Caterina (Cat per gli amici) vive una vita tranquilla e ordinaria a Milano. Dopo aver abbandonato l'università, sbarca il lunario lavorando in una pizzeria vicino al centro. La sua vita scorre senza intoppi, con un'unica eccezione: il suo migliore a...
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📍 Circuito di Misano | Italia
Ettore Mirabelli l'avrebbe uccisa.
Era già un mezzo miracolo che ancora non lo avesse fatto, considerando il modo in cui si era comportata il suo primo giorno di lavoro. E aggiungiamoci anche l'atteggiamento sconsiderato che aveva avuto a Silverstone: saltare praticamente in braccio a entrambi i piloti della Kawasaki davanti a tecnici, parenti e, soprattutto, telecamere.
Ma cosa diavolo aveva in testa, segatura?
Aveva una mezza idea dello scandalo che aveva generato, seppur avesse cercato di tenersi lontana dal gossip di internet e televisione, perché Monica e Nicola avevano ben pensato di informarla delle storie che giravano sulla misteriosa ombrellina che si gettava tra le braccia prima di Toscano e poi di Moya.
Ancora si domandava come diavolo avesse fatto Lucas a farle avere un contratto come sua ombrellina, considerando che Ettore Mirabelli dovesse odiarla e che, a detta del pilota stesso, lei fosse stata la peor ombrellina nella storia delle ombrelline.
Come se tutto questo non bastasse, ora era anche in ritardo per il servizio fotografico al quale non voleva assolutamente partecipare. Era tra le clausole del contratto (sì, quelle scritte in piccolo che, da brava superficialona, aveva tralasciato del tutto), che la obbligava non solo a tenere il famoso ombrello prima della gara, ma anche a farsi fotografare e riprendere per i social e il sito internet della MotorRace. Cominciava davvero a pentirsi di aver firmato quel maledetto contratto.
Dannato Moya, è tutta colpa sua.
«ECCHECCAZZO!» imprecò tra sé e sé.
Cat lasciò ricadere le braccia lungo i fianchi, dato che avevano cominciato a bruciare nello sforzo di tenerle nelle posizioni più assurde per riuscire a tirare su la zip posteriore dell'attillata tutina nera che le avevano dato da indossare. «Ma non potevano metterla sul davanti, come quella dei piloti?!»
«Sarebbe stata sicuramente più sexy.» La voce femminile alle sue spalle la colse del tutto impreparata, facendola sobbalzare.
Caterina si voltò.
Una delle sue colleghe, una bella ragazza asiatica, con lunghissimi capelli neri e occhi sorprendenti, era appena entrata nel camerino: indossava anche lei una tutina attillata, ma arancione, come i colori della Honda. Se non sbagliava, doveva essere l'ombrellina di Vazquez. «Posso darti una mano?»
Cat sospirò e lasciò ciondolare il capo in un gesto arrendevole. «Magari, ti ringrazio.» Le diede le spalle e si tirò su i capelli.
L'altra le chiuse la zip e la tutina le aderì addosso come una seconda pelle, facendogliela odiare ancora di più. «Ecco fatto, stai una meraviglia» si complimentò, guardandola attraverso il riflesso nello specchio.