Olivia contemplava con orrore le occhiaie viola. Non sarebbe bastato il correttore giallo a nascondere lo sguardo da panda. Cosa le aveva detto il cervello di restare alzata fino a tardi, a fantasticare sull'incontro con il suo idolo? Aveva guardato per l'ennesima volta fino a notte fonda le interviste degli extra dei DVD (aveva la filmografia completa, anche i film inediti in Italia), sognando una dedica personale sulla foto che era riuscita a farsi scattare con lui un paio di anni prima all'anteprima di La donna di sabbia.
Non era la sola ad aver trascorso la notte peregrinando dal computer al letto a sognare a occhi aperti, pervasa da un senso crescente di inquietudine. Alle undici e trenta aveva sentito la sua amica Giada che, come lei, quel pomeriggio aveva atteso con ansia l'arrivo del suo attore preferito nella loro città. Verso le sette avevano cercato di convincere il padre di Olivia ad accompagnarle all'albergo in centro dove lui sarebbe arrivato presumibilmente in serata. Non essendo Olivia in grado di fornire un orario preciso, il signor Davide si era limitato a guardare sua figlia come se fosse una demente. Aveva quindi riportato le sue chiappe sul divano, dove era sprofondato in stato comatoso davanti al dibattito sportivo che stava facendo a pezzi la squadra per cui tifava e che aveva vergognosamente perso.
«Mentre lui è a pochi metri in linea d'aria io sono reclusa dentro questa merda di casa perché mio padre è troppo vecchio per restare sveglio dopo le dieci», cantilenava Olivia al telefono con la sua amica, inveendo contro il padre quarantenne che non l'accompagnava dal suo idolo. Poco importava che questi avesse venticinque anni più di quel vecchio di suo padre e che in linea d'aria a pochi metri c'era solo l'Aniene.
«Figurati, stasera sono riuscita a convincere mia madre a guardare un pezzo di Rosso o nero, detective Corallo? e l'unico commento che ha fatto, prima di andarsene dopo neppure sei fotogrammi, è stato "È gay". Inaudito!» disse scandalizzata Giada.
«Già, come no. Non so se hai notato in quel film che pacco che ha. Che gnocco pazzesco! Hai visto come gli stanno gli occhiali in quel film? Che sguardo che ha..., me lo trombo papà?» rincarò Olivia sull'aggressivo sognante.
«Che ha il pacco non significa che sia destinato al genere femminile. Comunque, nel caso di mio padre, sarebbe meglio che non sapesse che vorrei trombare uno più vecchio di lui. Certo che da Lazlo io mi farei fare qualsiasi cosa: comanda padrone?»
«Non lo so, secondo me è più un passivo che un padrone.»
«Passivo Lazluccio? Assolutamente no: un padrone... un torturatore... Comunque uno che ci dà dentro come un riccio. Sprizza sesso da tutti i pori quell'uomo.» La voce sognante di Giada infastidì Olivia.
«Ma se sta con quella cessa che non si può guardare.»
«Infatti, l'ha lasciata. Non sono però tanto contenta: di lei ci si poteva fidare. Un rapporto duraturo, un mostro di donna, qualcosa di esclusivamente intellettuale. Ma così? Ora si scoperà mezza Hollywood! E magari se lo accalappierà una più giovane di noi. Eccheppalle, non c'è più speranza.»
Olivia inorridì a quel commento. Più giovane di lei significava, per un calcolo delle probabilità, che sarebbe stata quella definitiva. Il grande amore, finalmente.
«Dobbiamo battere ferro finché è caldo. Non possiamo permettere che se lo sposi una più giovane di noi. Non la lascerebbe mai, certo non per una più giovane ancora.»
Il signor Davide, passando ciondoloni dalla camera della figlia per andare a svenire nella sua, sentì tutto e, disgustato, si affacciò commentando che almeno una così giovane avrebbe condotto con più vigore la carrozzella per i giardinetti.
«Pa' ma che ne sai tu!»
Già, lui sapeva solo che ai suoi tempi le ragazze sbavavano per Tom Cruise e che ora gli antagonisti dei coetanei erano Gandalf e la Compagnia dell'Ospizio. Come poteva sua figlia parlare del pacco di un vecchio sessantenne! Che avesse mancato in qualcosa? Si trascinò fino al letto, dove sua moglie già dormiva della grossa, e non tentò neppure di darsi una risposta. Dopo pochi secondi, russava pesantemente.
Olivia aveva trascorso una brutta notte, quindi, pensando al suo adorato ormai pericolosamente single e a come avrebbe potuto impedirgli di convolare a nozze con un'attricetta da strapazzo che si sarebbe messa con lui solo per agevolarsi la carriera.
Dovevano fare qualcosa, anzi doveva, pensava davanti allo specchio rimirandosi i brutti cerchi neri da insonnia. Non era stata, in fin dei conti, una giovane italiana ad accalappiarsi lo scapolo più ambito del cinema di oltreoceano?
L'idea la seguì in camera da letto. Facendosi rivelazione mentre s'infilava gli stivali neri con il tacco alto, quelli che le facevano le gambe lunghe, e diventando tattica militare mentre si sistemava il push-up sotto il maglione nero attillato. Rimirandosi nello specchio, si chiese se non sembrasse più vecchia dei suoi quindici anni, un errore che le sarebbe costato caro. Un'occhiata al seno prosperoso e ai capelli lucidi e fluenti la informò del fatto che, più vecchia o no, aveva qualche possibilità di attirare l'attenzione di qualcuno, quella mattina. Contava sul viscido giornalista che scriveva per quella pessima rivista di cinema e che aveva incontrato in occasione della prima stampa che aveva dato come frutto la foto con il suo idolo.Per farsi bello, il tizio aveva rimorchiato lei e Giada millantando una conoscenza personale con il bell'attore. Avevano bevuto insieme solo un caffè, ma si erano scambiati il numero di cellulare e da quel momento si erano sentiti qualche volta. Lui per glorificarsi dei suoi articoli, che lei aveva sempre ipocritamente affermato di adorare, lei per mantenere i contatti con qualcuno dell'ambiente soprattutto in previsione di un'altra anteprima in cui sarebbe stato presente il suo adorato. Rifletté sul momento migliore per chiamarlo e quando dall'altra parte le rispose direttamente pronunciando il suo nome, come se fosse deliziato di sentirla, abbassò il timbro di voce di un tono. Scandì lentamente le parole, come aveva imparato dall'unica vera Voce di Velluto esistente al mondo. Una voce capace di stenderti dopo sole poche sillabe.
Apprese così che il giornalista aveva un'intervista privata con l'interprete principale, già, quello che lei almeno due anni prima sembrava adorare letteralmente ma che sperava avesse ricondotto nella giusta cornice, visto che nel frattempo aveva subito un crollo fisico. Così lo definì il maledetto, al quale Olivia diede immediatamente ragione. Con un colpo da maestra, affermò che per essere un attore piuttosto anziano manteneva una certa figura non del tutto disprezzabile, anche se c'era di meglio in circolazione. Il giornalista compiaciuto, convinto di avere avuto parte decisiva in quel processo degenerativo che aveva visto l'idolatria tramutarsi in indifferenza, le propose di fare un salto quella mattina, magari sul tardi, davanti al cinema, giusto per prendersi un caffè quando lui avesse finito con quella tortura. Così le avrebbe raccontato tutto in anteprima. Olivia pensò che fosse un cretino e che la sua anteprima se la poteva ficcare dove diceva lei. No, avrebbe fatto molto di più che sentirsi raccontare l'intervista. Vi avrebbe partecipato.
Il suo cuore iniziò a marciare al fianco del conte Radetzky. Sperava solo che Giada avesse optato per i comodi jeans e per l'informe giubbotto di pelle.
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Anteprima Stampa
General FictionUn attore di fama internazionale presenzia all'anteprima stampa italiana del suo ultimo film. Adorato da fan e giornalisti, l'interprete del detective Lazlo Corallo sembra avere una vita perfetta: è ancora bello, ricco e da qualche tempo è tornato s...