📍 Circuito di Brno | Repubblica Ceca
Si era forse lamentata perché il team di Lucas Moya non le aveva prestato attenzione, fino a quel momento? Beh, non avrebbe potuto scegliere momento peggiore, per notarla.
Forse era stato il rumore prodotto dalla porta che si era sbattuta alle spalle, ad aver attirato l'attenzione di tutti, ma di certo era stata la sua figura mezza nuda a far rimanere i loro occhi incollati su di lei.
Caterina non poté impedirsi di arrossire, anche se cercò di tenersi stretta la sua dignità e il suo orgoglio. Sollevò quindi il mento, senza mai abbassare lo sguardo, e si schiarì la voce. «Beh, che c'è?» li spiazzò, facendoli sussultare. «Mai vista una donna in intimo?»
Non c'era che dire: quella ragazza non conosceva vergogna.
La maggior parte degli uomini arrossì e si affrettò ad abbassare lo sguardo; qualcuno più audace fischiò, colpito da tanta sfrontatezza, e le rivolse cenni compiaciuti, prima di tornare a concentrarsi sulla moto di Moya.
Dando dimostrazione di grandissima classe, Caterina dispiegò i jeans che teneva appallottolati tra le braccia e se li infilò, quindi si rimise le Converse. Solo allora, a corto di altri indumenti, si rese conto di non avere più il maglione: doveva esserle caduto di mano nella furia di lanciare a Lucas i vestiti che lui aveva scelto per lei.
Di bene in meglio...
Come se nulla fosse, si strinse la coda di cavallo e si diresse verso lo spesso tendaggio che la separava dalla zona di Toscano. Solo quando sparì oltre di esso, allora si permise di coprirsi con le mani per la vergogna, il viso in fiamme.
Senza rivolgere lo sguardo a nessuno, passò dritta filata, sperando di raggiungere, senza essere notata, l'altro capo della sala, dove aveva visto un giacchetto della tuta di Valerio appeso alla sua sedia.
«Caterina?»
No, a quanto pare, ora era diventata ben visibile per chiunque.
Chissà perché, eh?
Non si voltò né rispose a Valerio, ma affrettò il passo, raggiunse la sedia, agguantò la felpa e se la infilò, quindi tirò su la zip, coprendo finalmente il suo corpo da altre occhiate indiscrete.
«Oi?» Toscano l'aveva raggiunta, il suo dito a picchiettarle la spalla.
«Non una parola, Valerio.» Cat si voltò e gli puntò un dito contro. «Non-una-parola.»
Lui sgranò gli occhi e cercò, inutilmente, di combattere il sorriso sbilenco che gli stava sorgendo sulle labbra. Fece per aprire bocca, ma lei lo zittì.
«Ah! Cosa ho detto? Non una parola. Nessun commento, nessuna domanda.»
Valerio mimò un "ma...!" con le labbra, senza emettere alcun suono, tanto da sembrare un pesciolino fuor d'acqua.
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𝐓𝐮𝐭𝐭𝐚 𝐂𝐨𝐥𝐩𝐚 𝐝𝐢 𝐮𝐧𝐚 𝐒𝐜𝐨𝐦𝐦𝐞𝐬𝐬𝐚
ChickLitCaterina (Cat per gli amici) vive una vita tranquilla e ordinaria a Milano. Dopo aver abbandonato l'università, sbarca il lunario lavorando in una pizzeria vicino al centro. La sua vita scorre senza intoppi, con un'unica eccezione: il suo migliore a...