3. Più ti conosco meno mi piaci

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📍 Circuito di Brno | Repubblica Ceca

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📍 Circuito di Brno | Repubblica Ceca

Seduta all'interno del box di Lucas Moya, con le braccia conserte sotto il seno e le gambe accavallate, Caterina Conte aveva l'aria di una che chiaramente era meglio non disturbare. Così, nessuno dei componenti del Team Kawasaki si era azzardato anche solo ad avvicinarla e tutti le davano le spalle, concentrati ora sullo schermo nel quale veniva trasmessa la gara.

Fulmini e saette sembravano fuoriuscire come raggi minacciosi dai suoi occhi scuri e, se avessero potuto, essi avrebbero trovato la loro destinazione in un uomo.

Inutile anche precisare quale.

L'ufficiale di bandiera si era appena defilato, tornando al sicuro lato della pista, e i semafori sarebbero rimasti rossi solo per un'altra manciata di secondi, fino a quando non si sarebbero spenti, annunciando l'inizio ufficiale della gara.

Gli occhi di Cat saettarono sulla figura di Valerio, e una mano si strinse in un pugno nervoso.

Aveva perso come sempre il controllo del suo cuore.

Sapeva che era irrazionale, che Valerio correva ormai da così tanti anni che avrebbe dovuto farci il callo a quelle emozioni, ma era sempre come cercare di resistere alla violenza di un'onda anomala.

Vivere la vita all'estremo, sul filo sottilissimo di un rasoio ben affilato, era quello che Toscano aveva sempre voluto fare, sin da quando lei giocava ancora con le bambole nel cortile dietro casa e lui la inondava di fango con la sua mini moto, scatenando ogni volta una guerra senza fine.

Avrebbe dovuto esserci abituata, eppure... a certe cose non ci si abitua mai davvero.

Il rombo dei motori la riportò alla realtà.

Il suo sguardo tornò a mettere a fuoco lo schermo: Tiziano Lai era partito piuttosto bene, guadagnando la prima posizione, ma Moya gli stava dietro, subito seguito da un Joel Vazquez che, indiavolato come sempre, non fece fatica a riguadagnare il primo posto.

Valerio era rimasto nelle retrovie, ancorato al suo sesto posto, ma dopo poche curve, la sua situazione era migliorata... mentre quella di Lucas era peggiorata drasticamente. Da essere terzo, si era ritrovato dietro Toscano e poi, Caterina non avrebbe saputo neanche dire come, si era ritrovato fuori dai primi dieci, quasi faticando a tenere il passo con gli altri piloti.

Lanciò un'occhiata fuori dal box quando sentì il ruggito assordante dei motori sfrecciare lì di fronte.

Piove, pensò, questo spiega perché Moya non sia in vetta alla classifica.

Caterina aveva cominciato a seguire il Campionato di MotorRace solo da quando Valerio era entrato a farne parte, ma non le era stato difficile appassionarsi a quel mondo . Ormai, sedersi davanti alla televisione per gustarsi le gare era diventata una routine alla quale non rinunciava mai, non solo per vedere il suo migliore amico, ma proprio per seguire l'andamento del campionato, studiare i movimenti delle moto, gioire e arrabbiarsi proprio come una vera fanatica. Di certo, non era una di quelle che sarebbe andata a vedere una gara sugli spalti, con il cappellino col numero 13 di Valerio Toscano e una bandierona da sventolare (in fondo, perché farlo, se aveva la possibilità di entrare nel Paddock quando e come le pareva? – anche se, a ben vedere, era la prima volta che usufruiva dell'agevolazione dell'essere amica di Valerio, seppur lui l'avesse invitata miliardi di volte. Ma, in fondo, ora era lì per lavoro... nonostante tutte le obiezioni mosse), eppure conosceva a menadito le caratteristiche dei piloti più importanti, come l'arroganza di Tiziano Lai, l'agilità di Alessio Cecchini, la tenacia di Oliver Wilson, il totale disinteresse per il pericolo di Joel Vazquez... e l'incapacità di Lucas Moya di correre quando la pista era bagnata.

𝐓𝐮𝐭𝐭𝐚 𝐂𝐨𝐥𝐩𝐚 𝐝𝐢 𝐮𝐧𝐚 𝐒𝐜𝐨𝐦𝐦𝐞𝐬𝐬𝐚Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora