Atto 3 - Sulla Strada

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In macchina, verso l'aeroporto, non parlarono molto. L'autista ogni tanto gettava occhiate distratte allo specchietto retrovisore, che aveva inclinato leggermente. Le luci della notte sfrecciavano veloci, lasciando scie negli occhi secchi della ragazza dal sorriso sbiancato. L'uomo alto le sedeva accanto, avvolto nel suo cappotto scuro e nella sciarpa con le piccole frecce bianche.

«Non hai intenzione di restituirmi anche la fedina, vero?»

La ragazza non rispose e neppure si voltò. Quando la mano dell'uomo le sfiorò con gentilezza la coscia, lei tentò di abbassare la gonna che le era scivolata troppo in alto quando si era seduta. Il messaggio fu chiaro e l'uomo ritrasse la mano. Con la coda dell'occhio lei vide che si era voltato dall'altra parte e che guardava fuori del finestrino.

Il tragitto per l'aeroporto fu più breve del previsto. Lei, invece, aveva temuto che sarebbe durato un'eternità.

«Lazlo Corallo era stronzo e cattivo. Te l'ho mai detto?» disse all'improvviso, mentre l'uomo stava per scendere dalla macchina. Con lo sportello aperto e un piede già in strada, si voltò per interrogarla con lo sguardo.

«Un cinico che faceva solo finta di servire la legge, ma che in realtà calpestava chiunque si trovasse sul suo cammino. Sono contenta che sia morto.»

L'uomo si accomodò nuovamente sul sedile, socchiudendo lo sportello. «E con questo che intendi dire?» le chiese sospirando.

«Che ti sei troppo immedesimato nel tuo personaggio. Che ti ha fatto male interpretare quel ruolo per anni. Ah, certo, con qualche piccola eccezione come Vite Perdute

L'attore sostenne il suo sguardo. «Restituiscimi la fedina. Ti ho già detto che per me è un portafortuna, oltre che un ricordo.»

«No che non te la ridò indietro. Mi ci è voluto un po', ma poi ho capito tutto» e tirò fuori dalla borsa un foglio ripiegato. Mostrò a Sinclair la foto di Chris.

«Tu presumi di avere capito, ma non hai capito nulla. Cosa ne sai tu di come mi sento? Cosa ne sai tu, piccola segretaria, di cinema? Non sai che i ruoli disponibili si riducono drasticamente perché sei troppo vecchio. Che non ti senti più ispirato e che imparare le battute diventa sempre più difficile. Che pur di non umiliarti con ruoli minori sei costretto a interpretare la stessa stanca parte per anni, finché non diventi assolutamente incredibile e il futuro all'orizzonte ti si prospetta come un incubo.»

L'uomo scese dalla macchina velocemente. Lei gli andò dietro. Quando fu sufficientemente lontano dalle orecchie indiscrete dell'autista si voltò di scatto e lei andò a sbattergli contro. Si ritrovò con il viso contro il petto dell'attore.

«Era vivo... Era vivo quando sono uscita dal bagno. Poi sei entrato tu. E cos'hai visto, Jamie? Cos'hai sentito? Cosa ti ha detto Chris, che giaceva in una pozza di sangue, solo per colpa tua?»

«Ha detto che mi amava. Come l'hai detto tu a me, ieri sera, mentre facevamo l'amore. Sono cose che si dicono, ma non sempre si pensano.»

«Lui però lo pensava, figlio di puttana. Hai organizzato tutto tu, d'accordo, sono stata una cretina a non capirlo subito, ma perché?»

L'uomo la guardò risentito. «Elisabetta, lasciamoci da amici.» Poi, vedendo che lei non cedeva, aggiunse riluttante «Potrei parlarti di marketing, anche se è un po' riduttivo. Comunque, non capiresti.»

La ragazza era confusa. «Marketing? Ma che dici?»

«In ogni caso, non sono stato io a ucciderlo. È morto mentre mi trovavo lì. Te lo giuro. Però, è stato bravissimo. Da premio Oscar. Quello che forse riceverò io dopo questa terribile avventura. Hollywood è impicciona, spietata, ma romantica e saprà costruire intorno alla vicenda romana un vero mito.»

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