarono a strepitare una canzone in giapponese che, onestamente, avrebbe fatto sembrare angelica persino la voce di una strega che stava per squagliarsi nell'acido, se questo rendeva vagamente l'idea di quello che le sue orecchie stavano ora sopportando.

𝐓𝐮𝐭𝐭𝐚 𝐂𝐨𝐥𝐩𝐚 𝐝𝐢 𝐮𝐧𝐚 𝐒𝐜𝐨𝐦𝐦𝐞𝐬𝐬𝐚Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora