18. Il mondo è tuo | Un gattino di buon auspicio

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📍 Mashiko | Giappone

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📍 Mashiko | Giappone

Quando Lucas le aveva chiesto di vestirsi comoda per il loro appuntamento, Caterina ci era rimasta un po' male. Si era portata da casa un vestitino nuovo, che non vedeva l'ora di indossare, tanto accollato sopra quanto scosciato sotto... era un vero peccato non poterlo mettere, ma dopo averlo ricacciato a malincuore nella valigia, aveva optato per un paio di attillati pantacollant neri e una camicetta di seta nera a fiori rossi, con maniche svasate, che ricordava molto lo stile orientale. Aveva truccato gli occhi con una spessa linea di matita allungata, macchiato le labbra di rosso e raccolto i capelli in una morbida treccia a spina di pesce che le sfiorava i reni. Non era l'outfit che avrebbe scelto per primo, ma alla fine il risultato le piaceva: comoda e comunque chic, non poteva pretendere di meglio.

Proprio mentre finiva di allacciarsi i bassi anfibi, qualcuno bussò alla porta della sua camera. Non si aspettava davvero che fosse Moya così, quando aprì, non fu poi così sorpresa di trovarsi Tiziano Lai di fronte.

«Desidera?» domandò a mo' di saluto, un sopracciglio inarcato.

Tiziano la fissò un po' più a lungo di quanto fosse buona educazione fare, ma Cat era così tanto abituata a lui che nemmeno ci fece caso. «In questo momento, un paio di cosine da te, ma...» Scosse il capo, pizzicandosi una guancia. Cat roteò gli occhi. «Dove te ne vai tutta in tiro?»

«Secondo te?»

«Stai per uscire con Vale?»

Cat alzò gli occhi al cielo. «Se così fosse, non credo tu saresti qui.»

Tiziano si portò una mano sul cuore. «Uno non è più nemmeno libero di andare a trovare un'amica?»

«Ci credi così tanto, che quasi mi hai convinta, guarda.» Cat afferrò il giacchetto e lo ripiegò sul braccio, perché al momento non sentiva freddo, ma era sicura che tempo un paio d'ore e l'aria si sarebbe rinfrescata.

Lai mostrò un grosso sorriso soddisfatto, passandosi una mano nel folto ciuffo castano. «Sono un ottimo attore, lo so. Qualcuno dovrebbe ingaggiarmi» concordò, poi sembrò rendersi conto del fatto che la sua boccaccia aveva di nuovo parlato troppo e ritrattò: «Non che io stessi recitando ora, eh! Sono davvero qui per te, Cat! Nessun secondo fine!»

«Ah-ah» rispose lei senza interesse.

Prese la borsa e la chiave della stanza poi, senza degnarlo di uno sguardo, passò sotto il braccio che lui stava ancora tenendo teso, con la mano poggiata allo stipite e le caviglia incrociate, in quella che doveva chiaramente credere essere una posa da vero figo.

«Se non togli le dita, te le acciacco» lo avvisò, tirando la porta per chiuderla.

Tiziano ritirò subito la mano con un broncio offeso.

«Allora, con chi stai uscendo?» si informò civettuolo, seguendo Cat lungo il breve corridoio.

«Davvero mi stai facendo questa domanda?»

𝐓𝐮𝐭𝐭𝐚 𝐂𝐨𝐥𝐩𝐚 𝐝𝐢 𝐮𝐧𝐚 𝐒𝐜𝐨𝐦𝐦𝐞𝐬𝐬𝐚Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora