Atto 6 - Montaggio Incrociato

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(Il montaggio incrociato o cross-cutting è il collegamento di due scene simultanee, ma ambientate in luoghi diversi)


In bagno, ben legata e sempre più spaventata, Olivia cominciava a credere che la giornata sarebbe finita male e che sarebbe dovuta restare fuori, con la sua amica Giada, non andando più in là di un autografo come tutte le altre fan. Però in quel caso non avrebbe mai avuto modo di guardare Sinclair dritto in faccia e di dargli la speranza di poter risolvere la situazione. Quello era davvero stato impagabile, come il sorriso sulla bocca dell'attore. Non poteva finire così, non poteva morire senza raccontare a Giada che Jamie Sinclair aveva affidato a lei la sua vita con un sorriso! Oddio, proprio un sorriso non era stato, più una mezza smorfia, ma doveva considerare lo stato di pericolo in cui si trovava. La sola idea la ricondusse alla realtà. Se la conferenza era iniziata più o meno alle dodici e trenta, come previsto, ormai dovevano essere le due. O forse no, forse era ancora presto perché qualcuno si accorgesse del sequestro e intervenisse. Lei comunque doveva farsi coraggio e continuare a sperare.

«Certo che la sicurezza in questo posto fa schifo» disse dandosi un tono.

Elisabetta annuì. In otto anni di lavoro in produzione soltanto una volta un fan era sfuggito alla sorveglianza per abbarbicarsi alla sua attrice preferita, che se l'era cavata con un po' di spavento e una scia di bava sul collo. Il ragazzo era stato portato via di peso, mentre scalciava e urlava «brutti stronzi fatemi almeno fare un selfie con lei».

«Chris, hai una pistola e puoi tenerci sotto tiro quando e come vuoi. Perché non ci sleghi? Ho i polsi a pezzi e non mi sento più le mani.»

L'inglese la guardò e sembrò valutare la proposta.

«Magari possiamo andare a farci una birra insieme» disse però infastidito. «Tranquilla, non manca molto.»

«A cosa, Chris?» Elisabetta non perdeva la speranza. Chiamarlo spesso per nome, anche se sicuramente fittizio, le dava l'impressione di creare un legame con lui. «Cosa succederà dopo la conferenza Chris?»

Per la verità le faceva paura parlare del dopo. Vivere momento per momento quella terribile esperienza le dava coraggio, ma ragionare sulla conclusione la rendeva inquieta e pessimista, sfilacciandole i pensieri. In tutta la sua vita non si era mai sentita così angosciata. L'inglese non poteva credere di passarla liscia. Questo significava che alla fine, nonostante Sinclair stesse facendo esattamente quanto gli era stato richiesto, sarebbero morti tutti, in ogni caso. Cercò le tracce della follia sul bel volto del ragazzo. Le pupille dilatate, i movimenti a scatto, tutto indicava alterazione.

«Chris, parlami di lui. Parlami di Shelton. Ne ho bisogno. Voglio conoscere la persona per cui morirò. L'uomo per cui hai deciso di sacrificare la vita di tutti noi. Doveva esserci un legame davvero speciale tra voi.»

L'inglese si passò nervosamente le mani tra i capelli, facendo brillare una fedina fatta di tre sottili anelli in tre colori, rame, argento e oro.

«Coraggio, cos'hai da perdere? Farà bene anche a te parlarne» insistette. Pensò che se fosse stata vicina e avesse avuto le mani libere, avrebbe potuto toccargli un braccio, per tranquillizzarlo. Aveva sempre assecondato l'istinto di toccare le persone, di trasmettere le sue sensazioni sfiorandole, anche semplicemente con le dita. Creava intimità ed era sempre stata molto brava nel mettere a proprio agio chiunque avesse a che fare con lei. Era per quello, principalmente, che Riccardo Freddi le aveva affidato il ruolo di mediatrice con le star e fino a quel momento nessuno si era lamentato, anzi. Per lei c'erano solo state parole di elogio e ringraziamento. Non aveva mai avuto difficoltà, neppure con gli ossi duri come Jamie Sinclair.

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