PARTE SECONDA - L'ANTEPRIMA Atto 1 - Campo Lungo

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L'attesa stava snervando Olivia, che tentava di restare ferma sulla sedia e di apparire indifferente. Dopo un inizio promettente ma non troppo, 'Il Portasigarette Cinese' stentava a decollare. Jamie Sinclair era apparso al principio ma ora si susseguiva una serie di personaggi modesti che non avrebbe risolto, a suo parere, un abbastanza evidente calo di suspense. Rispetto ai precedenti capitoli dell'ispettore del panama, c'era un'atmosfera che non riusciva ad afferrare, un mood più oscuro del solito. E poi, parliamoci chiaro si disse, no Lazlo no party. Che gliene importava dell'attricetta da strapazzo che in quel momento campeggiava in primissimo piano senza un vero perché? Quant'è vero che il make-up è capace di prodigi, vista dal vivo l'attrice sembrava il montaggio analogico di tre persone in un unico incoerente risultato.

«Gliel'avevo detto che il film, per quello che sono riuscito a vedere, era una cagata», mormorò il giornalista al suo fianco riferendosi a un interlocutore di cui Olivia ignorava l'identità. A parte la finezza espressiva, non aveva torto e la noia la stava ammorbando. Il pensiero volò all'intervista cui avrebbe avuto il piacere di assistere dal vivo. Come si sarebbero disposti? Aveva visto in televisione e negli extra dei DVD qualche colloquio con Sinclair. Negli ultimi tempi si era ammorbidito, ma quando gli si chiedeva quale villain avesse interpretato più volentieri nella sua carriera, iniziava a fare smorfie e ad arricciare la bocca sollevando il sopracciglio. Odiava che si definissero i suoi come ruoli da 'cattivo' e l'intervista a quel punto partiva malissimo. Contava che almeno quella volta, in sua presenza, non si toccasse quel tasto.

  Di solito, l'attore sedeva di fronte al giornalista che lo intervistava. Lei dove si sarebbe accomodata? Da un lato, restando anche lei di fronte, avrebbe potuto mostrare a Sinclair uno scorcio di quanto poteva offrirgli. Dall'altro, se la distanza era quella che normalmente si poneva tra intervistatore e intervistato, avrebbe preferito accomodarsi al suo fianco. Presa da interrogativi così vitali, perse la maggior parte del filo narrativo e iniziò a non capirci più niente, apprezzando sempre di più il suo compagno di visione che le bisbigliava all'orecchio battute dopotutto divertenti.

«La tua amica non si è persa nulla, come vedi». Con questa frase, Olivia fu riportata alla realtà. A quel punto della mattinata, Giada doveva essere molto preoccupata. L'aveva sicuramente chiamata più volte sul cellulare che però, per motivi di sicurezza da parte della produzione, le era stato chiesto di consegnare all'entrata in sala. Come se un film come quello richiedesse misure antipirateria straordinarie.

E se Giada avesse telefonato a casa, presa dal panico? E se sua madre, che di solito a quell'ora il sabato era in palestra, avesse deciso all'ultimo momento di crogiolarsi di più a letto? Non aveva l'orologio, ma doveva essere all'incirca mezzogiorno. Era più probabile che a quell'ora fosse già tornata dalla palestra e fosse andata a prendere suo fratello, che il sabato mattina faceva lezione al circolo di tennis. Ma suo padre? Lui era sicuramente a casa e stava certamente iniziando a preparare il pranzo dopo aver fatto incursione al supermercato, dove era rimasto almeno un'ora abbondante.

Si augurò che Giada avesse attaccato bottone con l'inglese carino che lei aveva piantato in asso. Magari in quel momento erano al bar, a bersi qualcosa insieme e a programmare un'uscita serale. Lo sperava con tutto il cuore, anche se l'istinto a fior di pelle le diceva che tutto stava andando storto. Che le cose si sarebbero messe per il peggio e che niente sarebbe stato mai più come prima, dopo quella proiezione. Non sentì più la marcia di Radetzky nel suo cuore, ma la sensazione di un gradino saltato quando, distratti, si scende una scala troppo velocemente.

I cattivi presagi che la tormentavano non potevano essere reali. Si stava godendo quel momento, avrebbe intervistato il suo mito e da cosa sarebbe nata cosa. Perché era così preoccupata? Non tanto quanto mio padre se Giada ha telefonato a casa, si disse sempre più agitata. Olivia non poteva certo sapere, presagi a parte, che il signor Davide l'avrebbe rivista al TG, quella sera.

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