Atto 5 - Applausi

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Intervista con Jamie Sinclair

di Adriano Folcri, direttore di Inside Magazine

Incontriamo l'interprete dell'ispettore Corallo a due anni esatti dalla tragedia dell'anteprima de Il Portasigarette Cinese. Sinclair sembra disteso, forse ha rimosso quei tragici eventi del dicembre di due anni fa, quando un folle sequestrò l'intera sala per reclamare giustizia sul ruolo dello sceneggiatore Billie Bob Shelton, scomparso tragicamente un anno prima ed estromesso dai credits del film. Come tutti ricorderanno, in quell'occasione Jamie Sinclair fu minacciato personalmente, sequestrato e imbottito di esplosivo. A lui fu affidato lo sgradevole compito di informare l'intera sala stampa delle intenzioni del sequestratore, lo scrittore Chris McNeill, deceduto in quella stessa circostanza prima di portare a termine il suo folle piano. Era una montatura, ma nessuno poteva intuirlo.

Signor Sinclair, come si sente a essere nuovamente qui, a un'anteprima, a due anni dalla tragedia?

Faccio quello che posso. La vita va avanti e così il lavoro. Che si tratti dello stesso cinema, poi, serve a me come del resto a voi per esorcizzare una paura che altrimenti potrebbe non svanire più.

Come mai ha accettato di tornare sulle orme dell'ispettore Corallo? In quella stessa occasione, ricordo bene, mi confidò che non sarebbe più tornato al cinema e si sarebbe invece dedicato esclusivamente al teatro.

Sa, anche questa è stata una sorta di sfida. Corallo, proprio nel film proiettato durante quell'anteprima, diceva: «Quando perdi te stesso, hai solo due scelte. Ritrovare la persona che eri o voltare pagina per sempre.» Ecco, io ho voluto ritrovare la persona che ero. Ho voluto in qualche modo credere che quell'episodio fosse una specie di boa della vita.

C'entra nulla il premio Oscar con questo ottimismo? [Per Il Portasigarette Cinese Jamie Sinclair, ricorderete, ha vinto la prestigiosa statuetta come attore protagonista]

Sì e no. Mentirei se le dicessi che non ha cambiato nulla. Sembra che improvvisamente le offerte siano decuplicate. Sono straordinarie e ne sono onorato: staremo a vedere. D'altro canto, sono lieto di avere l'opportunità di continuare a fare un tratto di strada con il personaggio che mi ha aiutato a conquistare l'ambita statuetta. In ogni caso, sono sempre la stessa persona... [Ride]

In questa nuova avventura [The Other Man, da noi tradotto con un orrendo Il ritorno dell'Ispettore Corallo, che uscirà nelle sale domani, n.d.r.], torniamo indietro nel tempo. Lazlo Corallo è naturalmente ancora vivo e nel pieno della sua attività. Più "cattivo" del solito, ma affascinante come sempre. Come ha accolto l'idea del prequel?

[Alza il sopracciglio] Come le dicevo, ho cercato di ritrovare la persona che ero proprio come Corallo, tornando indietro come lui, per recuperare qualche filo perso strada facendo [sorride].

Posso chiederle se quel filo è stato recuperato o se avrà bisogno di altri sequel per riuscire nell'intento?

Per il momento non posso risponderle perché è prematuro, ma non mi dispiacerebbe. Corallo non è "più cattivo", come diceva lei prima, solamente non ha ancora compreso bene il suo ruolo nel mondo. Forse ha davvero bisogno di ulteriori avventure [Ride, alludendo ai nuovi probabili prequel oltre a questo]. Ha bisogno di tempo e ancora non sa, come invece gli spettatori, che non ne avrà moltissimo. Tutti noi abbiamo bisogno di tempo. È ciò che manca di più oggi. Io ricordo che quand'ero ragazzo avevo tutto il tempo del mondo e non me ne curavo. Vivevo azzannando la vita, fagocitando ogni istante. Se potessi tornare indietro, vivrei più lentamente.

Che intende dire?

Che la vita è breve. Che tutti noi non conosciamo il momento in cui non saremo più qui. Le nostre esistenze potrebbero essere interrotte da un momento all'altro, quando meno ce lo aspettiamo, mentre tentiamo affannosamente di bruciare i tempi. Di vivere intensamente, appunto. Ma cosa c'è di più intenso e trasgressivo del vivere con lentezza?

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