Caterina (Cat per gli amici) vive una vita tranquilla e ordinaria a Milano. Dopo aver abbandonato l'università, sbarca il lunario lavorando in una pizzeria vicino al centro. La sua vita scorre senza intoppi, con un'unica eccezione: il suo migliore a...
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📍 Discoteca Peter Pan | Misano | Italia
Quando aveva cambiato idea e aveva deciso di andare in discoteca, per non pensare e divertirsi, di certo Caterina non aveva messo in conto che il viaggio di andata se lo sarebbe fatto in macchina con i fratelli Vazquez e le sorelle Zou. Ma dire di no a Shu era praticamente impossibile e, sebbene la conoscesse solo da pochi giorni, aveva già imparato a capire che protestare fosse del tutto inutile. Tanto, alla fine, si sarebbe comunque fatto quello che voleva e decideva lei.
Caterina non era mai stata una ragazza particolarmente socievole, vuoi un po' per il suo caratterino, vuoi un po' per il fatto che odiasse le chiacchiere a vuoto. Non era mai stata brava a intavolare discussioni a caso, giusto così per il gusto di parlare. Preferiva piuttosto restare in silenzio, il più delle volte senza nemmeno ascoltare le parole di chi le stava attorno... ed era esattamente quello che stava facendo in quell'istante, lo sguardo perso fuori dal finestrino, il mento poggiato sul palmo.
«...è stato estremamente orgoglioso di noi, non è vero, Cat?» La voce trillante di Shu la costrinse a tornare alla realtà e a prestarle attenzione: non aveva sentito una sola parola del suo discorso.
«Uhm... sì, come no» rispose vaga, sperando di non fare gaffe.
Joel Vazquez le lanciò un'occhiata veloce dallo specchietto retrovisore. Anche i suoi occhi sapevano sorridere. «Secondo me, non sai neanche di cosa stiamo parlando» la accusò, il tono non severo, ma divertito.
Cat scrollò le spalle. «No, lo ammetto, ma mi sembrava scortese negare.»
Rufio scoppiò a ridere e Shu le mostrò un broncio adorabile. «Oh, avanti! Non isolarti così, Caterina! Questa sera ci pensiamo noi a te! Vedrai quanto ti divertirai!» Le passò un braccio attorno alle spalle e la attirò a sé.
«Yu-hu» rispose lei poco convinta, sollevando un braccio nel tipico gesto di festeggiamento.
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La discoteca Peter Pan era un posto per ragazzini e turisti, Caterina lo comprese l'istante stesso in cui mise piede fuori dalla macchina e osservò la fila di gente che aspettava di entrare. Sospirò, si passò una mano tra i capelli e cercò di raccogliere quel poco di pazienza che il Creatore le aveva donato quando aveva messo insieme il suo carattere tutt'altro che semplice.