21. Che fiasco. Birra al Jester?

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Apollo era seduto ai piedi del letto, con la schiena dritta e gli occhi smeraldini spalancati su Cristian. Continuava a fissarlo instancabilmente da quando era entrato. Sembrava un grosso triangolo di pelo folto e infuocato.

Lorenzo riscaldò delle lasagne surgelate nel microonde. Portò i due piatti fumanti insieme a due bicchieri di aranciata in camera e brindarono al compleanno di Cristian. Sul personal computer di Lorenzo girava Titanic e, in fondo, Lorenzo aveva promesso un film più triste del suo compleanno e aveva mantenuto la promessa.

«Lo sai che mi hai distratto?» domandò Cristian, prendendo un sorso di aranciata «Non ti ho detto il mio obbligo»

Si passò una mano tra i capelli e li tirò indietro. Dato che erano bagnati risultavano molto più lunghi e gli arrivavano alle spalle ma, normalmente, i suoi ricci erano molto più corti. Erano umidi e bagnavano il cuscino ma a Lorenzo non interessava.

Fermò il film sull'iconica scena di Jack e Rose sulla prua del Titanic, ingoiò le lasagne e prese un sorso di aranciata. Si passò la lingua sui denti per rimuovere i residui di pasta e poi disse:

«Dimmelo adesso»

«Ma adesso non ce l'ho in mente» rispose, infilzando un pisello con un rebbio della forchetta.

«E allora pensaci» disse Lorenzo, spostando tutte le carote al bordo del piatto.

«Ti obbligo ad appendere una foto in questa camera, è troppo triste, riccioli d'oro, davvero» disse Cristian, guardando le pareti bianche «La mia camera in comunità era più allegra»

«Auspico di andarmene presto. Non ha senso arredarla» disse Lorenzo.

Cristian sbuffò e rispose: «Capisco che cosa intendi»

Lorenzo spostò un'altra carota al bordo del piatto e poi disse: «Stiamo compilando una lista infinita di cose tristi»

«E il primo posto è stato preso dalla tua camera»

«Non proprio, Cristian senza l'acca» disse Lorenzo «Il primo posto è occupato dal tuo compleanno»

«Non è così male» ammise con sincerità.
«Il cibo è commestibile, il tuo letto è comodo, il film è triste. La compagnia è discreta, direi che mi accontento di te, sei meglio di non avere nessuno»

«Potrei offendermi» disse Lorenzo.

«Ma?»

«Ma non lo farò, brutto bastardo!»

Scoppiò in una risata tonante e Cristian lo seguì. Di nuovo quel suono ridicolo, il suono della sua risata. No, non importava se la sua risata avesse un suono ridicolo, rise ancora più forte. Stava bene, era felice di ridere con Lorenzo in quel letto enorme, con un piatto di lasagne surgelate sulle gambe e nessuno che li disturbava.

«Dimmi qualcosa di allegro da mettere sulla lista» ordinò Cristian quando si fu ripreso dalle risate.

«Mi conosci di più di ieri» rispose, scrollando le spalle. Alzò un dito per elencare la prima cosa allegra.

«Ho detto qualcosa di allegro» lo interruppe Cristian e Lorenzo gli tirò un pugno sul braccio, giocoso, lo sfiorò con le nocche e poi subito dopo disse un sommesso: «Scusa»

Cristian sbuffò, avrebbe dovuto aspettarselo. Gliel'avrebbe spiegato che non gli dava fastidio, non gli dava fastidio neanche quando Samu era prepotente con lui e non gli chiedeva mai scusa. Prima delle cose belle venivano sempre le cose brutte, era il teorema della vita.

Era il teorema della sua vita.

«Sai» disse Cristian «Non mi devi trattare diversamente solo per quello che ti ho raccontato, non vuol dire che i miei genitori mi menavano da piccolo. E poi a noi poverini la pena non ci piace»

NESSUNA SPERANZADove le storie prendono vita. Scoprilo ora