Jackie
Non è mai un buon mattino senza caffè.
Non appena apro le porte della mia camera da letto mi dirigo a passo da zombie verso la cucina. Mi stropiccio gli occhi, gettando un'occhiatina distratta all'uomo di un metro e novanta che dorme sul mio divano. Non riesco ancora a crederci, Brett si è seriamente trasferito da me e occupa il mio spazio personale che è una bellezza. Scuoto il capo, osservando con aria studiosa il modo in cui dorme. È a pancia in su, con il braccio destro ripiegato sotto il collo e il sinistro che sporge dal divano. Mi scappa un sorriso per quanto sembri pacifico in questo momento. Marvin si avvicina alle sue dita scodinzolando e io lo richiamo a bassa voce. «Cosa vuoi, sgorbio?» borbotta, parlando del mio cucciolo. Lo trucido con lo sguardo, nonostante non riesca a vederlo in volto ora. Apro il frigorifero, sentendo Marvin abbaiare al nostro nuovo inquilino. «Ancora non ho capito perché tu ti sia presa questo cane» si rivolge a me, dopo che chiudo l'anta.
«Ti ho già detto che l'ho trovato in un sacchetto dell'immondizia, sarebbe sicuramente morto se non lo avessi tirato fuori da lì.» Mentre preparo il caffè nella macchinetta dell'espresso, Brett si passa una mano tra i capelli e lancia un'occhiataccia a Marvin che intanto gli abbaia contro.
Ammetto che la scena è comica.
«Marvin, vieni qui» lo richiamo.
«Esatto, vai dalla tua padrona» gesticola Brett.
Gli chiedo se non gli piacciano gli animali ma lui fa un semplice sbuffo. «Gli animali sono come i bambini, sono esseri mistici ‒ troppo difficili da gestire.» Mi scappa una risata a questa sua frase, è davvero asociale maledizione. Si alza a metà busto, scricchiolandosi il collo per poi chiedermi cosa ho da ridere. «Niente, lascia perdere» nego, premendo il tastino della macchinetta. Da quando Brett è tornato, non mi sento più ansiosa come prima e mi sembra di aver riacquistato un po' di sicurezza in me stessa. Se ripenso alla mia famiglia però, torno a sentire un magone al petto. Non mi sto comportando bene: prima sparisco, poi mi faccio sentire e adesso ritorno con il mio mutismo. Brett si accorge del mio silenzio, del mio cambio d'umore e infatti mi lancia occhiatine mentre vaga per la cucina. Apre il frigo, facendo una smorfia per poi tirare fuori il succo all'arancia. «Dovresti fare la spesa» intima.
«Lo so, stamattina andrò al supermercato» dico.
Annuisce, aprendo le ante sopra il lavandino per pescare qualche merendina. Bevo un sorso di caffè, sentendo la pace accompagnarmi. Marvin sembra non arrendersi con Brett, gli gratta il polpaccio e tenta di comprarlo con i suoi occhioni azzurri. «Sparisci pulce.»
«Potresti anche dargli un pezzo di Muffin» mi lamento.
Brett si siede sullo sgabello, guardandomi malissimo. «Questa roba non fa male ai cani?» brontola.
«Sì, ma tu devi dargli un pezzettino minuscolo mica metà» spiego. Dopo qualche minuto finisco di bere il mio caffè, mangio due fette biscottate con la marmellata alle fragole e dopo vado in bagno per farmi una breve doccia.
Lascio i due maschietti a socializzare, ma prima di chiudere le porte della mia camera sento Brett borbottare al mio cane che è proprio ingordo. Scuoto il capo, più esasperata che mai. Mi tolgo i vestiti lasciandoli nella cesta, entro nel box doccia e mi insapono il corpo per qualche minuto. Dopo aver messo lo shampoo, sento il cigolio della porta aprirsi. Il vapore copre il mio corpo nudo, ma noto lo stesso la figura di Brett avanzare verso il bagno, è sfocata l'immagine ma capisco subito che è lui. «Non potevi aspettare per fare pipì?» gracchio, agitata.
«Sei in bagno da venti minuti, dottoressa» brontola.
Sento il rumore dello scarico e infatti prendo un profondo respiro, tentando di scacciare via il nervosismo crescente. Sta quasi per uscire dalla porta, quando d'improvviso torna indietro. Tengo stretta la maniglia del box, temendo che voglia aprirla per guardarmi nuda.
«Sta' tranquilla, devo solo lavarmi le mani» mi avvisa.
Prendo un profondo respiro, imbarazzandomi per la pessima figura appena fatta. Dopo qualche secondo esce dal bagno, quindi riprendo da dove ho lasciato. Ci metto circa un'ora per preparami: tra cerette, phon e piastre alla fine esco dal bagno per le undici. Apro l'armadio, tirando fuori dal cassetto l'intimo bianco, un paio di jeans azzurri e un lupetto bianco semplice. Quando mi metto gli stivali, Brett apre le porte della mia camera da letto. Lo trovo vestito di tutto punto: jeans blu scuro, un maglione nero e la giacca di pelle. Non mancano mai i suoi stivaletti di camoscio. «Vengo con te» accenna.
«Andremo a piedi» lo avviso.
«Non puoi chiamare un Uber?» si scoccia.
Gli ripeto che devo portare a passeggio anche Marvin, ma l'idea sembra irritarlo. Iniziamo a battibeccare perché lui vorrebbe prendere un Uber mentre io no, poiché ho anche il cucciolo. «Fai il cazzo che ti pare io prendo l'Uber» avvisa, dandomi le spalle per poi dirigersi verso l'ingresso. Quando sento il portone sbattere, prego di avere la forza necessaria per tollerarlo. Mezz'ora dopo arrivo al supermercato, prendo Marvin in braccio e Brett mi scocca un'occhiataccia. Ha dovuto aspettare davanti alle porte scorrevoli, ma la colpa non è mica mia: sarebbe potuto venire con me invece che prendersi l'Uber. «Smettila di guardarmi così» lo lincio, per poi superarlo. «Ti ho dovuto aspettare per ben venti minuti» mi segue dentro, mentre io alzo gli occhi al cielo e gli chiedo di prendere il carrello. Metto Marvin dentro, girovagando tra i reparti con il bestione al mio fianco. Se un tempo avrei comprato qualsiasi cosa senza preoccupazione, ora invece acquisto i prodotti in offerta e sto più attenta al consumo. Mentre mi dedico ai cibi basilari e necessari, Brett acquista schifezze. «Mi spieghi cosa ci fai con quattro confezioni di birra?» borbotto.
«So io cosa ci faccio, tu prosegui» gesticola annoiato.
Finiamo di riempiere il carrello e, quando arrivo alla cassa, Brett mi stupisce superandomi. «Pago io» ammicca alla cassiera ‒ una donna in carne con i capelli a caschetto e la divisa rossa. «Non devi, posso benissimo pagare io» gli rammento. Brett mi lancia un'occhiataccia, quindi resto zitta e apprezzo il suo gesto inaspettatamente galante. Trattengo un sorriso spontaneo, sistemando la spesa nelle buste per non far notare il mio compiacimento.
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Il Bene In Te
ChickLitSono passati ben tre mesi dalla scomparsa di Jackie. Nessuno sa dove sia finita, sembra essere sparita nel nulla e la sua famiglia prega tutti i giorni affinché lei ritorni a casa sana e salva. Glenn, il secondo genito, ricorda benissimo l'ultima t...