Atto 5 - Soggettiva

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(Soggettiva: ripresa nella quale lo spettatore vede ciò che vede l'attore. È la visione in prima persona)

Elisabetta, stordita, continuava a guardare lo schermo come ipnotizzata. La sala era in fermento e i giornalisti, molti dei quali in piedi, stavano parlottando tra di loro. Sembrava che nessuno comprendesse la gravità della situazione.

L'inglese era scattato in piedi come un fulmine e si era precipitato fuori del bagno. Era successo quando quella ragazza aveva guardato verso di loro e aveva sorriso. Dopo qualche istante era uscita furtivamente dalla sala. No, aveva guardato Sinclair, era evidente. Era lui che indossava la telecamera che stava riprendendo l'intero evento. Sinclair era stato uno sciocco: sapendo d'indossare la telecamera, avrebbe dovuto distogliere lo sguardo.

Facile a dirsi! Quel poveraccio è lì dentro imbottito di esplosivo. È stato fin troppo lucido finora, si corresse Elisabetta, ormai pronta a salutare definitivamente il raziocinio. Guardò in basso, verso i polsi legati saldamente dalla corda spessa. Provò a muoverli, ma riuscì solo ad allargare le dita delle mani, che erano indolenzite e fredde. Cercò di riattivare la circolazione alternando le dita come per suonare un pianoforte. Sentì un leggero miglioramento. Ora doveva provare ad alzarsi e a sgranchirsi anche le gambe. Tentò di fare leva sulla colonna del lavandino che le premeva dietro la schiena, ma le fu difficile allargare i gomiti in modo sufficiente a consentirle un appoggio. Allora scivolò in avanti e si sdraiò supina. Con una spinta si voltò con la faccia verso il pavimento e facendo leva sulle ginocchia riuscì a sollevarsi. Stava ancora cercando di trovare un equilibrio quando la porta del bagno si spalancò e Chris entrò con la ragazza del sorriso. Elisabetta ricadde con il sedere sui talloni. L'inglese le gettò un'occhiataccia mentre spingeva la ragazza dentro, minacciandola con la pistola.

«Abbiamo un'altra innamorata del nostro Jamie. Più coraggiosa di te, dolcezza» disse il ragazzo in italiano. Una pronuncia non perfetta, ma un idioma abbastanza chiaro da farsi capire dalla nuova arrivata.

«Tu quando sei uscita miravi solo a fartelo, mentre lei già si vedeva sui giornali di domani, vero?» continuò, sempre in italiano, strattonando Olivia per un braccio. La ragazza emise un flebile lamento, ma riuscì a non urlare, ben conscia della pistola che aveva premuta sul fianco.

«Vero?» le strillò Chris talmente vicino all'orecchio, che Olivia istintivamente si prese la testa tra le mani, piegandosi in avanti.

«Vero» disse per non contraddirlo. In fin dei conti aveva ragione: non era così che si era immaginata il giorno dopo? Sui giornali, appunto, come la ragazzina sveglia che aveva salvato Jamie Sinclair e tutto il cucuzzaro da una morte atroce. E invece era finita in un cesso con un folle armato.

Chris sorrise sprezzante. Poi le puntò contro la pistola, facendole segno di sedersi vicino al lavandino, non troppo distante da Elisabetta, così da poterle tenere d'occhio entrambe. Le due si guardarono. Elisabetta era affranta, mentre Olivia era incazzata nera. Non solo l'imbecille inglese le aveva distrutto un sogno, ma quella troia davvero voleva farsi il suo Jamie?

«Guardala. La ragazzina se potesse ti sbranerebbe» commentò divertito guardando ora Olivia ora Elisabetta.

Quest'ultima aggrottò la fronte. «Non mi sembra il momento, Chris. Non ti conviene avere due ostaggi nervosi» gli disse in inglese.

Il sorriso morì sulla bocca del ragazzo, che guardò Elisabetta, lo schermo del portatile e poi annuì.

«Hai ragione» si limitò a commentare.

Olivia guardò entrambi in cagnesco. «Tra poco vi bacerete in bocca e non sarò certo io a dissuadervi. Anzi, perché non mi lasciate andare e...»

«Sei stupida o cosa?» le ringhiò contro l'inglese, nel suo italiano arrotondato. Poi posò la pistola sul lavandino e armeggiò nello zaino. Ne estrasse altre due corde, si avvicinò a Olivia, s'inginocchiò e afferrandola saldamente le legò polsi e caviglie, come aveva fatto con l'altra. Poi riprese la pistola.

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