6. Sorprese multiple

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📍 Milano | Italia

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Chi afferma che non si facciano sforzi né si compiano sacrifici per mantenere un determinato fisico, non ha mai dovuto faticare per ottenerlo. Forse, nemmeno ci ha mai provato, oppure appartiene a quella fortunata categoria di persone che, pur mangiando a sbafo e non muovendo un solo muscolo, riesce comunque a rimanere in forma.

Caterina Conte, chiaramente, non faceva parte di quello "sculato" gruppo.

Aveva dovuto lottare con le unghie e con i denti, versando sangue e sudore (letteralmente!), per riuscire a ottenere il fisico statuario che aveva ora, ma le bastava sgarrare per un paio di giorni che ecco che tutti i suoi sacrifici andavano a farsi benedire, proprio come avrebbe dovuto fare la sua bella boccuccia per le parole immonde che potevano uscirle quando notava l'ago della bilancia spostarsi dal peso che si era duramente guadagnata.

Cat non era nata slanciata, con la pancia piatta, le braccia toniche e i glutei sodi... no. Quando non era che un'adolescente, oltre all'apparecchio e ai mille brufoli che le avevano tempestato il viso, c'era sempre stata quella maledetta pancia e i rotolini dietro la schiena, che le avevano fatto odiare il suo aspetto fisico, mandando la sua autostima al di sotto della suola delle scarpe di tutti i ragazzi che, stupidi e immaturi a quell'età – come a molte altre, calpestavano la sua dignità e le sue speranze di avere un fidanzato.

Così, quando era diventata abbastanza grande da potersi permettere di decidere cosa farne della propria vita, si era messa a dieta e si era iscritta in palestra, disegnando, mese dopo mese, la figura formosa e atletica che adesso amava sfoggiare. Non che fosse chissà quanto esibizionista (si contavano sulle punte delle dita le volte in cui indossava minigonne o magliette scollacciate), ma era fiera del risultato che era riuscita a ottenere e non negava di piacersi parecchio.

Però, per mantenere la sua fisicità, doveva continuare a sacrificarsi ogni giorno ed era per questo che, borsa in spalla, aveva trascinato il suo grazioso fondoschiena nella palestra vicino casa, anche se avrebbe mille volte preferito poltrire tutto il giorno, prima di affrontare il suo ritorno al lavoro, che era previsto per le diciotto di quella stessa sera.

Aveva scritto un messaggio a Valerio, per rassicurarlo sul fatto che sì, aveva trascorso la notte incolume ed era ancora viva, e poi si era fiondata nello spogliatoio, cambiandosi e liberando la testa da tutti quei pensieri che le avevano affollato la mente a causa del weekend appena trascorso, a partire da Toscano stesso e finendo con Lucas Moya.

Ancora non si capacitava di come avesse fatto quel ragazzo ad avere il suo numero e con quale sfacciata presunzione avesse stabilito che scriverle fosse una buona idea. E ancor meno riusciva a comprendere perché mai lei stessa gli avesse risposto e avesse persino salvato il suo numero in rubrica.

Sperava forse di sentirlo ancora?

Nah, era stato solo il sonno.

Una volta finito l'allenamento, si sarebbe riappropriata del suo cellulare e avrebbe cancellato numero e messaggi, uscendo pienamente dalla favola distorta del weekend per tornare alla sua noiosa, ma solida realtà.

𝐓𝐮𝐭𝐭𝐚 𝐂𝐨𝐥𝐩𝐚 𝐝𝐢 𝐮𝐧𝐚 𝐒𝐜𝐨𝐦𝐦𝐞𝐬𝐬𝐚Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora