Caterina (Cat per gli amici) vive una vita tranquilla e ordinaria a Milano. Dopo aver abbandonato l'università, sbarca il lunario lavorando in una pizzeria vicino al centro. La sua vita scorre senza intoppi, con un'unica eccezione: il suo migliore a...
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📍 MotorLand di Aragona | Spagna
Il bacio era stato estremamente delicato e molto dolce.
Lucas non aveva approfittato di lei né dell'impeto di una passione dirompente che, invece, aveva avvolto Caterina con un calore che l'aveva fatta sentire avviluppata da alte fiamme incontrollabili. Era stato invece gentile e assolutamente controllato, come solo lui, con il suo carattere freddo e calcolatore, avrebbe potuto essere. Chiunque altro si sarebbe spinto oltre, avrebbe rovinato il momento, avrebbe oltrepassato un limite che non era proprio il caso di valicare, ma non lui. Lucas Moya era rimasto il perfetto gentiluomo che si era dimostrato fino a quell'istante.
Nonostante un po' di frustrazione e stordimento, Caterina doveva ammettere che era il modo più romantico in cui qualcuno l'avesse mai baciata e questo aveva fatto nascere nuove farfalle nel suo stomaco, come fosse di nuovo una scolaretta che era riuscita ad attirare l'attenzione della sua cotta storica.
Le mani sul suo viso erano calde, le tenevano la testa ferma con delicatezza, neanche le sue dita stessero sfiorando cristallo. Le sue labbra erano morbide e un po' salate, forse di sudore, forse di adrenalina, forse di emozione.
Quando Lucas si allontanò, lentamente, prolungando il contatto di quel bacio finché gli fu possibile, Cat riaprì gli occhi, persa. Le sue guance stavano andando a fuoco sotto le sue mani bollenti, ma non le interessava neanche cercare di nasconderlo.
Lucas la fissò per un lungo istante, forse cercando possibili reazioni contrariate nelle sue iridi; non trovando alcuna traccia di dubbio o ripensamento, si permise di sorridere in un modo che gli illuminò gli occhi e che a lei scaldò il cuore.
Rimasero in silenzio, ma non un silenzio teso e imbarazzante. Semplicemente, non c'era bisogno di futili parole in quel momento.
Lui mosse una mano per spostarle i capelli dietro l'orecchio e lei sorrise.
«Congratulazioni» sussurrò infine, quando spezzare il silenzio non le sembrò né forzato né invadente.
Lucas ammiccò. «Grazie.» I suoi occhi scesero di nuovo a guardarle le labbra, con il desiderio pungente di sentirle nuovamente sulle proprie.
Cat quasi si aspettò che le rubasse un altro bacio, ma lui non lo fece (maledetto autocontrollo). Tornò invece a guardarla negli occhi. «Stasera ti porto a cena fuori» disse e non era una richiesta.
Caterina non aveva alcun motivo di protestare, così annuì. «Hai vinto la scommessa, te lo devo.» Sorrise malandrina perché, nonostante tutto, non era proprio nel suo carattere concedere soddisfazioni.
Lui sbuffò una mezza risata e scosse il capo. Le lasciò un'ultima carezza sulla guancia, prolungata come il loro bacio, e si allontanò. «Ti passo a prendere questa sera alle ventuno. Donde te alojas?»
«Al Parador de Alcañiz.»
«Hasta luego, allora, Caterina» mormorò, facendosi scivolare il suo nome sulla lingua come solo lui era in grado di fare.