Atto 2 - Plot - Twist

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«Sono orgoglioso di dare il via a questa conferenza stampa. Questo film, frutto di notevoli sforzi congiunti – Freddi guardò il regista con aria complice e questi, man mano che l'interprete traduceva, pensò che l'italiano si stesse allargando – merita un posto davvero speciale nel cuore di ognuno di noi e non solo perché è l'ultimo capitolo di una serie che ormai è leggenda.»

Passò a presentare le persone sedute nel palco, a cominciare dall'attrice Carol Gruber, che ottenne applausi fiacchi. Poi fu la volta di Stabby Ty Art, «lo sceneggiatore e scrittore della storia, benvenuto!» che conquistò un applauso caloroso, e di Andrew Thomas Newman, il regista, per il quale il ritmo degli applausi crebbe d'intensità. L'uomo timidamente alzò il bicchiere d'acqua davanti a sé e bevve come se avesse già parlato per ore.

«Il fantastico Jamie Sinclair» e qui l'applauso si fece fragoroso. L'attore ringraziò con un pallido sorriso e un cenno del capo.

«Luke Lolla, il costumista» e l'applauso tornò nuovamente sul fiacco.

«Ora, penso che si possa cominciare con le domande...» disse Freddi sedendosi sul suo personale trono. Meglio di così non poteva chiedere. Augurandosi che le iene fossero in minoranza, e che tutto andasse per il meglio, iniziò a dare la parola alla prima delle scimmie che aveva così bene ammaestrato da qualche tempo.

«Signor Sinclair, come si è preparato per questo ultimo film del detective Corallo? E possiamo davvero considerarlo l'ultimo?» la domanda innocua inorgoglì Freddi. L'attore inclinando la testa verso l'interprete ascoltò la traduzione della domanda, si schiarì la voce e per un momento guardò nel vuoto. Freddi deglutì.

«In realtà – la voce dell'interprete fece eco a quella di Sinclair – mi sono limitato a fare mio uno script estremamente accurato. Era talmente chiaro da richiedere solo un grande rispetto del testo. La storia, molto buona, potrei dire la migliore della serie, chiedeva solo di essere vissuta e credo che questo – guardò l'unica altra attrice presente alla conferenza – ci abbia reso il compito molto più semplice del solito. Quanto alla seconda domanda mi dispiace confermare: sì, è davvero la fine, l'ultimo capitolo.»

Un mormorio crebbe in sala. Il regista pensò che nonostante l'aria affaticata e la risposta diplomatica e generosa, Sinclair celasse una discreta inquietudine. Lo poteva vedere dal guizzo del suo pomo d'Adamo, dalle mani che nervosamente scendevano lungo i lembi della giacca, quasi a stringersela addosso per difendersi da un nemico invisibile.

Freddi diede la parola alla seconda scimmia.

«Vorrei chiedere a Carol Gruber com'è stato lavorare con Jamie Sinclair e che tipo di approccio ha riservato al suo ruolo, davvero insolito rispetto alle precedenti interpretazioni.»

L'attrice ascoltò la traduzione dell'interprete, che discretamente l'aveva raggiunta per sedersi vicino a lei e si apprestò a elogiare Sinclair per la generosità e l'umiltà sorprendenti in una stella di quel calibro.

«Mi ha fatto subito sentire a mio agio, trovando così il modo migliore per lavorare insieme.» Poi continuò, raccontando i soliti aneddoti 'da set' che fanno felice la stampa, fornendo più particolari del richiesto. Il giornalista, soddisfatto, sorrise a Freddi, che ricambiò e si distrasse.

«Ho fondamentalmente la stessa domanda da porre al signor Newman e al signor Sinclair.»

Laura Mollina era una con la puzza sotto il naso, con l'aspetto di un orciolo toscano magicamente animato, una buzzicona insomma, e solita a domande contorte che solo lei capiva.

«Il montaggio del film, davvero splendido, sembra confermare l'impressione di una tragedia annunciata già dalle prime immagini. Quasi a isolare il protagonista non solo in una vicenda che lo vede eroe sconfitto, ma anche in un contesto che sembra non appartenergli più.»

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