2. La Scommessa

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📍 Circuito di Brno | Repubblica Ceca

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📍 Circuito di Brno | Repubblica Ceca

I box di Toscano e Moya erano comunicanti, ma divisi da un separé che impediva ai due team rivali di osservare le tattiche dell'avversario.

Caterina salutò Valerio a malincuore, rivolgendogli un broncio adorabile che durò da quando lui le diede un bacio sulla guancia, fino a quando lo osservò dalla tenda che la separava dall'altro box. Lui le rivolse un pollice all'insù e lei si incupì ancora di più, ma alla fine sparì oltre il separé.

La parte di Moya era simile a quella del suo compagno di squadra: il colore nero dominava ovunque e la moto al centro, sul quale alcuni tecnici stavano facendo dei test, di cui lei non avrebbe assolutamente saputo dire la funzione, differiva solo nei dettagli, come gli adesivi e il grosso 21 rosso laccato sulla parte anteriore.

Nessuno degli uomini presenti sembrò notarla, troppo concentrati a fare il proprio lavoro, ma, quando si voltò per introdursi di più all'interno del box, Cat quasi si scontrò contro uno di loro.

E chi, se non Lucas Moya in persona?

Con il broncio ancora piegato sulle labbra, Caterina fece un passo indietro, ristabilendo le dovute distanze. Alzò lo sguardo su quello del pilota, che la stava osservando con un cipiglio divertito nelle iridi verdi.

Cielo, quanto le dava il nervoso!

Avrebbe voluto togliergli quel sorrisetto con qualcuna delle sue battute più pungenti, ma si costrinse a restare calma e a tacere, per il bene comune e per il buon senso che ancora aveva in zucca.

Non ci poteva fare niente: quel ragazzo le stava antipatico a pelle, non era qualcosa che avrebbe potuto spiegare.

Lucas la osservò ancora per un po', forse aspettandosi che lei dicesse qualcosa (magari che si scusasse per essergli quasi finita addosso... sì, come no), ma quando la ragazza rimase silente a fissarlo, allora lui chinò il capo e si portò una mano a togliere il berretto e a scombinarsi i corti capelli.

«Credo che noi abbiamo cominciato con il wrong foot» disse, quasi remissivo, l'accento spagnolo forte su ogni sillaba e l'inglese usato alla fine perché, a volte, ricordare tutte le parole in italiano gli era piuttosto difficile.

Caterina fece una smorfia, seppur avesse cercato con tutta se stessa di trattenersi. Fallì, esattamente come naufragò il suo tentativo di tenere a freno la lingua. «Con il piede sbagliato» lo corresse.

Lucas sollevò le sopracciglia. «Come?»

«Con il piede sbagliato» ripeté Cat. «È così che si dice in italiano.»

«Oh.» Il pilota arrossì e lei quasi si sentì a disagio di fronte all'occhiata che adesso le stava lanciando da sotto ciglia. «Ma certo. Grazie.» Abbozzò un sorriso. «Jo no soy molto pratico della lingua italiana. A volte faccio... ¿Cómo se dice...? Confusion... Confusione!» Si illuminò, quando riuscì a trovare la parola adatta e, nonostante i suoi sforzi, Caterina non poté trattenersi dal ridacchiare.

𝐓𝐮𝐭𝐭𝐚 𝐂𝐨𝐥𝐩𝐚 𝐝𝐢 𝐮𝐧𝐚 𝐒𝐜𝐨𝐦𝐦𝐞𝐬𝐬𝐚Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora